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La prima capitale europea ad ospitare una gara di Formula 1. Dopo l’approvazione della licenza di costruzione e con la posa della prima pietra ad opera (simbolicamente) del pilota spagnolo della Williams Carlos Sainz Jr (nominato ambasciatore del circuito), hanno preso ufficialmente il via i lavori che porteranno nelle prossime settimane alla costruzione del nuovo circuito cittadino di Madrid (denominato Madring), che dal 2026 fino al 2035 circa ospiterà il Gran Premio di Spagna di Formula 1 al posto del circuito catalano del Montmelò (presente fino al prossimo anno nel calendario della massima serie motoristica, ma destinato alla sparizione se non alla rotazione con altri circuiti europei negli anni a venire). Dopo averlo presentato tramite You Tube nei giorni scorsi, Venerdì 25 Aprile si è svolta ufficialmente a Madrid la presentazione del nuovo circuito dinanzi a numerose autorità (tra le quali spicca la Presidente della Comunità di Madrid Isabel Diaz Ayuso) e con la partecipazione della famiglia Sainz, con l’ex ferrarista (ed attuale pilota Williams) Carlos Sainz Jr che ricoprirà il ruolo di ambasciatore della neonata pista. Presente anche il padre Carlos Sainz sr.
Come si presenta (andando nei dettagli) la nuova pista cittadina del Madring (che verrà costruita attorno all’area fieristica dell’IFEMA di Madrid nell’area nord-est della capitale spagnola, e il cui maggior obiettivo verterà sulla sostenibilità, trovandosi a cinque minuti dall’aeroporto Suarez di Madrid-Barajas, con il circuito raggiungibile in breve tempo tramite metropolitana, treno e linee urbane)?
Progettato dalla Dromo di Jarno Zaffelli (che già a sua volta aveva realizzato l’ammodernamento del circuito di Zandvoort), il Madring presenta un rettilineo del traguardo lungo 589 metri, mentre sono 202 i metri che separeranno la linea del traguardo dalle curve 1-2, una chicane lenta sinistra-destra che ricorda non poco le prime due curve del circuito di Gedda in Arabia Saudita e che in gara potrebbe offrire una prima possibilità di sorpasso. Proseguiamo poi con una curva a destra (la 3) denominata Curva de Hortaleza, la quale ci porta nel tratto più urbano della pista sfruttando il lungo rettilineo caratterizzato da Via Ribera de Sena, intermezzato da una leggerissima curva (la 4) da affrontare a piena velocità. Un rettilineo, quello, che parte da curva 3 e arriva a curva 5 che ricorda molto seppur con minor distanza la parte finale del circuito di Baku, in cui le monoposto raggiungono delle velocità piuttosto elevate e che ovviamente facilità le possibilità di sorpasso, da sfruttare tassativamente. Arrivati all’altezza di curva 5, abbiamo una chicane sinistra-destra che ci porta in curva 6 dove entriamo in un primo piccolo tunnel (anche qui sfruttabile per un sorpasso), al termine del quale (curva 7) comincia una salita dell’8% denominata Salida de Las Carcavas (in onore al quartiere che attraversa), al termine della quale abbiamo una curva cieca (la 8) a destra denominata El Bunker, in quanto nei pressi dei forti utilizzati durante la guerra civile spagnola, nella zona di La Mata Espesa. Le curve 9-10-11 ci mostrano una serie di curve veloci, che ci preparano all’ingresso in curva 12, quella che si può considerare come la più emozionante ma al contempo più impegnativa del tracciato: la Monumental, una curva ripida a destra con una forma semicircolare che trae ispirazione dalla curva Luyendyk di Zandvoort e dall'arena per corrida Las Ventas di Madrid, con una pendenza del 24%. All’esterno della curva Monumental (lunghezza prevista 550 metri da percorrersi in poco più di cinque secondi alla velocità di circa 300 Km/h) verrà costruita una tribuna che ospiterà circa 45.000 spettatori, pronti ad assaporare una visuale unica e al contempo panoramica di tale tratto di pista.
