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La Formula 1 e l’indagine interna FIA© Getty Images

La Formula 1 e l’indagine interna FIA

La FIA (Federazione Internazionale dell’automobile) ha ufficializzato l’esistenza di un’indagine a carico di alcuni membri dei suoi organi direttivi. Secondo la BBC potrebbe essere coinvolto anche il Presidente Ben Sulayem, sospettato di aver interferito nell’ordine di arrivo del Gp di Arabia Saudita 2023, nonché sull’omologazione del circuito di Las Vegas

07.03.2024 ( Aggiornata il 07.03.2024 10:26 )

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Un inizio di stagione piuttosto tormentato. Come non bastasse il caso Horner (con il team Principal Red Bull inizialmente assolto dall’indagine interna svolta dal team austriaco salvo tornare nell’occhio del ciclone a causa di una mail anonima contenente una settantina di presunti screenshot la cui veridicità deve essere ancora dimostrata) della chat tra Horner e la dipendente che lo aveva denunciato), la Formula 1 si trova a dover fronteggiare un nuovo scandalo. È notizia delle scorse ore, infatti, la ricezione da parte della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) di un rapporto da parte del Dipartimento di Conformità interno in grado di dettagliare una serie di potenziali accuse a carico di alcuni membri dei suoi organi direttivi. Lo stesso Dipartimento della Conformità FIA starebbe seguendo la situazione, al fine di garantire che il giusto processo sia seguito meticolosamente.

Sebbene non ne venga fatto il nome, in molti sospettano che tra i coinvolti figuri anche il Presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, alla luce delle indiscrezioni diffuse tra Lunedì 4 e Martedì 5 Marzo dalla BBC secondo cui lo stesso Ben Sulayem sarebbe stato messo sotto investigazione dalla stessa Federazione di cui è a capo per un possibile tentativo di interferenza sia nell’ordine di arrivo del Gp dell’Arabia Saudita 2023, sia dell’omologazione del Las Vegas Strip Circuit.

La penalità di Alonso nel Gp dell’Arabia Saudita 2023

Andando per gradi, la prima accusa nei confronti del Presidente FIA Ben Sulayem secondo quanto pubblicato dalla BBC riguarderebbe un presunto tentativo di interferenza nell’ordine di arrivo del Gp dell’Arabia Saudita, con Ben Sulayem che avrebbe fatto di tutto per annullare la seconda penalità di dieci secondi a carico di Fernando Alonso.

Prima di soffermarci su questa ipotesi, facciamo un breve reminder in merito a cosa accadde in quel Gp, che vide fin dalle prime curve un vero e proprio colpo di scena per via dell’errata posizione in griglia di partenza proprio dell’Aston Martin di Alonso, che si era schierato al termine del giro di formazione con la gomma anteriore sinistra fuori dalla piazzola.

© Formula 1

Al via Alonso aveva preso la testa della corsa davanti alla Red Bull di Sergio Perez (abile poi a superarlo nel corso del quarto giro). L’errata posizione in griglia costringe però la Direzione Gara a comminare una penalità di cinque secondi al pilota asturiano, che viene eseguita in occasione del pit stop nel corso del 19°giro. In quel frangente, però, alcuni meccanici Aston Martin toccano con uno dei jack la monoposto numero 14.

L’episodio inizialmente non viene considerato, senonchè a gara da poco conclusa (con Alonso terzo e regolarmente salito sul podio alle spalle dei due piloti Red Bull Sergio Perez (vincitore della corsa) e Max Verstappen), ecco l’improvvisa comunicazione dell’investigazione a carico del pilota asturiano, che poco dopo viene sanzionato con una nuova penalità di dieci secondi, retrocedendo dal terzo al quarto posto a beneficio della Mercedes di George Russell.

Secondo la Direzione Gara, infatti, il comportamento dei meccanici Aston Martin al momento della penalità contravveniva con l’accordo trovato con le squadre negli incontri SAC ( Sporting Advisory Committee) secondo cui anche al momento di scontare una penalità nessuna parte della macchina doveva essere toccata.

Aston Martin a sua volta presenta un reclamo nei confronti della penalità di dieci secondi emessa dalla Federazione nel dopo gara, allegando il verbale della riunione del SAC indicata dal Direttore di Gara e dal Direttore Sportivo della Federazione (in cui emergeva che non era stato raggiunto alcun accordo tra squadre e Federazione sul fatto che toccare la monoposto con il cavalletto rappresentasse un lavoro su di essa) , nonché ben sette video raffiguranti dei precedenti in cui le monoposto (al momento di scontare la penalità di 5 secondi) erano state toccate dal jack (il cavalletto deputato ad alzare le monoposto dal retrotreno per consentire il cambio gomme) così come occorso alla monoposto di Alonso senza ricevere alcuna penalità da parte della Direzione Gara.

