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Felipe Massa e la causa nei confronti di FIA e Formula 1© Getty Images

Felipe Massa e la causa nei confronti di FIA e Formula 1

Il pilota brasiliano ha presentato presso l’Alta Corte di Londra una causa legale nei confronti di FIA, FOM e del suo ex presidente Bernie Ecclestone per il mancato annullamento del Gp di Singapore 2008 (per via del Crashgate),che di fatto privò Massa del titolo piloti

13.03.2024 ( Aggiornata il 13.03.2024 14:30 )

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Dalle parole ai fatti concreti. Dopo la lettera inviata lo scorso agosto in cui manifestava l’intenzione di procedere con un’azione legale, l’ex pilota di Formula 1 Felipe Massa tramite il suo pool di avvocati ha presentato nei giorni scorsi all’Alta Corte di Londra una causa nei confronti della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), della FOM e del suo ex Presidente Bernie Ecclestone in merito al mancato annullamento del Gp di Singapore 2008 (ricordato ancora oggi per il Crashgate), che lo privò del titolo piloti.

Una decisione, quella di Massa, che arriva dopo il fallimento della strada diplomatica nei confronti dei vertici della Formula 1 e della Federazione, e che ha avuto un suo inizio ufficiale nel Febbraio 2023 alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla testata tedesca F1-insider dall’ex patron del Circus Bernie Ecclestone (poi smentite in un secondo momento) relative all’assegnazione del titolo piloti 2008.

Una stagione, quella 2008, che ancora oggi a distanza di ormai sedici anni viene giocoforza associata al Crashgate, che andò in scena in occasione del Gp di Singapore, e che vide nel corso del 14°giro l’allora pilota Renault Nelsinho Piquet andare a muro (in una fase di gara che vedeva in testa la Ferrari di Felipe Massa) non tanto per un errore di guida, ma su esplicita richiesta della squadra, con l’obiettivo di consentire al compagno di squadra Fernando Alonso di vincere la gara, approfittando del trambusto che questo incidente avrebbe potuto portare alla corsa. Cosa alla fine effettivamente avvenne: in occasione dell’incidente di Piquet, infatti, la Direzione Gara decise di mandare in pista la Safety Car, ma alla luce della concitazione presente ai box, sulla Ferrari del pilota brasiliano non venne tolto correttamente il bocchettone della benzina, e così Massa ripartì trascinandosi dietro il bocchettone della benzina, andando così purtroppo a rovinare pesantemente la propria gara (classificandosi in 13°posizione), con il Gp che venne vinto proprio dalla Renault di Fernando Alonso.

Un risultato, quello del Gp di Singapore 2008, che si rivelò essere decisivo per l’assegnazione del titolo mondiale: se come detto, Felipe Massa chiuse tredicesimo, Lewis Hamilton (all’epoca dei fatti al volante della McLaren motorizzata Mercedes) invece chiuse la gara al terzo posto (alle spalle del vincitore Alonso e della Williams-Toyota di Nico Rosberg, andando a conquistare quei sei punti che alla fine gli consentirono di vincere il suo primo titolo iridato con un solo punto di vantaggio (98 vs 97) nei confronti del pilota brasiliano, all’epoca dei fatti in Ferrari.

Solamente nel 2009 fu possibile accertare le reali responsabilità dei vertici della squadra francese, con il Team Principal Flavio Briatore radiato a vita dalla Federazione, e con il Dt Pat Symonds squalificato per cinque anni, salvo poi nel 2010 assistere alla cancellazione di entrambe le pene in seguito alla decisione del Tribunal De Grande Instance di Parigi, il quale non ritenne regolare il procedimento istituito dalla Federazione (la quale invece continuò a considerare valide le suddette squalifiche ai danni di Briatore e di Symonds).

D’allora, però, sulla vicenda cadde di fatto il silenzio, e in tutti questi anni non c’era stata alcuna correlazione tra il Crashgate e l’assegnazione del titolo piloti a beneficio di Hamilton, o la sensazione che ci fossero state delle possibili irregolarità. Il tutto fino all’intervista rilasciata nel Febbraio 2023 da Bernie Ecclestone al sito tedesco F1-insider, dove l’ex patron del Circus tornò a parlare del Crashgate e dell’assegnazione del titolo piloti 2008.

“Max Mosley (ex presidente FIA) ed io siamo stati informati durante la stagione 2008 di quanto era accaduto nella gara di Singapore. Piquet junior aveva detto a suo padre Nelson (tre volte campione del mondo di Formula 1) che gli era stato chiesto dal team di andare a sbattere contro il muro a un certo punto per far scattare una fase di safety car e simili per aiutare il suo compagno di squadra Alonso. (…)
Abbiamo deciso di non fare nulla, volevamo proteggere lo sport da un enorme scandalo. Ho convinto Nelson Piquet senior, un mio ex-pilota in passato, a tacere per il momento. All’epoca vigeva la regola che la classifica di un campionato del mondo era intoccabile dopo la cerimonia di premiazione della FIA alla fine dell’anno, Hamilton ricevette la coppa ed andò tutto bene. All’epoca avevamo informazioni sufficienti per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore, che non sarebbe stata valida per la classifica del campionato. Felipe Massa sarebbe diventato campione del mondo, non Lewis Hamilton.

