Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

La Formula 1 e il Muro dei Campioni© McLaren

La Formula 1 e il Muro dei Campioni

Una delle maggiori insidie che i piloti sono soliti affrontare in occasione del Gp del Canada è rappresentata dal Muro dei Campioni, così soprannominato perché nel 1999 vi andarono a impattare Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve

15.06.2023 ( Aggiornata il 15.06.2023 19:37 )

  • Link copiato

Il tratto più iconico. Quando si parla del circuito cittadino semi-permanente di Montreal (che domenica tornerà ad ospitare il Gp del Canada, ottava prova del Mondiale 2023 di Formula 1) situato sull’isola artificiale di Notre Dame, è impossibile non pensare al cosiddetto “Muro dei Campioni”, e più precisamente all’ultima curva (di 14) di una pista definita sostanzialmente stop and go, per via dei lunghi rettilinei e frenate (per via della chicane) che la caratterizzano, e che vede proprio in quell’ultima curva un’aderenza piuttosto bassa.
Per poter capire com’è nata la leggenda del Muro dei Campioni, è necessario però fare un salto indietro nel tempo fino al 1987.

Dopo aver disputato il Gp del Canada sui circuiti di Mont-Tremblant (1968 e 1970) e Mosport (1967, 1969, 1971-1974, 1976-1977), è dal 1978 che la Formula 1 corre sul circuito cittadino di Montreal (1978-1986, 1988-2008, 2010-2019 e 2022-attuale), intitolato a Gilles Villeneuve poche settimane dopo la sua scomparsa, avvenuta a Zolder l’8 Maggio 1982.
Nel corso degli anni il circuito di Montreal non ha subito modifiche particolarmente significative, se non nel 1987, anno che vede la cancellazione della gara canadese per via di una disputa legale tra i due sponsor principali (le due ditte produttrici di birra Molson e Labatt), che irritò non poco l’allora gran capo della Formula 1 Bernie Ecclestone,
In vista di un reinserimento del Gp del Canada già nel calendario 1988 della Formula 1, i promoter locali decidono di rinnovare il tracciato, anticipando l’ingresso della corsia box prima della chicane (e ovviamente dell’ultima curva) che portava i piloti sul traguardo.

La prima edizione del Gp del Canada con il layout della pista rinnovata risale, quindi, al 1988, e proprio in qualifica assistiamo a un incidente di Derek Warwick, che nello sbagliare l’approccio al cordolo di curva 13 in prossimità dell’ultima curva perde il controllo della sua monoposto andando ad impattare contro quello che negli anni a seguire sarebbe divenuto il Muro dei Campioni. Warwick all’epoca era considerato un pilota di grande talento, che però non riuscì a concretizzarsi per via di monoposto non all’altezza o per scelte sportive che alla fine si rivelarono essere per lui una sorta di boomerang. Per questo motivo l’incidente occorso nel 1988 in Canada venne considerato come un semplice errore di guida da parte del pilota. Con il senno di poi, però, possiamo dure con certezza che proprio quello di Warwick è il primo incidente in assoluto in Formula 1 con protagonista la famigerata curva 14, che tornerà ad essere doppiamente protagonista nel 1997. In qualifica è il debuttante Alexander Wurz su Benetton (in sostituzione di Gerhard Berger) ad impattare contro il muro presente in curva 14 a poco più di cinque minuti dal termine delle qualifiche. Come possiamo vedere dalle immagini, il pilota austriaco sbaglia l’appoggio sul cordolo interno di curva 14 andando così a perdere il controllo della sua Benetton, e ad impattare piuttosto violentemente con la gomma anteriore destra contro il futuro Muro dei Campioni. Nell’impatto si spacca il braccio della sospensione anteriore, con la gomma anteriore destra che si stacca dalla monoposto, danzando pericolosamente in pista, diventando così un pericolo per i piloti che potevano sopraggiungere.

In gara, invece, è la Williams di Jacques Villeneuve ad impattare contro il muretto in curva 14 (su cui compare la beffarda scritta “Bienvenue au Quebec”, che tradotta significa “Benvenuti in Quebec”. Andando a rivedere le immagini, possiamo notare come il pilota canadese, all’inseguimento della Ferrari di Michael Schumacher, sbaglia l’ingresso in curva 14 appoggiandosi maggiormente sul cordolo esterno, finendo però così con il perdere il controllo della sua Williams, e a toccare frontalmente il muro (seppur in maniera piuttosto leggera).

È però nel 1999 che il Muro dei Campioni trova la sua definitiva “consacrazione”: dopo l’incidente in qualifica ad opera di Ralf Schumacher (con il pilota tedesco che sbaglia l’ingresso di curva 14 appoggiandosi maggiormente sul cordolo esterno, e andando in testacoda, andando ad impattare con la gomma anteriore e posteriore sinistra della sua Williams contro il muro), in gara ben tre Campioni del Mondo vanno ad impattare contro il muro posto all’altezza dell’ultima curva. Il primo ad impattarvi è il Campione del Mondo 1996 Damon Hill, che nel corso del 14°giro sbaglia l’ingresso di curva 14 appoggiandosi eccessivamente sul cordolo interno, e finisce con il perdere il controllo della sua monoposto, toccando il muro con il retrotreno, e in particolare con la gomma posteriore sinistra.
Nel corso del 29°giro è la volta del Campione del Mondo 1994 e 1995 Michael Schumacher sbagliare l’ingresso di curva 14 appoggiandosi eccessivamente sul cordolo interno. Il campione tedesco perde il controllo della sua Ferrari F399, e finisce con l’impattare lateralmente contro il muro, danneggiando non solo la fiancata ma anche la sospensione anteriore (con la ruota anteriore destra schiacciata verso la scocca) e ovviamente anche l’ala anteriore.
Cinque giri dopo, infine, e più precisamente nel corso del 34°giro è il Campione del Mondo 1997 Jacques Villeneuve ad impattare contro il muro con la gomma anteriore destra, mettendo così fine alla sua gara.