Alla luce delle nuove prove portate da Aston Martin, gli Stewards decidono di fare un passo indietro cancellando la penalità di 10 secondi comminata ad Alonso e ripristinando il podio originario decretato dalla pista, con il pilota asturiano libero così di festeggiare il suo centesimo podio in Formula 1.

Questa, almeno, era la realtà ricostruibile in base ai documenti ufficiali riportati dalla Federazione, ma che adesso si arricchisce di ulteriori particolari.
Secondo, infatti, quanto riportato dalla BBC, un informatore avrebbe messo al corrente la Federazione del fatto che il Presidente FIA Ben Sulayem sarebbe intervenuto per annullare la penalità di dieci secondi emessa nel post gara ai danni di Fernando Alonso, secondo quanto riportato dal rapporto inviato al comitato etico FIA redatto dal Compliance Officer FIA Paolo Basarri. Secondo questo informatore, Ben Sulayem avrebbe contattato il vicepresidente FIA per quanto riguarda la sezione sportiva relativa a Medio Oriente e Nord Africa (lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa) facendogli capire che la sanzione a carico di Alonso doveva essere revocata. Non solo: lo stesso Presidente FIA secondo questo informatore avrebbe preteso da parte dei commissari l’annullamento della sentenza, ripristinando così il terzo posto di Alonso in Arabia Saudita.

Appresa questa notizia, la BBC ha provato a contattare esponenti della F1 o della Federazione per commentare questa notizia, ma nessuno lo ha fatto, salvo confermare di essere in possesso delle suddette informazioni in possesso del celebre broadcaster britannico.

L’omologazione osteggiata del circuito di Las Vegas

Oltre all’interferenza nell’ordine di arrivo finale del Gp dell’Arabia Saudita 2023, la BBC nella giornata di Martedì 5 Marzo avrebbe riportato la notizia secondo cui lo stesso informatore avrebbe denunciato alla Federazione il Presidente Ben Sulayem per aver fatto delle pressioni sui funzionari per non far omologare il Las Vegas Strip Circuit, che da lì a qualche mese avrebbe visto il ritorno della F1 nella celebre cittadina del Nevada.
Come riporta sul proprio sito la BBC, infatti, l’informatore avrebbe dichiarato alla Federazione (secondo quanto trapelerebbe dal rapporto compilato dal FIA Compliance Officer Paolo Basarri) che gli era stato detto dal suo manager "per volere del presidente della FIA" di trovare un modo per non far passare il circuito in sicurezza per le gare. Andando più nei dettagli, nel rapporto ai danni del Presidente Ben Sulayem figurerebbe l’affermazione dell’informatore secondo cui "lo scopo era trovare difetti nella pista per ritirare la licenza. Alla richiesta di essere più specifico, [l'informatore] ha affermato che i problemi sul circuito dovevano essere identificati artificialmente indipendentemente dalla loro effettiva esistenza, con l'obiettivo finale di negare la licenza".
L'informatore nel rapporto avrebbe affermato di aver incaricato un funzionario di svolgere questo compito e ha nominato altri due funzionari che erano nella stanza in quel momento.
Il rapporto prosegue poi specificando che i funzionari "non trovarono alcun problema con il circuito e quindi certificarono il circuito idoneo alla gara".

Un racconto, quello dell’informatore, che però non trova conferma dalle testimonianze raccolte dalla BBC, con altri funzionari (presenti in quella stanza all’epoca dei fatti) che hanno un ricordo diverso da quello dell’informatore.

Aldilà di come andarono le cose, quel che è certo è che alla fine il Las Vegas Strip Circuit riuscì ad ottenere dalla Federazione l’omologazione di primo grado, riuscendo così ad ospitare il Gp di Las Vegas, che (salvo l’incidente occorso nella FP1 alla Ferrari di Carlos Sainz Jr) viene ancora oggi ricordata come la gara con il maggior numero di sorpassi degli ultimi anni (ben 99).

Resta ora da capire quali saranno i prossimi capitoli di questa vicenda, con il Senato FIA che prenderà una decisione in merito all’indagine interna nelle prossime 4-6 settimane, e solo a questo punto sarà davvero chiaro non solo se all’interno di questa indagine è effettivamente presente o meno il Presidente Ben Sulayem (aldilà delle varie indiscrezioni), ma sopratutto quale sarà il suo futuro a capo della Federazione, qualora le accuse a suo carico riportate dalla BBC dovessero venir confermate.

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