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Daniel Ricciardo e l’addio alla Formula 1© Getty Images

Daniel Ricciardo e l’addio alla Formula 1

Con un comunicato ufficiale la Racing Bulls ha ufficializzato l’avvicendamento a partire dal Gp degli Usa tra Ricciardo (che ha salutato i suoi tifosi con un messaggio sui social) e il 22enne pilota neozelandese Liam Lawson

28 settembre

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La carriera di Ricciardo in Formula 1

Con l’appiedamento ad opera della Racing Bulls e la volontà da parte di Ricciardo di non tornare ad essere terzo pilota Red Bull, è chiaro come quello del pilota australiano (salvo clamorosi colpi di scena) sia considerarsi come un vero e proprio addio alla Formula 1. Una carriera, quella di Ricciardo, che può essere suddivisa in due fasi: una prima fase che lo vede arrivare ad essere pilota titolare Red Bull, e poi una seconda fase (discendente) seguita alla sua decisione di lasciare il team austriaco per non essere la seconda guida alle spalle di Verstappen e culminata in prestazioni non sempre convincenti in Renault, McLaren e infine AlphaTauri/Racing Bulls, dopo che per alcuni mesi era tornato ad essere terzo pilota Red Bull con l’obiettivo di rilanciare la propria carriera in Formula 1, dando anche la sensazione di essere in decisa ripresa, al punto da figurare anche bene nei test effettuati nel Luglio 2023 a Silverstone.

Una carriera, quella di Ricciardo in Formula 1, legata nella sua prima fase sopratutto al marchio Red Bull, con la squadra austriaca che fin da subito crede in questo ragazzo australiano di origini italiane al punto da volerlo come terzo pilota sia del team ufficiale che dello junior team Toro Rosso per la stagione 2010 (risultando anche il più veloce nelle sessioni di test riservati ai giovani piloti successivi all’ultima gara di campionato ad Abu Dhabi) e per la prima parte della stagione 2011.

©@F1

In occasione del Gp di Gran Bretagna a Silverstone Ricciardo fa il suo esordio come pilota titolare nella massima serie motoristica prendendo il posto in HRT del pilota indiano Narain Karthikeyan sostanzialmente fino al termine della stagione, ad eccezione del Gp d’India, dove sostituirà eccezionalmente Vitantonio Liuzzi per consentire a Karthikeyan di poter effettuare la sua gara di casa.

Rientrato in Red Bull al termine del prestito alla HRT, nel biennio 2012-2013 Ricciardo approda come pilota titolare nello junior team Toro Rosso al fianco di Jean Eric Vergne, andando in diverse occasioni a punti e ottenendo come miglior risultato due settimi posti in Cina e a Monza nel 2013.

©Getty Images

Alla luce dell’addio di Mark Webber al termine della stagione, il 2 Settembre 2013 è Helmut Marko tramite l’emittente del gruppo Servus TV ad ufficializzare che sarebbe stato proprio Daniel Ricciardo ad affiancare in Red Bull il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel. In una stagione (quella 2014) in cui emergeranno i limiti della power unit Renault dinanzi allo strapotere del motore Mercedes, ad emergere è a sorpresa la stella del pilota australiano: se al debutto in Australia la sua monoposto verrà squalificata dopo aver chiuso la gara al secondo posto per aver superato in maniera significativa il limite al flusso di carburante fissato in 100 kg/ora, nelle gare successive riuscirà ad emergere nettamente rispetto al quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, conquistando ben tre vittorie in Canada, Ungheria e Belgio, e andando a chiudere addirittura al terzo posto della Classifica Piloti, alle spalle del duo Mercedes Lewis Hamilton e Nico Rosberg.

Il 2015 sarà un’annata un po' meno positiva per Daniel (nonostante sia divenuto prima guida in Red Bull per via dell’addio di Sebastian Vettel, approdato in Ferrari e sostituito nel team austriaco da Daniil Kvyat) alla luce della minore prestazione ed affidabilità del motore Renault, con il pilota italo-australiano che non a caso otterrà come migliori risultati un secondo posto a Singapore (a sandwich tra le Ferrari di Sebastian Vettel e di Kimi Raikkonen) e un terzo posto in Ungheria (alle spalle della Ferrari di Vettel e del compagno di squadra Kvyat).

Decisamente più soddisfacente sarà il 2016, che vedrà però all’interno della squadra a partire dal Gp di Spagna l’arrivo del giovane e talentuoso Max Verstappen (capace di vincere al debutto con il team austriaco): quell’anno Daniel otterrà come migliori risultati ben quattro secondi posti a Monaco (celeberrimo il duello per la vittoria con la Mercedes di Lewis Hamilton), in Germania, Belgio e a Singapore, e addirittura la vittoria in occasione del Gp di Malesia, chiudendo la stagione al terzo posto della Classifica Piloti, alle spalle del duo Mercedes Rosberg-Hamilton.

