Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
Max Verstappen (Red Bull) si aggiudica il Gp del Qatar davanti a Leclerc e a Piastri. Norris decimo e penalizzato con uno stop&go di 10 secondi per non aver rallentato in regime di doppia bandiera gialla. Titolo costruttori: Ferrari riduce a 21 punti il distacco dalla McLaren
Una vittoria inaspettata, ma al contempo conquistata con pieno merito. Alzi la mano chi al termine della Sprint avrebbe minimamente immaginato una possibile vittoria del Gp del Qatar ad opera di Max Verstappen dopo che il campione olandese aveva chiuso in ottava posizione e impossibilitato ad attaccare la Haas di Nico Hulkenberg. Alla fine, però, a trionfare nel Gp domenicale sul circuito di Lusail è proprio Max Verstappen, autore di una gara davvero eccellente che conferma il feeling della Red Bull con la pista qatariota dopo una prima parte di weekend tutt’altro che positiva.
Se dovessimo trovare il momento che di fatto ha deciso il weekend consentendo al team austriaco di ritrovare la giusta competitività non possiamo non pensare alla Sprint di Sergio Perez (protagonista di una partenza dalla pitlane forse troppo rallentata e che ha favorito il sorpasso ad opera della Williams di Franco Colapinto) ma sulla cui monoposto era stato fatto un importante cambio d’assetto (da qui il motivo della partenza dalla pitlane) in un momento del weekend che vedeva la Red Bull in evidente difficoltà sul fronte bilanciamento. Proprio i dati raccolti dal messicano (aldilà del risultato finale) ha spinto il team austriaco ad adottare lo stesso assetto anche sulla monoposto di Max Verstappen per qualifiche e gara, andando così a ritrovare bilanciamento e prestazioni.
Se in qualifica il campione olandese era stato in grado di conquistare la pole position (salvo poi venir penalizzato dalla Direzione Gara con una posizione in griglia per aver ostacolato in occasione del giro di riscaldamento dell’ultimo run in Q3 la Mercedes di George Russell), in gara Verstappen è stato a dir poco impeccabile, riuscendo a superare subito al via Russell andando così a prendere la testa della gara, che non avrebbe più perso di fatto fino alla bandiera a scacchi, riuscendo a resistere agli attacchi mai tanto convinti dell’amico rivale Lando Norris (con il distacco raramente inferiore al secondo) se non in occasione della prima ripartenza dopo Safety Car, e che alla fine è riuscito a tagliare vittoriosamente il traguardo con 6”031 su Leclerc. C’è un solo dubbio che resta, ma al quale di fatto non potremo mai dare una risposta: qualora Norris avesse rispettato il regime di doppia bandiera gialla e non fosse stato penalizzato, Verstappen sarebbe riuscito a difendere la prima posizione dalla McLaren del giovane pilota inglese, apparso particolarmente in forma nel finale di gara con gomma dura?
Fatta questa considerazione, non c’è dubbio che la vittoria di Verstappen consenta alla Red Bull di guardare con più serenità al finale di stagione, alla luce della competitività ritrovata con gli aggiornamenti portati ad Austin dopo le difficoltà patite nella fase centrale di campionato. E forse non è un caso che nella consueta intervista rilasciata a caldo al termine della gara, Verstappen abbia sottolineato ai microfoni di David Coulthard come era da un po' che la macchina non era così competitiva in condizioni di asciutto, così come di essere fiero del team per il fatto di essere riuscito ad impartire una svolta in un solo giorno, e auspicando di essere nuovamente competitivo nell’ultima gara di campionato ad Abu Dhabi.
Proprio il Gp del Qatar ci ha dimostrato una volta di più non solo il talento ma anche l’incredibile lucidità nelle fasi di gara di Verstappen, abile nel rendersi conto nella fase di regime di doppia bandiera gialla che alle sue spalle l’amico-rivale Norris (McLaren) non l’aveva rispettata, segnalando l’episodio via radio e decretandone di fatto la penalità (dura ma corretta, tenuto conto dei precedenti).
Come abbiamo detto all’inizio, nella vittoria di Verstappen è stato fondamentale il contributo di Sergio Perez, che ha sacrificato la gara Sprint per consentire alla squadra di testare la modifica di assetto (rivelatasi poi corretta) che ha consentito al campione olandese di aggiudicarsi per la seconda volta consecutiva il Gp di Qatar. Una gara, però, alla fine risultata negativa per Perez, con il pilota messicano (risalito dal nono fino al quinto posto) costretto al ritiro nel corso del 39°giro (mentre la Safety Car stava per rientrare ai box consentendo la ripartenza della gara dopo esser stata costretta a scendere in pista per consentire ai commissari di pista di ripulire la pista dai frammenti dello specchietto della Williams di Albon, frantumato dal passaggio della Sauber di Bottas) per un testacoda originato da un eccesso di potenza del motore, che Checo non è stato più in grado di controllare, mettendo così fine alla sua gara.
LAP 41 / 57
— Formula 1 (@F1) December 1, 2024
PEREZ OUT!
The Red Bull spins off before the restart and loses drive, and it's game over. #F1 #QatarGP pic.twitter.com/yBO0NMStcD
A raccontare cosa è successo è stato lo stesso Perez, che ha spiegato come l’eccesso di potenza del motore verificatosi nel corso del 39°giro mentre accelerava in uscita di curva 12 lo abbia portato con gomme dure fredde a perdere la monoposto e a finire fuori pista, auspicando di poter tornare in carreggiata nell’ultima gara di campionato ad Abu Dhabi.
Condividi
Link copiato