Alla luce del fatto che ben tre Campioni del Mondo sono andati ad impattarvi in tre momenti diversi della stessa gara (gp Canada 1999), da quel momento in poi il muretto presente in curva 14 avrebbe preso il soprannome di “Wall Of Champions”, in italiano “Muro dei Campioni”.

Da quel 1999 ad oggi numerosi sono stati gli incidenti che hanno visto il Muro dei Campioni protagonista.

Nel 2001, infatti, registriamo un doppio incidente in qualifica. Se nelle prime fasi in qualifica è il ferrarista Rubens Barrichello ad andare a sbattere contro il Muro dei Campioni (riuscirà comunque a qualificarsi in quinta posizione potendo usare il muletto), stessa sorte avviene nelle fasi finali della qualifica con Nick Heidfeld (qualificatosi undicesimo), che sbaglia l’ingresso in curva 14 appoggiandosi eccessivamente sul cordolo interno, finendo così per perdere il controllo della sua Sauber, e andare ad impattare contro il muretto, danneggiando la fiancata, l’ala anteriore e la sospensione anteriore, con la gomma anteriore destra pericolosamente in pista.

Nel 2005 è la BAR motorizzata Honda di Jenson Button (divenuto Campione del Mondo nel 2009 con la Brawn Gp) ad andare ad impattare in gara contro il Muro del Campioni: siamo nel corso del 47° dei 70 giri previsti, quando il pilota britannico sbaglia l’ingresso in curva 14 presumibilmente appoggiandosi eccessivamente sul cordolo interno (andando così forse a rompere l’ala anteriore) e finendo di fatto per perdere il controllo della macchina, andando ad impattare contro il muro lateralmente, danneggiando oltre all’ala anteriore anche la fiancata, entrambe le gomme di destra (anteriore e posteriore) con in particolare anche la sospensione anteriore.

Nel 2006 è il pilota portoghese della Midland Tiago Monteiro ad andare ad impattare contro il Muro dei Campioni: nel corso della FP1 Monteiro nell’affrontare curva 14 si appoggia troppo sul cordolo interno perdendo così il controllo della macchina, andando ad impattare lateralmente contro il muro, danneggiando fiancata, gomma anteriore destra e sospensione anteriore destra, con la gomma che per fortuna resta attaccata alla macchina grazie al rinforzo dei cavi di ritenzione.

Nel 2007 è Vitantonio Liuzzi a toccare con la sua Toro Rosso nel corso del 23°giro il Muro dei Campioni: in questo caso, però, si tratta di una leggera toccata che non avrà alcuna ripercussione sulla disputa della gara da parte del pilota (costretto comunque al ritiro nel corso del 54°giro) per via della velocità ridotta dovuta alla presenza in pista della Safety Car.

Nel 2010 è il pilota giapponese della Sauber Kamui Kobayashi a toccare il Muro dei Campioni al termine del primo giro del Gp del Canada: anche in questo caso, il pilota sbaglia l’ingresso dell’ultima curva, finendo con l’impattare contro il Muro, e danneggiando parte della fiancata, ala e sospensione anteriore.

Nel 2011 è il fresco Campione del Mondo Sebastian Vettel ad andare ad impattare frontalmente nel corso della FP1 contro il Muro dei Campioni danneggiando ala anteriore e sospensione anteriore destra dopo essersi appoggiato eccessivamente sul cordolo esterno, mancando così l’ingresso dell’ultima curva.

Nel 2012 è la Williams a battezzare il Muro dei Campioni: se in FP2 è Bruno Senna a prendere con troppa veemenza il cordolo interno dell’ultima curva, andando in testacoda e andando ad impattare con il retrotreno contro il muro danneggiandolo piuttosto pesantemente, salvo poi con effetto pendolo andare ad impattare anche con l’anteriore danneggiando ala e sospensione destra, in Q2 è il compagno di squadra Pastor Maldonado a sbagliare l’ingresso dell’ultima curva decollando sul cordolo interno, perdendo la macchina e andando ad impattare contro il muro con il retrotreno dandovi una leggera toccata con la gomma posteriore destra (danneggiando comunque la sospensione), fare un po' di effetto pendolo, effettuare un testacoda a 360° per poi riprendere il controllo della sua monoposto.

Nel 2016 nel corso del Q2 è Carlos Sainz Jr a bordo della Toro Rosso a toccare il Muro dei Campioni, sbagliando anche in questo caso l’ingresso in ultima curva avendo dato troppo appoggio al cordolo interno. Il pilota spagnolo finisce per perdere il controllo della sua monoposto, toccando il muro prima con la gomma posteriore destra, e poi per via dell’effetto pendolo anche l’anteriore sinistra, danneggiando l’ala così come le relative sospensioni.

L’ultimo incidente al Muro dei Campioni risale al 2019, e vede come protagonista la Haas guidata da Kevin Magnussen. Un impatto devastante, con il pilota danese che ha sbagliato il punto di corda nell'ultima chicane andando a impattare come detto contro il Muro, e con la monoposto che a quel punto a causa anche della foratura della gomma posteriore destra, è andata a sua volta a impattare altrettanto violentemente contro le protezioni danneggiando piuttosto pesantemente il retrotreno.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi