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Mercedes e i novant’anni delle Frecce d’Argento© @MercedesAMGF1

Mercedes e i novant’anni delle Frecce d’Argento

Il 3 Giugno 1934 la Mercedes-Benz W25 scende in pista per la prima volta con la livrea argentata, aggiudicandosi con Manfred von Brauchitsch l’ADAC Eifelrennen sul circuito del Nürburgring

3 giugno 2024

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Una livrea iconica. Quando pensiamo alla Mercedes non possiamo non associarla istintivamente alla livrea argentata, che nel corso degli anni ha regalato numerose soddisfazioni iridate al team tedesco: basti pensare in ambito Formula 1 al doppio titolo vinto nel biennio 1954-1955 con Juan Manuel Fangio al volante della Mercedes W196, o ai due titoli piloti vinti da Mika Hakkinen nel 1998 e nel 1999 al volante della McLaren motorizzata Mercedes (che non a caso presentava una livrea argentata in onore al partner tedesco). Il tutto senza ovviamente dimenticare il lungo ciclo di vittorie nell’era turbo-ibrida che ha visto la Mercedes (tornata come costruttore in Formula 1 nel 2010) conquistare il titolo piloti con Lewis Hamilton nel biennio 2014-2015 e dal 2017 al 2020, e con Nico Rosberg nel 2016, e ben otto titoli costruttori consecutivi dal 2014 al 2021, con il team tedesco che ha mantenuto inalterata fino al 2019 la sua storica livrea, salvo poi sostituirla nel biennio 2020-2021, nel 2023 e solo parzialmente quest’anno da una livrea nera, con cui Mercedes ha voluto appoggiare la battaglia contro il razzismo, portata avanti da Hamilton.

Una livrea leggendaria, quella argentata, che nel corso degli anni ha portato le monoposto Mercedes a venir soprannominate le Frecce d’argento, e che proprio in queste ore festeggia i suoi 90 anni, visto che la prima apparizione di una Mercedes argentata risale al 3 Giugno 1934, quando la Mercedes-Benz W25 guidata da Manfred von Brauchitsch si aggiudica l’ADAC Eifelrennen in programma sul circuito del Nürburgring, facendo registrare anche la velocità media record di 122.5 Km/h. Non è quindi un caso che il Museo Mercedes-Benz visitabile a Stoccarda abbia voluto nella Legend Room 7 intitolata “Frecce d’argento-Gare e record” rendere omaggio non solo alla storica W25 ma anche a tutte quelle auto da corsa che hanno regalato delle grandissime soddisfazioni al marchio tedesco.

Prima però di capire cosa portò la Mercedes ad assumere la livrea argentata arrivata al giorno d’oggi fino a noi, è doveroso fare una breve precisazione. Nei primi anni del 900 agli albori dell’automobilismo la livrea di una monoposto da corsa veniva determinata dal colore stabilito per il Paese in cui la macchina veniva fabbricata: se ad esempio le monoposto prodotte in Italia (vedi Alfa Romeo o Maserati) presentavano una livrea di colore rosso, ad esempio le monoposto inglesi (Aston Martin in primis) presentavano una livrea verde, le monoposto francesi presentavano una livrea azzurra,mentre le monoposto tedesche (Mercedes e Auto Union) presentavano una livrea di colore bianco.

Nel 1932 con l’avvento al potere del partito nazional-socialista si avverte sempre più la necessità da parte del governo tedesco di far sentire la propria superiorità anche in ambito sportivo; da qui la volontà di supportare le squadre a realizzare delle monoposto sempre più competitive, con l’obiettivo di affermare in tutto il mondo la superiorità tecnologica dell’automobilismo germanico. Aiuti di cui usufruiscono sia la Mercedes-Benz (nata nel 1926 dalla fusione della Daimler-Motoren Gesellschaft e della Benz & Cie, che portò all’adozione delle celebre stella a tre punte), sia l’Auto Union.
Dopo l’esordio nel Motorsport avvenuto con il Gp di Francia nel 1914, Mercedes sente il bisogno di tornare a partecipare in una competizione motoristica (dopo l’abbandono dovuto allo scoppio della Prima guerra mondiale), e così nel Marzo 1933 comincia a lavorare al progetto della sua nuova macchina da corsa, la W25, messa a punto dalla squadra guidata dal responsabile dell’ufficio progettazioni Hans Nibel (con la collaborazione del pilota ed ingegnere Max Sailer).