Nel 2017 in una stagione che continua ad essere caratterizzata da alcune defaillance della power unit Renault (decisive nella perdita del quarto posto in Classifica Piloti a beneficio del ferrarista Raikkonen) Ricciardo riuscirà per 32 punti a precedere in classifica Max Verstappen (200 vs 168): come migliori risultati in quell’annata registriamo una vittoria in Azerbaijan, un secondo posto a Singapore (in una gara contrassegnata al via dall’incidente che vede coinvolte le Ferrari di Vettel e Raikkonen e il compagno di squadra Verstappen), e ben sette terzi posti in Spagna, Monaco, Canada, Austria, Belgio, Malesia e Giappone.

Il 2018 in una squadra che sta diventando sempre più Verstappencentrica Daniel ottiene ben due vittorie nelle prime sei gare di campionato in Cina e a Monaco, ma dentro di lui cresce sempre di più la volontà di lasciare la squadra, non sentendosi più compreso. A maggior ragione dopo l’incidente in Azerbaijan che lo vede tamponare in rettilineo la monoposto gemella del compagno di squadra Verstappen andando a decretare il ritiro di entrambi. Se il patron della squadra Dieter Mateschitz subito dopo la vittoria del Gp di Monaco non esita a proporre a Daniel il rinnovo immediato per la stagione successiva, Ricciardo non sembra convintissimo, consapevole del fatto che Helmut Marko è chiaramente schierato a favore di Verstappen, con il Team Principal Chris Horner chiamato a tenere insieme la squadra. Arriviamo così alla pausa estiva con il pilota australiano che decide di accettare la corte della Renault, firmando un contratto biennale che lo vedrà guidare per il team francese per le stagioni 2019 e 2020.

La seconda metà della stagione vedrà quindi Ricciardo correre come separato in casa all’interno del team Red Bull. Emblematica in tal senso la qualifica del Gp del Messico, dove la pole del pilota australiano verrà quasi vissuta come un fastidio ad opera sopratutto di Helmut Marko, in quanto non ha consentito a Verstappen (qualificatosi secondo) di poter a sua volta conquistare la pole. Ricciardo chiuderà il 2018 al sesto posto della Classifica Pilota, ottenendo come migliori risultati in quella seconda parte di campionato così delicata tre quarti posti in Giappone, Brasile e Abu Dhabi.

Proprio l’addio di Ricciardo alla Red Bull (motivato dalla volontà di ricominciare in un’altra squadra) coinciderà con l’inizio della fase calante del pilota australiano, che, salvo rari exploit, non riuscirà più a garantire quel rendimento che nelle annate precedenti aveva contraddistinto il suo percorso in Red Bull: riprova ne è il fatto che al debutto in Renault nel 2019 difficilmente Daniel entrerà in zona punti.

Un po' indubbiamente per i limiti della R.S.19, un po' perché il pilota sembra quasi essere in difficoltà nella comprensione della monoposto. Pur conquistando 17 punti in più del compagno di squadra Hulkenberg (chiudendo in Classifica Piloti al nono posto con 54 punti contro i 37 del pilota tedesco), il miglior risultato di Ricciardo sarà il quarto posto di Monza, mancando così dal 2013 l’appuntamento con il podio.

Inevitabile per Daniel guardarsi intorno in ottica 2021, e così dopo esser stato sondato dalla Ferrari per una eventuale sostituzione di Sebastian Vettel (salvo poi essere scartato a beneficio del pilota spagnolo Carlos Sainz Jr), alla fine la scelta cade sulla McLaren, che sigla con il pilota australiano un accordo triennale prima dell’avvio della stagione 2020 (posticipato a causa dell’esplosione della pandemia legata al COVID-19), con il team di Woking che è desideroso di affiancare al talentuoso Lando Norris un pilota di esperienza.

Nel frattempo, però, c’è da affrontare una stagione, che ancora una volta Ricciardo vive da separato in casa con il team Renault, ma che lo vede comunque emergere rispetto alla stagione precedente, al punto da chiudere al quinto posto della Classifica Piloti, ottenendo ben due terzi posti nel Gp dell’Eifel (disputato sul circuito tedesco del Nürburgring), e nel Gp dell’Emilia Romagna, disputato sul circuito di Imola dedicato ad Enzo e Dino Ferrari (che dopo quattordici anni torna ad ospitare una gara di Formula 1), e ben tre quarti posti in Gran Bretagna, Belgio e nel Gp di Toscana-Ferrari 1000.

Nel 2021 Ricciardo approda in McLaren: se nelle prime due gare di campionato otterrà un settimo posto in Bahrain e un sesto posto nel Gp del Made in Italy e dell’Emilia Romagna a Imola, con il proseguo della stagione il pilota australiano finirà con il soffrire il confronto con il più giovane compagno di squadra Norris, riuscendo comunque a riportare la McLaren al successo (cosa che non succedeva dal Gp del Brasile 2012 con Jenson Button) in occasione del Gp d’Italia, con Lando Norris secondo alle sue spalle. Un momento di ritrovata gloria per Ricciardo, il quale chiudere la stagione all’ottavo posto della Classifica Piloti. Chi sperava che il successo di Monza potesse aver riacceso in qualche modo il pilota australiano, è destinato a rimanere deluso: dopo quel lampo maestoso di luce, infatti, Daniel proseguirà nel trend sottotono che aveva fino a quel momento caratterizzato la stagione 2021, ribadendolo ancora di più nel 2022, in una stagione che vede la Formula 1 tornare ad adottare le wing car, e lo stesso Daniel ottenere come migliori risultati nella prima parte di campionato un sesto posto in Australia e un ottavo posto in Azerbaijan.

La McLaren (pur avendo un contratto molto oneroso da rispettare fino al termine della stagione 2023) comincia a guardarsi attorno, e vede nel talentuoso Oscar Piastri un giovane pilota di valore da affiancare all’altrettanto talentuoso Lando Norris: in occasione della pausa estiva, arriva così da una parte la decisione di Daniel Ricciardo di lasciare il team di Woking, dall’altra la decisione della McLaren di ingaggiare Piastri, sfruttando la clausola di rinnovo lasciata scadere dall’Alpine.

Chiusa all’undicesimo posto della Classifica Piloti una stagione che lo vedrà ottenere a Singapore il miglior risultato stagionale (quinto posto), Ricciardo decide di accettare l’offerta Red Bull e di tornare nel team austriaco come terzo pilota, con l’obiettivo in ottica 2025 di poter tornare titolare al fianco di Max Verstappen al posto di Sergio Perez. Nel frattempo, però, nello junior team AlphaTauri il nuovo pilota titolare Nyck De Vries (che ha preso il posto di Pierre Gasly, approdato in Alpine) non riesce ad offrire un rendimento adeguato in uno scenario che vede Yuki Tsunoda performare decisamente meglio di lui, aldilà dei limiti della monoposto. Alla luce anche dei buoni test effettuati da Ricciardo nel Luglio 2023 al volante della RB19 a Silverstone (dove effettua dei tempi di un paio di decimi vicini a quelli di Verstappen), la Red Bull decide di prestare al suo junior team il pilota australiano con l’obiettivo di risollevare la squadra, e al contempo per mettere a confronto lo stesso Daniel con Tsunoda, al fine di verificare chi possa essere un potenziale candidato in una eventuale sostituzione di Checo Perez.

Se alla fine il team austriaco opterà per la riconferma del pilota messicano facendogli firmare un contratto biennale valido fino al termine della stagione 2026, è altrettanto evidente però come nel confronto diretto sia Tsunoda a prevalere su Ricciardo, con il pilota australiano che tra il 2023 e il 2024 ha alternato delle buone performance come il settimo posto in Messico, il quarto posto nella Sprint di Miami, l’ottavo posto in Canada, il nono posto in Austria e il decimo posto in Belgio a prestazioni decisamente più sottotono, e alla fine è stata proprio questa discontinuità che ha portato Red Bull a non puntare su di lui per una eventuale sostituzione di Perez.

Nell’ufficializzare l’addio di Ricciardo, è stato lo stesso Helmut Marko nelle scorse ore a sottolineare come l’obiettivo della Red Bull attraverso il passaggio in AlphaTauri/Racing Bulls era proprio quello attraverso delle buone prestazioni in Racing Bulls di riportarlo nel team ufficiale al fianco di Verstappen, e che alla fine il giro più veloce ottenuto a Singapore rappresenta senza ombra di dubbio un buon addio, dimostrando il suo potenziale, il quale però si è rivelato essere discontinuo e comunque non al livello di quanto avrebbe richiesto la stessa Red Bull, aggiungendo che a suo parere in occasione del suo passaggio in Renault è come se Daniel avesse perso il suo istinto vincente, con lo stesso Marko che non riesce a capire il perché sia avvenuto ciò.

Una cosa, comunque è certa: con la sua uscita di scena il mondo della Formula 1 perde un pilota empatico, fortemente apprezzato non solo dai colleghi o dai team rivali, ma anche e sopratutto dagli appassionati, che nei giorni scorsi avevano sperato in un possibile ripensamento da parte della Red Bull, salvo poi venir definitivamente delusi. Ora ci sarà grande curiosità per capire quale potrà essere il futuro di Ricciardo nel motorsport (si parla di un’ipotesi Nascar, ma è da confermare): quel che è certo è che Honey Badger (questo il suo soprannome) continuerà giocoforza ad avere un posto speciale nel cuore degli appassionati, affascinati da quel pilota che sapeva sempre prender tutto con il sorriso. Un pilota del calibro di Daniel Ricciardo.

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