Usciti dalla Monumental, i piloti affrontano una curva a sinistra (la 13) piuttosto lenta, la quale da il via a un tratto di pista da affrontare ad alta velocità che si trova nei pressi del centro di allenamento del Real Madrid a Valdebebas e denominato “Las Enlazadas de Valdebebas”, costituito dalla curve 14-15-16 da affrontare in pieno, per poi arrivare, pochissimi metri dopo curva 16, alla curva 17, una curva secca a 90° a destra da affrontare a velocità decisamente più bassa. Superata curva 17, la pista prevede un breve sottopasso diviso in due parti, al termine del quale troviamo la curva 18, chiamata Curva Norte, perché posta dinanzi al Centro Congressi IFEMA Nord, che dovrebbe ospitare le hospitality delle varie squadre. Dopo una curva a destra (la 19) da affrontare a medio-alta velocità, il circuito prevede un’ultima parte piuttosto tortuosa, caratterizzata dalle curve 20 e 21, che porta i piloti verso l’ultima curva, la 22, che immette le monoposto verso il rettilineo del traguardo. Questo tratto (pur con alcune differenze) ricorda molto l’ultimo tratto del circuito di Sochi.
Se nel presentare il circuito Carlos Sainz Jr ha auspicato il fatto che il Madring possa diventare il miglior circuito al mondo e al contempo la Presidente della Comunità di Madrid Isabel Diaz Ayuso ha sottolineato come il Gp di Spagna a Madrid e la conseguente costruzione del Madring “creerà posti di lavoro e attirerà migliaia di visitatori che potranno godere non solo della gara, ma anche della cultura, della gastronomia e dello stile di vita della nostra città”, una considerazione merita di essere fatta, esclusivamente sotto il profilo tecnico.
Se è vero che indubbiamente la costruzione del Madring e la disputa del Gp di Spagna a Madrid creerà posti di lavoro oltre a generare un indotto piuttosto significativo per la capitale spagnola (si parla di un introito stimato di 450 milioni di euro all'anno, con il Madring che dovrebbe avere una capacità di ospitare più di 110.000 spettatori al giorno tra tribuna, ingresso generale e ospitalità VIP, con l'intenzione di aumentare tale capacità a 140.000 al giorno), non si può al contempo non rilevare come questa pista alla fine sia semplicemente una riproposizione in linea di massima di quanto già visto su altri circuiti già presenti all’interno del Mondiale, senza offrire cioè nulla di particolarmente interessante sotto il profilo rigorosamente tecnico.
Fino a questo momento, infatti, il Gp di Spagna è stato ospitato su un circuito tecnico di assoluto valore del calibro del Montmelò, da sempre ritenuto dai piloti, dalle squadre così come dagli appassionati una vera e propria cartina da tornasole in merito alla competitività delle varie monoposto, essendo la pista catalana dotata di curve a medio-alta velocità, curve lente e persino di un rettilineo.
Con il senno di poi, aveva senso spostare la sede del Gp di Spagna da un circuito del calibro di Montmelò al Madring? Con questa insistenza nel voler proporre dei circuiti cittadini a scapito delle piste permanenti e più tecniche, non si rischia di perdere la natura stessa della Formula 1 andando su piste indubbiamente spettacolari ma tutte fini a se stesse, incapaci di dare una seria indicazione del reale livello tecnico delle varie monoposto?
Solo il tempo sarà in grado di darci delle risposte a queste domande, dandoci così un’idea sempre più chiara della direzione che la Formula 1 sta intraprendendo, con il serio rischio di disaffezionare degli appassionati duri e puri che dopo aver dovuto subire l’ingresso dal 2028 del circuito belga di Spa-Francorchamps (da sempre considerato una sorta di Università della massima serie motoristica da squadre e piloti) nelle piste europee a rotazione ( come sancito dagli accordi firmati lo scorso Gennaio e validi dal prossimo anno), dal 2027 dovrà prendere atto del sempre più probabile addio del Montmelò alla massima serie motoristica, salvo anche in questo caso un suo ingresso nei circuiti a rotazione. Soluzione, questa, che non arricchisce ma semmai impoverisce il tasso tecnico di quella che sulla carta dovrebbe essere la serie motoristica più all’avanguardia.
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