Oggi mi dispiace ancora per Massa, è stato defraudato del titolo che meritava, mentre Hamilton ha avuto tutta la fortuna del mondo e ha vinto il suo primo campionato. Oggi avrei fatto le cose in modo diverso. Ecco perché, per me, Michael Schumacher è ancora l’unico campione del mondo da record con sette titoli, anche se le statistiche dicono il contrario”.

Se nei mesi successivi Ecclestone dichiarò alla Reuters di non ricordarsi di aver fatto queste affermazioni, né di aver rilasciato un’intervista a F1-insider, le suddette dichiarazioni arrivarono comunque all’orecchio di Felipe Massa, il quale dette mandato ai suoi legali di studiare la situazione, per valutare la possibilità inizialmente di chiedere l’annullamento del Gp di Singapore, con conseguente assegnazione del titolo mondiale, salvo poi a ridosso del Ferragosto 2023 inviare tramite lo studio legale Enyo di Londra agli uffici della Federazione guidata da Mohammed Ben Sulayem e della Formula 1 (guidata da Stefano Domenicali, all’epoca dei fatti peraltro Team Principal Ferrari) una “Letter Before Claim” (una comunicazione, cioè, che preavvisa l’avvio di un’azione legale) di ben otto pagine in merito all’esito della stagione 2008, secondo la quale il pilota brasiliano Felipe Massa sarebbe stato “vittima di una cospirazione commessa da individui ai massimi livelli della F1 insieme alla FIA e alla direzione della Formula Uno. In poche parole, Massa è il legittimo Campione Piloti 2008, e la F1 e la FIA hanno deliberatamente ignorato la cattiva condotta che lo ha privato di quel titolo. Il signor Massa non è in grado di quantificare completamente le sue perdite in questa fase, ma stima che probabilmente supereranno le decine di milioni di euro. Questo importo non copre le gravi perdite morali e di reputazione subite dal signor Massa".

Secondo la lettera in questione in caso di mancata risposta soddisfacente Massa avrebbe promosso entro 14 giorni un'azione legale presso i tribunali inglesi senza ulteriore preavviso al fine di chiedere il risarcimento del danno subito, oltre a volere “il riconoscimento che senza quegli atti illeciti, gli sarebbe stato assegnato il campionato 2008".

Nel corso dei mesi il dialogo tra le parti secondo alcune fonti sarebbe regolarmente proseguito, senza però arrivare ad alcun risultato (secondo altre fonti, invece, non ci sarebbe stata alcuna risposta alla “Letter Before Claim” presentata dai legali di Massa). Da qui, pertanto, la decisione di Felipe Massa e del suo pool di avvocati (nella fattispecie lo studio legale Vieira Rezende Advogados) di procedere con l’azione legale non solo nei confronti di FIA e FOM, ma anche nei confronti (come già detto) di Bernie Ecclestone, il quale, intervistato nelle scorse ore dall’agenzia stampa PA ha dichiarato che se Massa glielo avesse chiesto, anche lui gli avrebbe risposto che la causa era la cosa più giusta da fare, lasciando decidere a un giudice inglese cosa già giusto e cosa sia sbagliato.

Per quanto riguarda l’azione legale, una nota del suddetto studio legale Vieira Rezende Avogados specifica che Massa chiede non solo alla Federazione di riconoscere di aver violato i suoi regolamenti non andando ad indagare tempestivamente nei confronti dell’incidente che vide protagonista la Renault di Nelsinho Piquet nel Gp di Singapore 2008, e che se avesse agito correttamente Massa avrebbe vinto il Mondiale 2008 di Formula 1, ma anche un risarcimento danni per la significativa perdita finanziaria subita per via del comportamento della Federazione, di cui sarebbero stati complici secondo l’ex pilota brasiliano di Formula 1 anche la FOM e Bernie Ecclestone.

Una vicenda, quella che vede contrapposti Felipe Massa da una parte e dell’altra Fia e Formula 1 (con Ecclestone) lontana dal suo capitolo finale, con il brasiliano desideroso finalmente di avere giustizia dopo il torto subito per via del Crashgate, e in cui indubbiamente non sembrano giocare a favore i quindici anno e mezzo di distanza tra l’episodio in questione e la presentazione della causa legale. Se ci riuscirà o meno, sarà solo il tempo a dirlo.

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