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F1 Australia: Verstappen in pole, Sainz secondo© Getty Images

F1 Australia: Verstappen in pole, Sainz secondo

Il campione olandese riesce a fare la differenza solo in Q3, precedendo il pilota spagnolo della Rossa (al rientro dopo esser stato operato due settimane fa di appendicite). Retrocesso Perez (da terzo a sesto) per impeding ai danni della Haas di Hulkenberg. Leclerc quarto, Hamilton eliminato in Q2

23.03.2024 ( Aggiornata il 23.03.2024 20:35 )

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La forza del campione, capace di fare la differenza laddove la macchina non vi riesce. Nel weekend del Gp d’Australia (terza prova del Mondiale 2024 di Formula 1) in cui la RB20 sembra fare un po' più fatica accusando costantemente del sottosterzo sia nelle tre sessioni di prove libere che nelle prime due fasi di qualifica, è Max Verstappen a fare ancora una volta la differenza, spegnendo il sogno dei tifosi della Ferrari che già pregustavano dopo il Q2 la possibilità di una pole position, se non addirittura di un’intera prima fila rossa.

È in questo frangente che probabilmente esce fuori il talento del campione olandese, associato presumibilmente a una pista più gommata e a temperature più fresche, che alla fine hanno finito con il favorire la Red Bull, al termine di due giorni che avevano visto scendere in pista una RB20 meno precisa del solito, in balia (come già detto) di un sottosterzo all’apprenza irrisolvibile con entrambe le macchine, con Verstappen e Perez lamentarsi costantemente di non riuscire a sentire il morso dei freni, e con il campione olandese protagonista di una violenta uscita di pista negli ultimi minuti della FP1 all’altezza di curva 10, che aveva portato non solo a un danneggiamento del fondo (che lo aveva costretto a rinunciare ai primi venti minuti della FP2), ma anche nella giornata odierna a dover montare la seconda power unit stagionale, con gli stessi tecnici Honda che (secondo quanto riportato da Sky) sarebbero addirittura pessimisti sul possibile recupero del motore montato in FP1 e FP2 per il proseguo della stagione.

Una situazione, questa, venuta meno in Q3, con la RB20 tornata improvvisamente in vita grazie alle temperature leggermente più fresche e a un anteriore divenuto molto più preciso, con cui Verstappen è stato in grado di fare la differenza, attaccando fin dal primo run le prestazione Ferrari fatte in Q1 e Q2 facendo registrare addirittura il tempo di 1’16”048, migliorato poi nel run finale in 1’15”915, tempo che ha garantito al campione olandese la sua 35° pole position in carriera (la seconda consecutiva in Australia dopo quella fatta registrare lo scorso anno), potendo anche approfittare di una sbavatura di Sainz in curva 10, che forse con il senno di poi è stata decisiva per la conquista della pole ad opera di Verstappen.

Intervistato al termine delle qualifiche, il tre volte campione del mondo olandese ha ammesso che la pole era inattesa dalla squadra, ma al contempo non nasconde di essere soddisfatto di entrambi i giri compiuti in Q3, così come che in Red Bull ci sia un punto interrogativo per la gara di domani (domenica n.d.r), attesa da Verstappen come strategica e in cui Ferrari sembra molto veloce alla luce dei long run evidenziati nel corso della FP2. Detto questo, però, Max sembra essere piuttosto tranquillo, sostenendo che proprio questo punto interrogativo per la gara renderà le cose divertenti.

Restando in casa Red Bull, bisogna registrare la prestazione di Sergio Perez, qualificatosi in terza posizione, salvo poi venir retrocesso al sesto posto alla luce delle tre posizioni di penalità inflitte al pilota messicano dalla Direzione Gara per impeding nei confronti del pilota tedesco della Haas Nico Hulkenberg. Anche Perez al pari di Verstappen era riuscito in Q3 a migliorare le proprie prestazioni potendo sfruttare la pista più gommata, e in parte le temperature più fresche, che alla fine erano riuscite a “mettere le ali” alla sua RB20, tornata ad avere un anteriore molto più preciso, e a non accusare più i problemi di sottosterzo e di frenata accusati nelle precedente sessioni di prove libere, così come nelle prime due fasi di qualifica.

Purtroppo, però, il fatto di trovarsi nella penultima curva senza possibilità di spostarsi andando così ad ostacolare il giro lanciato di Hulkenberg ha messo la Direzione Gara nella condizione di aprire un’investigazione nei confronti di Perez, e a comminare a Checo le tre posizioni di penalità previste dal Regolamento nei casi di impeding.

Alle spalle della Red Bull di Max Verstappen troviamo dunque al secondo e al quinto posto (divenuto poi quarto dopo la penalità comminata a Perez) le Ferrari di Carlos Sainz Jr (sopra raffigurato) e di Charles Leclerc. Se la giornata del venerdì aveva visto la SF-24 trovarsi perfettamente a suo agio sulla pista dell’Albert Park sin dal primo run effettuato in FP1 evidenziando delle buone performance sia sul giro secco che sul passo gara, la giornata odierna almeno fino al Q2 aveva dato la sensazione che la Rossa potesse in qualche modo ambire senza il benchè minimo problema alla pole position, salvo poi dover registrare in Q3 l’ennesimo acuto stagionale di Verstappen.

In questo frangente merita di essere sottolineata la performance di Carlos Sainz Jr: operato di appendicite giusto due settimane fa, il pilota spagnolo della Rossa era stato costretto a una decina di giorni di riposo a letto senza potersi preparare adeguatamente, o allenarsi. Ecco, quindi, che il suo secondo posto odierno assume il sapore dell’impresa, alla luce anche della condizione fisica non ottimale (ben visibile al termine delle qualifiche, quando Carlos non riusciva a reggersi in piedi, ed è stato costretto ad avvalersi di una golf-car per poter arrivare alla zona interviste). Eppure, nonostante questo, il pilota spagnolo all’interno dell’abitacolo non ha accusato dolori, e, pur non essendo al massimo, è comunque riuscito a tirare al massimo risultando il più veloce in Q1 e Q2 (anche nei confronti del compagno di squadra Leclerc, che nelle libere era risultato costantemente più veloce rispetto a Sainz) e a conquistare una preziosissima prima fila (nonostante una sbavatura in curva 9-10 nel corso dell’ultimo run), non esitando a dichiarare nel post qualifica di ambire alla vittoria. Se non c’è dubbio che la prestazione odierna di Sainz rilancia senza alcun dubbio le quotazioni del pilota spagnolo in ottica mercato, è altrettanto vero che aldilà delle prestazioni della sua monoposto, Carlos domenica in gara avrà un altro rivale contro cui fronteggiarsi: la resistenza del proprio fisico dinanzi a una corsa (come quella dell’Australia) che si preannuncia assai impegnativa.

Se pur non essendo al massimo Carlos Sainz Jr è comunque riuscito a regalare alla Ferrari una preziosissima prima fila, peggio è andata al compagno di squadra Charles Leclerc, qualificatosi addirittura in quinta posizione (risalendo poi in quarta posizione alla luce della penalità inflitta a Sergio Perez). Se nelle tre sessioni di prove libere il pilota monegasco era apparso più performante rispetto a Sainz, bisogna anche dire che rispetto alla giornata di venerdì, già in FP3 Charles (come confessato ai microfoni di Sky) aveva cominciato a perdere il feeling con la macchina, accusando poi del sottosterzo in Q1 e Q2, al punto da chiedere una modifica dell’incidenza dell’ala anteriore sul finire del Q2. Della serie “il rimedio è peggio del male”, i cinque clic dati sull’ala hanno finito per portare la monoposto da una situazione di sottosterzo in alcune curve ad accusare addirittura del sovrasterzo, il che ha portato Leclerc a compiere due errori (in curva 11 e curva 12) nel corso dell’ultimo run, che lo hanno spinto a rientrare ai box senza chiudere neanche il giro lanciato.

Nel corso dell’intervista con Sky Leclerc ha ammesso di aver forse sottostimato la potenza della Red Bull in qualifica alla luce delle difficoltà accusate dal team austriaco nelle libere, e che probabilmente la pole sarebbe stata piuttosto difficile, anche se è consapevole del fatto che da parte non ha ottimizzato la monoposto. In ottica gara, Leclerc punta come obiettivo il podio, sostenendo che realisticamente la vittoria sarà difficile anche partendo secondi con Carlos, e che il passo gara della Red Bull sia destinato ad emergere e ad essere migliore di quello Ferrari, salvo una sorpresa durante la corsa.

Aldilà delle dichiarazioni dei piloti, osservando i dati emersi nel corso delle libere la Ferrari ha fortemente impressionato sul passo gara, evidenziando scarsissimo degrado a dimostrazione della Red Bull, che sulla RB20 aveva mostrato del graining sia con Verstappen che con Perez, per via dell’anteriore meno preciso del solito. Da capire se anche la gara confermerà o meno questo scenario (che andrebbe a creare delle inedite possibilità di vittoria per Sainz e Leclerc), o se dopo una buona partenza Verstappen sarà in grado anche a Melbourne di andarsi a creare quel vantaggio che gli possa permettere di conquistare la terza vittoria su tre gare fin qui disputate.

In quarta e sesta posizione (divenute terza e quinta dopo la penalità di Perez) troviamo le McLaren di Lando Norris (sopra raffigurato) e di Oscar Piastri, che confermano al momento di essere la terza forza del campionato. Entrambi i piloti hanno ammesso al termine delle qualifiche che per loro sarà molto difficile in gara riuscire a sostenere il passo di Red Bull e Ferrari, ma auspicano comunque di potersela giocare (con Norris che non nasconde che sarebbe molto contento se riuscisse a stare davanti a una delle due squadre sopracitate, e Piastri che spera di poter contare sul buon passo gara espresso dalla MCL38 nel corso delle libere).

In difficoltà la Mercedes, che deve registrare al termine delle qualifiche il settimo posto di George Russell (sopra raffigurato) e l’eliminazione in Q2 di Lewis Hamilton, in virtù dell’undicesimo posto. C’era speranza all’interno del team tedesco che il ritorno al fondo provato nei test del Bahrain (dopo la bocciatura di quello utilizzato nelle prime due gare) potesse riportare una maggiore competitività della W15 sopratutto nelle curve ad alta velocità, ma i risultati, purtroppo, non sono stati lusinghieri, con una monoposto piuttosto incostante nelle reazioni, e al contempo apparsa molto sensibile al vento, con in particolare Hamilton in evidente difficoltà ad estrarre il massimo potenziale dalla sua monoposto.
Al termine delle qualifiche, sul sito Mercedes Russell ha ammesso che quella odierna non era la qualifica che si aspettava la squadra, non nascondendo le difficoltà nel portare le gomme nella corretta finestra di esercizio, e quanto la macchina sia andata a cambiare dalla FP3 del mattino (dove sembrava piuttosto competitiva) alle qualifiche, dove è visibilmente peggiorata, ribadendo le difficoltà legate alle curve ad alta velocità, concludendo che in gara ci sarà molta incertezza in quanto nessuno ha provato la gomma dura (che verrà utilizzata maggiormente), e ciò (anche per via del graining) la renderà molto più emozionante del solito.

Ai microfoni di Sky Hamilton non ha nascosto la sua delusione per il risultato, alla luce della buona performance in FP3, andata poi a peggiorare in qualifica, sostenendo che il momento attuale non è uno dei più difficili, ma è esattamente simile a quello peovato negli ultimi due anni, ribadendo poi che la macchina non è costante nel comportamento, è instabile, ed è sensibile al vento.

Scorrendo la classifica, merita di essere sottolineata la qualifica del sopra raffigurato Yuki Tsunoda: in una sessione che ha visto il compagno di squadra Daniel Ricciardo retrocedere dall’undicesimo posto al diciottesimo (con tanto di eliminazione in Q1) in seguito alla cancellazione del tempo effettuato per mancato rispetto dei track limits in curva 5, il pilota giapponese si è preso sulle spalle il team di Faenza non solo portandolo in Q3, ma conquistando addirittura l’ottavo posto in griglia. L’obiettivo per Yuki ora è quello di fare una gara pulita, per poter garantire alla Racing Bulls i primi punti stagionali.

A chiudere la top 10 troviamo le Aston Martin di Lance Stroll (nono) e di Fernando Alonso (decimo, sopra raffigurato), apparse maggiormente in difficoltà rispetto alle prime due gare di campionato in Bahrain e in Arabia Saudita, e con il pilota spagnolo che nel giorno dell’anniversario della sua prima pole in Formula 1 (conquistata 21 anni fa in Malesia) si vede superato dal compagno di squadra canadese. Vero, il problema al fondo accusato nel primo run in Q3 (e non riparabile in qualifica) può sicuramente giustificare il risultato, ma bisogna anche rilevare che sostanzialmente è nel corso di tutto il weekend australiano che Alonso sembra trovarsi in difficoltà con la sua AMR24, commettendo diverse uscite di pista.

Intervistato da Sky, Alonso ha dichiarato che entrare in Q3 con entrambe le macchine era quello che la squadra si aspettava oggi, aggiungendo poi l’errore da lui commesso in curva 6, dove è finito in ghiaia, che lo ha portato nell’ultimo run a non avere piena fiducia nella macchina, che a rispetto alla precedente gara di campionato a Gedda scivolava, era sensibile al vento e mancava di consistenza. In ottica gara, Alonso è convinto che ci saranno dei problemi per tutti con le gomme per via del graining, e che l’obiettivo della squadra è quello di portare entrambe le macchine a punti.

Merita infine un cenno la situazione della Williams, che correrà con una sola macchina il Gp d’Australia. Alla luce dell’incidente di Alexander Albon negli ultimi minuti della FP1 con telaio impossibile da riparare in breve tempo, la squadra ha deciso di lasciare a piedi il secondo pilota Logan Sargeant (sotto raffigurato), per mettere a disposizione di Albon il telaio del pilota americano, non avendo all’interno dei box un telaio di riserva.

Se la motivazione fornita dal Team Principal James Vowles è ineccepibile (non avendo telai di riserva, egli ha deciso di affidare il telaio superstite di Sargeant ad Albon, essendo più prestazionale rispetto al 23enne pilota di Fort Lauderdale), lascia piuttosto perplessi il fatto che una squadra storica come quella di Grove non abbia ai box per una questione prettamente organizzativa un telaio di riserva, andando così a penalizzare un pilota come Sargeant, che, pur essendo indubbiamente meno prestazionale rispetto ad Albon, fino a quel momento si era comportato bene in pista, provando a fare al meglio il suo lavoro.

Tornato questa mattina in pista, Albon alla fine è riuscito a qualificarsi in dodicesima posizione, con una monoposto che conferma di essere meno performante rispetto a quella vista nel corso della passata stagione.

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