Siccome i regolamenti sportivi dell’epoca stabilivano che le vetture non potevano superare il peso di 750 Kg, viene realizzato un telaio leggero (in alluminio e in acciaio pressato con profilo ad U) su cui montare un motore 8 cilindri in linea da 3363 cm³ (dotato di canne in umido e formato da due blocchi quadricilindrici allineati, alimentato da due carburatori Mercedes-Benz), che dispone inoltre della sovralimentazione, attuata mediante un compressore volumetrico Roots, in grado di erogare in una prima fase una potenza di 302 CV.
Dando poi una guardata più da vicino alla monoposto non si può non notare da una parte la volontà da parte di Mercedes di fornire ai propri piloti una monoposto semplice da guidare e da gestire, dall’altra la sottigliezza del volante, così come la piccolezza del parabrezza e la presenza di fori sul telaio, sulla leva del cambio, e addirittura sui pedali dei freni: tutto porta a una chiara volontà di ridurre al massimo il peso della monoposto. Eppure, non tutto riuscì alla perfezione.

Se al debutto agonistico (fissato il 27 Maggio 1934 in occasione dell’Avusrennen) le Mercedes W25 affidate a Rudolf Caracciola, Manfred von Brauchitsch e a Luigi Fagioli) non riescono neanche a partire a causa di un problema alla pompa del carburante, alla vigilia dell’Eifelrennen in programma sul circuito del Nürburgring le Mercedes W25 risultano addirittura un chilo più pesanti rispetto ai 750 chilogrammi previsti dal Regolamento. Come risolvere questo problema? Dopo vari tentativi rivelatisi infruttuosi, si rivelerà decisiva l’intuizione del pilota ufficiale Manfred Von Brauchitsch, il quale inviterà la squadra a rimuovere la colorazione biancastra lasciando alla luce del sole l'alluminio con cui venivano costruite all'epoca le scocche delle monoposto della Stella a Tre Punte.

Il Direttore del settore corse Mercedes Alfred Neubauer decide di seguire il suggerimento di Von Brauchitsch, e così non solo la squadra tedesca potrà partecipare all'evento (come possiamo vedere dal tweet sopra riportato, che raffigura la W25 numero 22 guidata da Luigi Fagioli) aggiudicandosi la gara proprio con Von Brauchitsch, ma da quel momento in poi avrebbe assunto in maniera permanente proprio quella colorazione argentata che negli anni a venire le avrebbe assegnato il soprannome di Frecce d'Argento. Anni, quelli contrassegnati tra il 1935 e il 1938, che vedranno il netto dominio delle monoposto tedesche nel Campionato europeo di automobilismo, con la Auto Union che con Bernd Rosenmeyer al volante conquisterà l'edizione 1936, e con la Mercedes che grazie a un formidabile Rudolf Caracciola si aggiudicherà le edizioni 1935, 1937 e 1938 e sarebbe andata a vincere anche l'edizione 1939, sospesa poi per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale la Mercedes è costretta giocoforza a interrompere le proprie attività agonistiche, ma la sua volontà di voler tornare in campo è talmente evidente che, una volta conclusasi la guerra, e dopo aver preso parte vittoriosamente nel 1952 alla 24 Ore di Le Mans, nel 1954 decide di partecipare al Campionato Mondiale di Formula 1 con il dichiarato obiettivo di voler tornare a vincere. Ma, come direbbe Michael Ende, questa è un’altra storia.

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