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Max Verstappen e i lavori socialmente utili in Ruanda© @fia

Max Verstappen e i lavori socialmente utili in Ruanda

Poche ore prima di partecipare al Galà FIA e ritirare il premio assegnatogli per la conquista del quarto titolo mondiale, il campione olandese ha trascorso il pomeriggio assieme ai giovani studenti del politecnico di Kigali, nell’ambito di un’iniziativa FIA

18 dicembre

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Un pomeriggio diverso dal solito, e per questo molto apprezzato. C’era molta attesa nel mondo della Formula 1 per scoprire quale sarebbe stato il lavoro socialmente utile che il quattro volte campione del mondo Max Verstappen avrebbe dovuto svolgere, alla luce della penalità inflittagli lo scorso Settembre a Singapore (in seguito a un’espressione un po' colorita a carico della propria monoposto pronunciata dal campione olandese in occasione della Press Conference del giovedì proprio a Marina Bay), figlia della nuova politica della Federazione volta a sanzionare i piloti nel caso in cui pronuncino nelle occasioni ufficiali delle parolacce e/o dei turpiloqui non adatti al loro status di esempio per le generazioni più giovani.

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Una risposta arrivata solamente all’indomani dell’ultimo Gp stagionale ad Abu Dhabi, quando è stato ufficializzato che Verstappen avrebbe dovuto partecipare in Ruanda nel pomeriggio di Venerdì 13 Dicembre (e più precisamente poche ore prima del Gala FIA che lo avrebbe premiato per la conquista del quarto titolo mondiale) alla presentazione di una cross car realizzata dagli studenti di ingegneria del Politecnico di Kigali partendo dalle linee guida della Federazione. Dopo che già nella giornata di giovedì il mezzo era stato svelato alla Presenza del Presidente della Repubblica ruandese Paul Kagame e del Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, Venerdì 13 Dicembre è stata la volta della Presentazione ufficiale, avvenuta dinanzi alla comunità locale e alla presenza di Max Verstappen (arrivato assieme al Presidente Ben Sulayem), che ha potuto addirittura provare la cross car, divertendosi non poco.

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Quella che sulla carta doveva essere una punizione per Verstappen si è rivelato essere invece un momento speciale per l’intera comunità ruandese così come per i giovani studenti d’ingegneria del Politecnico, che per un pomeriggio hanno avuto la possibilità di poter incontrare il campione olandese, il quale nel rivolgersi agli studenti e nel ringraziarli per l’incontro, non ha nascosto come quella di venerdì fosse la prima volta in Ruanda, paese che sta imparando a conoscere, soffermandosi poi sul fatto che in tutto il mondo ogni cosa sta diventando sempre più costosa, motivo per il quale più si riesce a costruire il motorsport nel proprio paese, più lo si rende accessibile ai bambini. Verstappen ritiene sia fantastico avere questa possibilità, e spera che eventi come questo possano stimolare i bambini presenti a diventare un giorno piloti o ingegneri, sottolineando non solo l’enorme potenziale presente, ma il fatto che tutto sia possibile, e che alla fine non è importante da quale parte del mondo una persona possa provenire, concludendo di essere entusiasta di vedere (se tutto andrà bene) che tra cinque o dieci anni ci saranno più persone che potranno in qualche modo avvicinarsi agli sport motoristici.

Chi ha sottolineato la buona riuscita dell’iniziativa è stato senza ombra di dubbio il Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, che ha sottolineato come Verstappen sia stato in grado di onorare la sua promessa, essendo presente con le ragazze e i ragazzi che avevano costruito la cross car, e sottolineando come anche centinaia di ragazzine fossero salite per la prima volta sulla cross car. Questo secondo Ben Sulayem è il servizio alla comunità che ogni singolo pilota o campione deve essere in grado di garantire, aggiungendo che se vogliamo crescere e parlare di diversità, questa è la vera diversità che deve essere garantita. Se è vero che in macchina Verstappen non ha spinto molto al limite, è anche vero secondo il Presidente FIA che in quel frangente non era quello che contava, quanto il fatto che le persone (e in particolare ragazze e ragazzi) siano accorsi lì per vedere oltre alla macchina anche e sopratutto il pilota (che da sempre Ben Sulayem sostiene deve rappresentare un esempio per la comunità), concludendo che in futuro il rendere un servizio alla comunità come in questo caso non dovrà più essere visto come una penalità ma come un gesto da parte del pilota, aggiungendo che in futuro sarà sua intenzione inserirlo nel contratto che la Federazione rilascia una volta ottenuta la Superlicenza.

Una giornata, speciale, dunque: non solo per Verstappen, ma anche e sopratutto per i giovani ruandesi, che per un pomeriggio hanno potuto incontrare dal vivo uno dei loro idoli che normalmente ammirano in televisione e che in quel momento era lì accanto a loro, esattamente come uno di loro. Potenza dell’amore delle corse. O meglio, dell’amore per il motorsport.

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