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Monoposto Formula 1 2024: McLaren MCL38, Aston Martin AMR 24© Getty Images

Monoposto Formula 1 2024: McLaren MCL38, Aston Martin AMR 24

McLaren e Aston Martin si presentano al via del Mondiale 2024 di Formula 1 con l’obiettivo l’una di poter lottare per il titolo mondiale grazie a due piloti di talento quali Norris e Piastri, e l’altra di aver fatto il definitivo salto di qualità potendo contare sull’esperienza di Fernando Alonso

23.02.2024 ( Aggiornata il 23.02.2024 14:52 )

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Una stagione da protagonisti. È quello che auspicano McLaren e Aston Martin al via del Mondiale 2024 di Formula 1. Se il team di Woking (forte di una crescita tecnica che ha ben impressionato nel corso della seconda metà di campionato) auspica quantomeno di poter essere la seconda forza e di provare a lottare per il titolo mondiale con la triade costituita da Red Bull (favorita d’obbligo)-Ferrari-Mercedes potendo contare sulla qualità e sulla freschezza atletica di due piloti di valore del calibro di Lando Norris e di Oscar Piastri, Aston Martin si presenta al via del Mondiale con l’obiettivo di dimostrare a tutti che l’exploit 2023 non sia stato un caso isolato, e di poter riuscire a lottare con regolarità per il podio nell’arco della stagione, potendo contare sulla preziosa esperienza di Fernando Alonso (in scadenza di contratto a fine stagione, e al momento indeciso se proseguire o meno la sua lunga carriera in Formula 1), nonostante quest’anno abbia evidenziato una preparazione atletica ancora più eccellente rispetto alle ultime stagioni, come dichiarato nel corso della Presentazione dell’AMR24) e con un Lance Stroll desideroso di ritrovare con più continuità la strada del podio.

McLaren MCL 38

Motore: Mercedes AMG F1 M14 E Performance V6 turbo 1600 cm³
Piloti: Lando Norris (4), Oscar Piastri (81).
Una presentazione ai limiti del sobrio. Con un semplice comunicato stampa ed alcune foto della macchina la McLaren ha provveduto a presentare la sua nuova monoposto, la MCL38, chiamata a fare un ulteriore passo in avanti con l’obiettivo di poter consentire a Lando Norris e a Oscar Piastri di lottare direttamente per il titolo mondiale con Red Bull. Rispetto alle modifiche introdotte sulla MCL60 nel corso della passata stagione non ci sono grosse modifiche da rilevare, se non la scelta (piuttosto discutibile) di cancellare con Photoshop alcuni particolari del fondo, che presumibilmente verranno utilizzati nel corso dei test precampionato.

Andando ad esaminare la monoposto, l’ala anteriore (di chiara filosofia outwash) è sostanzialmente identica a quella utilizzata nel corso della passata stagione, con il muso che continua ad appoggiarsi al secondo elemento dell’ala stessa. La sospensione anteriore (al fine di favorire il passaggio del flusso verso le pance, e di conseguenza verso il fondo grazie all’abbassamento del baricentro della vettura) presenta lo schema pull-rod, A differenza, però, della MCL60 vengono sfalsati in altezza i braccetti anteriore e posteriore dell’ala per estremizzare l’effetto anti dive della sospensione stessa. L’airbox si presenta simile (se non identico) a quello della passata stagione.

Le bocce dei radiatori vanno in controtendenza rispetto alle altre squadre partecipanti al Mondiale, e si presentano alte e strette, in modo da dirottare eventuali turbolenze d’aria verso l’esterno e non verso il fondo, e andando al contempo ad ampliare lo scivolo nella parte superiore delle pance (che si confermano picchiate, come possiamo vedere nella foto sopra pubblicata), che spinge l’aria verso il fondo della monoposto.

La sospensione posteriore conferma lo schema push-rod, e presenta (come già segnalato su quella anteriore) un’estremizzazione dell’effetto anti-dive.
L’ala posteriore è sorretta da un unico pilone su cui è stato inserito il meccanismo che determina la funzione del DRS.

Aston Martin AMR24

Motore: Mercedes AMG F1 M14 E Performance V6 turbo 1600 cm³
Piloti: Fernando Alonso (14), Lance Stroll (18).

Una monoposto che parte dalla base della bassa stagione, e che tende ad estremizzare i componenti già presenti lo scorso anno sulla AMR23. Così si presenta l’Aston Martin AMR24, con l’obiettivo di dimostrare a tutti che il 2023 non sia stato un semplice exploit, quanto l’inizio di una nuova fase sotto il profilo tecnico che possa portare Fernando Alonso a dare la caccia a quella vittoria nella massima serie motoristica che ormai manca da più di dieci anni e mezzo e Lance Stroll a poter tornare a lottare con più frequenza per il podio, dopo una stagione che ha visto il pilota canadese soffrire in più occasioni l’elevata competitività del più esperto campione spagnolo.

Andando ad analizzare la monoposto, l’Aston Martin AMR24 presenta un’ala anteriore di nuova concezione e di chiara filosofia outwash, con il muso che torna ad ancorarsi al secondo elemento (come avveniva sull’AMR 22) e non più al profilo principale (come avveniva lo scorso anno con l’AMR23). Come Mercedes anche Aston Martin potrà contare sul cambio accorciato messo a punto dal team tedesco, con il risultato che Alonso e Stroll (al pari dei piloti Mercedes) guideranno in una posizione più arretrata rispetto allo scorso anno.
La sospensione anteriore segue lo schema push-rod, ed è possibile rilevare una certa estremizzazione del fenomeno anti-dive, con il triangolo superiore che troviamo in una posizione più alta rispetto alla AMR23 della passata stagione. Di nuova concezione le bocche dei radiatori, a dir poco estreme, e che non a caso si presentano assottigliate all’inverosimile, per via (presumibilmente) di una nuova posizione dei radiatori. Le nuove bocche dei radiatori così assottigliate favoriscono da una parte la possibilità di spingere le turbolenze verso l’esterno, e al contempo consentono un miglior incanalamento del flusso d’aria verso il diffusore.

Le pance si confermano spioventi ma nella versione portata in pista nei test precampionato evidenziano una maggiore svasatura, con l’obiettivo di indirizzare più aria possibile verso il fondo.

La sospensione posteriore (messa a disposizione da Mercedes) non può che prevedere al pari della W15 il passaggio allo schema push-rod, con anche in questo caso un’evidente estremizzazione del fenomeno anti-dive. L’ala posteriore viene sorretta da un monopilone, su cui viene montato il comando del DRS.

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