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Ricordando Ayrton Senna

Ricordando Ayrton Senna

A trent’anni dalla sua scomparsa ricordiamo non solo il tre volte campione del mondo di Formula 1, ma anche l’uomo Ayrton, che di nascosto non esitò a devolvere parte dei suoi guadagni per dare anche ai ragazzi più poveri le stesse opportunità

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Un campione non solo nello sport, ma anche e sopratutto nella vita vera. Nella vita di tutti i giorni. Se dovessimo trovare una definizione per Ayrton Senna, non potremmo che usare questa. Se in pista il campione brasiliano è riuscito a conquistare la bellezza di tre titoli mondiali con la McLaren tra il 1988 e il 1991, 41 vittorie tra Lotus e McLaren, nonché 65 pole position (record rimasto imbattuto fino al 2006, quando prima Michael Schumacher e poi nel 2017 Lewis Hamilton superarono tale quota, assestandosi rispettivamente a 68 e a 104 pole), nella vita di tutti i giorni Ayrton non si è mai tirato indietro, non esitando a devolvere in beneficenza una cospicua parte dei suoi guadagni pur di aiutare tanti ragazzi in difficoltà economica a poter costruire il proprio futuro. Il tutto senza che nessuno lo sapesse, in forma prettamente privata. Un’attività, questa, portata avanti ancora oggi dalla sorella Viviane (a capo della Fondazione intitolata proprio ad Ayrton Senna), e che dimostra una volta di più come oltre al pilota e al grande campione ci fosse sopratutto l’uomo, ed è per questo che a distanza di 30 anni da quel drammatico incidente che il 1° Maggio 1994 ad Imola lo strappò alla vita, Ayrton manca davvero tanto. Non solo ai familiari, ai conoscenti o a tutti gli amici che ebbero modo di conoscerlo, ma ancora di più all’intero modo della Formula 1, con tanti piloti che nel corso degli anni sono cresciuti nel mito di questo pilota brasiliano. Nel mito di Magic. O meglio di Ayrton.

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