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Il pilota spagnolo conquista la sua sesta pole in carriera (la prima stagionale) precedendo i due sfidanti per il titolo mondiale. Quarto Leclerc (apparso un po' in difficoltà sul giro secco) davanti alle Mercedes di Russell e di Hamilton. Eliminati in Q1 Piastri e Perez
Una pole position a dir poco inaspettata. Se la FP3 svoltasi poche ore prima aveva evidenziato un deciso dominio da parte delle McLaren (destinate ad acquisire l’intera prima fila, con Piastri davanti a Norris di soli 59 millesimi), le qualifiche del Gp di Città del Messico (ventesima prova del Mondiale 2024 di Formula 1) ci hanno regalato tutt’altro esito, con Carlos Sainz Jr abile a conquistare al volante della Ferrari la sua sesta pole in carriera (la prima stagionale) davanti alla Red Bull di Max Verstappen e alla McLaren di Lando Norris, in una sessione che ha visto Charles Leclerc chiudere in quarta posizione davanti alle Mercedes di George Russell e di Lewis Hamilton, mentre per quanto riguarda Red Bull e McLaren sia Perez che Piastri (come vedremo in seguito) sono stati addirittura eliminati nel corso del Q1.
Soffermandoci però sulla pole position di Sainz, bisogna dire che fin dalla prima sessione di prove libere il pilota spagnolo aveva dimostrato di essere davvero in forma sul circuito intitolato ai fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez, potendo contare su una SF-24 apparsa molto performante sopratutto nelle curve a medio-bassa velocità, e in particolare nel primo e nel terzo settore, andando però a soffrire un po' nello snake presente nel secondo settore. Su una pista dove per via dell’altitudine (aldilà del lungo rettilineo che dal traguardo porta alla prima curva) è fondamentale avere un assetto in grado di generare il maggior carico aerodinamico possibile, la Ferrari sceglie un assetto morbido per quanto riguarda le sospensioni, che se da una parte la porta a soffrire di più maggiormente come detto nel secondo settore, dall’altra però le consente anche per via di una maggiore altezza da terra di poter ottimizzare la sua prestazione non solo nelle curve più lente (vedi l’ingresso nello stadio nel terzo settore) potendo sfruttare al meglio i cordoli, ma anche di andare piuttosto forte nel primo settore (e in particolare nel lungo rettilineo). Dove però è Sainz a fare la differenza (anche rispetto al compagno di squadra Leclerc) è senza ombra di dubbio l'ingresso dell'ultima curva, con il pilota spagnolo che riesce a trovare una traiettoria più interna, che gli consente di risparmiare più metri possibili prima di tagliare il traguardo.
Per quanto riguarda i run effettuati in Q3, se già con il primo (in cui ha usufruito della scia della Haas di Nico Hulkenberg) Sainz avrebbe potuto contare di fatto sulla certezza della pole position, nel secondo e ultimo run Carlos è stato impeccabile nell’ottimizzare la percorrenza delle curve, riuscendo così a ottenere una pole (1’15”946) che migliora di ben 1”220 quella ottenuta lo scorso anno dal compagno di squadra Leclerc (1’17”166 nel 2023).
Intervistato al termine delle qualifiche, Sainz non ha nascosto la soddisfazione di aver effettuato due giri perfetti, sufficienti per acquisire la pole position, sottolineando il passo avanti compiuto dalla Ferrari ad Austin e aggiungendo che a questo punto l’obiettivo è quello di completare l’opera in gara cercando di portare entrambe le macchine davanti, auspicando di poter restare davanti e di passare incolumi in curva 1.
Restando in casa Ferrari, se Sainz conquista una inaspettata ma meritata pole position, un po' più in difficoltà sul giro secco è apparso il compagno di squadra Charles Leclerc (qualificatosi in quarta posizione, staccato di 319 millesimi da Sainz), che probabilmente ha finito con il pagare il fatto di non aver corso in FP1 (con la sua monoposto portata in pista da Oliver Bearman, alla luce della normativa regolamentare che prevede l’obbligatorietà per le squadre di schierare dei giovani piloti in due FP1 stagionali) e che è stato autore in Q3 nel run decisivo di alcune sbavature, alla fine costategli quasi sicuramente almeno la prima fila. Intervistato al termine delle qualifiche da Mara Sangiorgio (Sky), Leclerc ha ammesso che in questa fase della stagione Sainz sta andando più veloce di lui, e che da parte sua non ha fatto un buon lavoro, pagando il fatto non solo di aver corso in FP1, ma anche di aver iniziato in ritardo la FP2 non nascondendo al momento di non trovarsi minimamente a suo agio con la macchina.
Quello che può in parte rassicurare Leclerc è il fatto di esser stato il più veloce sul passo gara, così come l’assetto della sua monoposto (pensato più in vista della gara domenicale), ma ciò non può giustificare i tre decimi accusati nei confronti di Sainz, aggiungendo di credere ancora alla vittoria del Gp, fermo restando ovviamente che partendo quarto è più difficile rispetto a una partenza dalla pole position.
Al fianco di Carlos Sainz Jr in prima fila troviamo a sorpresa in seconda posizione la Red Bull di Max Verstappen (1’16”171). Se alla vigilia del weekend di gara il team austriaco e il campione olandese venivano indubbiamente dati come possibili favoriti alla luce delle caratteristiche della power unit Honda (che a differenza dei motori rivali presenta una turbina più grande associata a un ottimo ERS che gli consente di non risentire minimamente delle problematiche legate all’aria rarefatta e generate dalla minore capacità di raffreddamento del motore), nella realtà dei fatti però nella giornata di venerdì Verstappen ha potuto effettuare solamente pochissimi giri (18 tra FP1 e FP2) a causa di un problema alla sua power unit, motivo per il quale si è presentato in FP3 con tutto il lavoro arretrato da fare per quanto riguarda le simulazioni di giro secco e passo gara, chiudendo al quarto posto. In qualifica sin dal Q1 Verstappen ha dato la sensazione di poter lottare agevolmente per il secondo posto alle spalle della McLaren di Norris, ma nel corso del Q3 un taglio forse troppo eccessivo di curva 2 ha spinto la Direzione Gara a cancellargli il tempo conseguito nel corso del primo run. Verstappen non si è perso d’animo, e così nel corso del secondo e ultimo run è riuscito a far registrare il tempo di 1’16”171, che gli vale la prima fila (e più precisamente il secondo posto in griglia al fianco di Sainz).
Intervistato al termine delle qualifiche Verstappen non ha nascosto il fatto di aver avuto parecchia pressione dopo il giro cancellatogli nel primo run (dovuta presumibilmente al fatto di aver fatto pochissimi giri nel corso delle due sessioni di prove libere del venerdì), sottolineando una profonda soddisfazione per la prima fila, a suo giudizio inaspettata, e ribadendo come quello di Città del Messico sia un circuito complicato a livello di carico, in quanto non solo non è facile scivolare, ma anche perché le gomme tendono a surriscaldarsi.
Una prestazione, quella di Verstappen, figlia del grande talento del campione olandese piuttosto che dell’effettivo potenziale della RB20 (che evidenza in condizioni di massimo carico aerodinamico una grave mancanza di aderenza sia all’anteriore che al posteriore), come ben si può evincere dall’ennesima prestazione deludente del compagno di squadra Sergio Perez, eliminato in Q1 addirittura con il diciottesimo tempo, e costretto a una gara di rimonta che rischia di avere delle pesanti conseguenze anche per quanto riguarda la Classifica Costruttori.
Intervistato al termine delle qualifiche, il pilota messicano non ha nascosto il dispiacere per la deludente qualifica nella gara di casa, ma ha al contempo messo sotto accusa i freni della sua Red Bull, affermando che ogni volta che prova a frenare o ad attaccare il punto di corda nell’affrontare una determinata curva mette troppa energia attraverso le gomme, facendo molta fatica a far fermare la macchina. In ottica gara Checo ha dichiarato che proverà a vedere con la squadra cosa si può fare per risalire la china, ma al contempo non nasconde che sarà un percorso piuttosto impegnativo poter rientrare in zona punti.
Qualifica in chiaroscuro anche in casa McLaren (che ha visto nella giornata di venerdì la bocciatura ad opera della Federazione della richiesta del diritto di revisione della penalità inflitta a Lando Norris dagli Stewards nella precedente gara di campionato ad Austin) : se Norris (sopra raffigurato in occasione della FP3) pur disponendo del nuovo fondo) non riesce a fare meglio del terzo posto, decisamente peggio è andata a Oscar Piastri, eliminato in Q1 addirittura con il diciassettesimo tempo, seppur facendo leggermente meglio di Perez.
Andando ad analizzare nella fattispecie il giro di Norris, la MCL38 si conferma particolarmente prestazionale sopratutto nello snake del secondo settore, dove riesce addirittura ad essere più performante della Red Bull di Max Verstappen. Dove, invece, il pilota McLaren è sembrato andare un po' troppo oltre è stato in curva 9, dove commette quell’errore che alla fine presumibilmente lo ha privato almeno della prima fila.
Intervistato al termine delle qualifiche, Norris ha dichiarato di essere soddisfatto dall’esito delle qualifiche, sostenendo che il fatto di essere arrivati rapidamente al limite della macchina probabilmente li ha fatti sembrare essere più forti di quello che realmente erano, sostenendo che negli ultimi due run del Q3 ha un po' faticato, e che alla fine era contento del terzo posto. Per quanto riguarda il passo gara, Norris non ha un’idea di ben precisa sul loro livello, in quanto nel corso delle prove libere non sono state fatte delle vere e proprie simulazioni (per via del test Pirelli in FP2 n.d.r), ma spera comunque di poter fare una buona prestazione.
Detto questo, però, alla luce della caratteristiche del circuito intitolato ai fratelli Rodriguez che prevede al via un rettilineo di 948 metri dopo il quale si trova la prima curva, è chiaro che proprio Norris in fase di partenza potrebbe avere un’occasione davvero unica per affiancarsi sia a Sainz che a Verstappen lungo il rettilineo per poi tentare eventualmente un attacco all’altezza della prima curva.
Una possibilità che invece non avrà Oscar Piastri (eliminato come già detto in Q1 con il diciassettesimo tempo, e chiamato a una gara di rimonta), che ha così commentato sul sito ufficiale McLaren il suo risultato. "Un pomeriggio doloroso e deludente. Il mio primo giro con la Soft sembrava buono e sarebbe stato sufficiente per passare alla Q2, finché non ho perso un sacco di tempo passando sul cordolo e il giro è stato cancellato di conseguenza. Poi non avevo abbastanza grip nel secondo giro di spinta per riuscire a mettere insieme il tutto.
Siamo in una posizione di partenza simile a quella di Lando in questo evento l'anno scorso, e lui ha comunque fatto una buona gara, quindi cercheremo di spingere in avanti e recuperare più posizioni possibile. La macchina è in una buona posizione, quindi punteremo ai punti domani."
In quinta e sesta posizione troviamo le Mercedes, con George Russell (sopra raffigurato) davanti a Lewis Hamilton. Se nella FP1 Russell era risultato essere il più veloce in pista (nonostante per mancanza di pezzi di ricambio non disponga del fondo introdotto ad Austin, ma della specifica precedente risalente addirittura al Gp del Canada), già nel corso della FP2 il giovane pilota inglese era stato protagonista di un incidente nella parte centrale dello snake tra curva 8 e 9, costringendo i suoi meccanici a rompere il secondo coprifuoco stagionale per sostituire interamente il telaio. In qualifica poi la Mercedes non è mai sembrata seriamente in grado di poter competere per la pole position: non tanto per un errato bilanciamento della W15, quanto per una sostanziale mancanza di carico aerodinamico, che finisce con il penalizzare la monoposto sopratutto per quanto riguarda il grip generato sul posteriore.
Non è quindi un caso se sia Russell che Hamilton siano convinti del fatto di non avere domenica in gara il passo necessario per poter sfidare i quattro piloti che partiranno davanti a loro (Sainz, Verstappen, Norris e Leclerc). Se Russell nel ringraziare la squadra per tutto il lavoro fatto nella notte tra venerdì e sabato per consentirgli di poter scendere in pista per il proseguo del weekend ha dichiarato che la quinta posizione in griglia era il massimo che si potesse sperare alla luce della velocità dei quattro piloti davanti, ammettendo in ottica gara di non avere forse il loro passo, ma auspicando che la corsa possa venire a loro favore nel caso (plausibile) in cui i piloti davanti dovessero scontrarsi molto, Hamilton ha sottolineato come in FP3 la macchina si fosse comportata molto bene, ma che in qualifica (forse anche per alcune piccole modifiche all’assetto effettuate al termine dell’ultima sessione di prove libere con l’obiettivo di trovare un po' più di velocità) non è riuscito a provare le stesse sensazioni, ammettendo che in ottica gara sarà difficile sfidare i piloti davanti, ma assicurando al contempo che proverà a sfruttare ogni occasione gli si possa presentare. A cominciare dal lungo rettilineo che porta alla prima curva, dove provare a guadagnare qualche posizione potrebbe rappresentare una possibile chiave di volta per il team guidato da Toto Wolff.
Alle spalle della Mercedes troviamo in settima e decima posizione le Haas di Kevin Magnussen e del sopra raffigurato Nico Hulkenberg, che confermano il passo avanti già visto nella precedente gara di campionato a Austin. Positivo anche l’ottavo posto di Pierre Gasly, che a sorpresa è riuscito a portare l’Alpine addirittura in Q3 dopo aver faticato non poco nelle prove libere (come d’altra parte dimostra anche il diciannovesimo tempo del compagno di squadra Esteban Ocon).
Prova d’orgoglio anche in casa Williams per Alexander Albon, che sembra aver superato le difficoltà delle ultime gare qualificandosi in Q3 con il nono tempo, al termine di una qualifica che ha visto il suo compagno di squadra Franco Colapinto eliminato in Q1 con il sedicesimo tempo.
The moment Yuki crashed out of qualifying #F1 #MexicoGP pic.twitter.com/Se0GM5u9jz
— Formula 1 (@F1) October 27, 2024
Fuori dalla top 10 a sorpresa le Racing Bulls (con Yuki Tsunoda undicesimo davanti a Liam Lawson dodicesimo), che molto bene si erano comportate nel corso delle prove libere: se Tsunoda a pochi secondi dalla conclusione del Q2 ha mancato il punto di corda di curva 12, andando ad impattare contro le barriere, proprio questo incidente ha impedito al compagno di squadra Lawson (che aveva già migliorato il primo settore di ben due decimi) di migliorare la propria performance, con un accesso al Q3 che sembrava chiaramente alla sua portata.
In evidente difficoltà, infine, le due Aston Martin, con Fernando Alonso (al suo 400°Gp in carriera) tredicesimo davanti al compagno di squadra Lance Stroll quattordicesimo.
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