Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Dossier: Ben Sulayem e la crociata contro le parolacce in F1© Getty Images

Dossier: Ben Sulayem e la crociata contro le parolacce in F1

La battaglia contro l’uso delle parolacce nei team radio (e nelle Press Conference) voluta dal Presidente FIA Ben Sulayem non solo ha portato alla penalità di Verstappen a Singapore (lavori di pubblico interesse), ma ha diviso il paddock tra favorevoli e contrari

Una battaglia volta ad eliminare l’utilizzo delle parolacce nei team radio (e nelle Press Conference ufficiali), ma che rischia di diventare l’ennesimo bavaglio nei confronti dei piloti da parte di una Federazione capace di mostrare i muscoli quando affronta argomenti secondari, salvo poi mostrarsi impreparata dinanzi ad argomenti molto più tecnicamente significativi (vedi il caso della flessibilità delle ali McLaren). Non c’è pace per il Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, finito nuovamente sotto la luce dei riflettori dopo l’intervista rilasciata alla vigilia del Gp di Singapore alla testata britannica Autosport in cui aveva annunciato un vero e proprio irrigidimento da parte della Federazione nei confronti del linguaggio pronunciato via radio dai piloti di Formula 1 nel corso dei vari team radio, e che ha portato all’immediata sanzione nei confronti del tre volte campione del mondo Max Verstappen (lavori di pubblico interesse) dopo aver pronunciato un'espressione un pò colorita nei confronti della sua monoposto a mò di esempio nel corso della Press Conference del giovedì, e a una multa di 30.000 Euro nei confronti del pilota francese Sebastien Ogier per quanto concerne il mondo dei rally.

Soffermandoci sulla Formula 1, dopo esser stato punito della Federazione Verstappen (che proprio nella Press Conference del giovedì oggetto di contestazione aveva provato ad offrire una soluzione al problema delle parolacce proponendo a Liberty Media di censurare i team radio oppure di non trasmetterli, qualora avessero contenuto al loro interno un linguaggio irrispettoso o volgare) è intervenuto alle successive Press Conference rispondendo solo a monosillabi invitando poi i giornalisti a delle apposite conferenze stampa tenute all’esterno della sala stampa FIA (al termine delle qualifiche del Gp di Singapore) o nel motorhome Red Bull (al termine del Gp). Non c’è dubbio che proprio la penalità inflitta al campione olandese ha portato il paddock a dividersi in due, tra chi ritiene che la Federazione (e il Presidente Ben Sulayem) faccia bene a portare avanti la sua battaglia vista l’importanza e l’esempio che i piloti rappresentano per i giovani, e chi invece ritiene che i piloti rischiando la vita all’interno delle loro monoposto debbano sentirsi liberi di poter esprimere le loro emozioni anche a costo di dire qualche parolaccia nei momenti per loro più complicati non essendo dei robot, e che dovrebbe essere Liberty Media (occupandosi della trasmissione televisiva dei Gp) a non trasmettere o a censurare (trasmettendoli con una leggera differita) eventuali team radio contenenti delle parolacce.

Le dichiarazioni di Ben Sulayem ad Autosport e le reazioni dei piloti

La crociata contro le parolacce (o, per dirla all’inglese, no swearing) nei team radio instaurata dalla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) prende il via ufficialmente Giovedì 19 Settembre, quando sul sito della testata britannica Autosport esce un’intervista di Erwin Jaeggi al Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, il quale tra i vari argomenti interviene sull’eccessivo uso delle parolacce nei team radio. “Dobbiamo fare una distinzione tra il nostro sport, il motorsport, e la musica rap. Non siamo rapper, sai. Quante volte dicono parolacce al minuto? Noi non siamo così. Loro sono loro, e noi siamo [noi]. Ero un pilota, so cosa si prova nella foga del momento, quando pensi di essere arrabbiato perché un altro pilota ti è venuto incontro e ti ha spinto… Quando guidavo nella polvere [e succedeva qualcosa del genere], mi arrabbiavo. Ma dobbiamo anche stare attenti alla nostra condotta. Dobbiamo essere persone responsabili. E ora con la tecnologia, tutto va in diretta e tutto verrà registrato. Alla fine della giornata, dobbiamo studiare per minimizzare ciò che viene detto pubblicamente.
Immagina di essere seduto con i tuoi figli e di guardare la gara e poi qualcuno dice tutto questo linguaggio scurrile. Voglio dire, cosa direbbero i tuoi figli o nipoti? Cosa insegneresti loro se fosse il tuo sport?”

Alla domanda se la FIA potesse richiedere alla FOM di limitare in televisione la trasmissione di team radio contenenti delle parolacce, Ben Sulayem risponde che la Federazione lo sta già facendo, ammettendo che è stata la stessa Federazione ad aver provato la scelta di trasmettere in diretta più team radio nel corso del Gp, ribadendo però al contempo che “abbiamo delle regole, e le regole sono lì per il bene dello sport e le regole sono lì per essere controllate e anche rispettate”.

L’intervista rilasciata dal Presidente FIA ad Autosport diventa l’occasione per chiedere ai vari piloti cosa ne pensino in merito all’argomento. Se Lewis Hamilton in un’intervista rilasciata sempre ad Autosport dichiara di essere favorevole a una riduzione delle parolacce nei team radio ma di non aver per nulla gradito l’accostamento dei piloti di Formula 1 ai rappers fatto dal Presidente FIA Ben Sulayem, in quanto a suo parere si tratta di un paragone stereotipato con elementi razziali, decisamente contrari si mostrano sia Max Verstappen che Lando Norris.

Se il tre volte campione del mondo olandese nel prendere atto che sia in F1 che nella vita in generale le persone siano maggiormente sensibili al tema delle parolacce suggerisce di smettere di trasmettere i team radio in modo da non dare la possibilità alle persone di sentire le eventuali parolacce pronunciate da un pilota, o al limite di trasmettere in ritardo i team radio, in modo tale da poter eventualmente censurare eventuali parolacce, Norris nell’appoggiare la proposta di Verstappen non nasconde però che la mancata trasmissione di team radio contenenti parolacce ad opera dei piloti farebbe perdere alla Formula 1 la “crudezza dei piloti, e dei loro pensieri e sensazioni”.

1 di 6

Avanti

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi