Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Ford e la partnership tecnica con Red Bull© F1 Twitter

Ford e la partnership tecnica con Red Bull

In occasione della presentazione della livrea della RB19 è stato sancito l’accordo che vedrà Ford tornare in Formula 1 dal 2026 realizzando in collaborazione con Red Bull Powertrains una power unit da fornire sia al team austriaco che all’AlphaTauri

06.02.2023 ( Aggiornata il 06.02.2023 14:05 )

  • Link copiato

Una partnership tecnica. In occasione della Presentazione a New York della livrea della Red Bull RB19 (realizzata su una RB18 della passata stagione; come dichiarato dal Team Principal Chris Horner la vera RB19 si vedrà solamente in occasione dei test pre-campionato in Bahrain) svoltasi Venerdì 3 Febbraio è stato ufficializzato l’accordo che vedrà Ford tornare in Formula 1 a partire dal 2026 al fianco della Red Bull Powertrains realizzando insieme una power unit conforme al nuovo Regolamento (che entrerà in vigore quello stesso anno, e che vedrà l’abolizione dell’MGU-H a favore di un incremento di potenza del motore elettrico da 120 a 350 kW, e l’adozione di carburanti 100% eco sostenibili) da mettere a disposizione sia del team austriaco che dello junior team Alpha Tauri. Un accordo, quello tra Red Bull e Ford, sancito anche dalla presenza in occasione del lancio della livrea della RB19 del Presidente e CEO di Ford Motor Company, Jim Farley, assieme al Team Principal Red Bull Chris Horner e ai piloti ufficiali (Max Verstappen, Sergio Perez e Daniel Ricciardo), come possiamo vedere nella foto di apertura.
Un accordo, quello tra Red Bull e Ford, fortemente voluto da entrambe le parti: se da una parte Ford desiderava tornare nella massima serie motoristica alla luce della direzione che prenderà nei prossimi anni la Formula 1 volta ad assicurare la sostenibilità ecologica e l’elettrificazione passando ovviamente per l’innovazione, dall’altra la Red Bull in vista dell’esordio nel 2026 come nuovo motorista cercava un partner (e non qualcuno come Porsche desideroso di acquisire quote del team austriaco per poi rivoluzionarlo) con cui condividere e accedere alla ricerca e allo sviluppo (come vedremo) di alcune componenti ben specifiche, senza dimenticare l’aspetto commerciale, potendo grazie a Ford poter maggiormente entrare nel mercato americano.

Storia di Ford in Formula 1

Una partnership, quella tra Red Bull e Ford, che vedrà, quindi, dal 2026 il ritorno in Formula 1 del celebre marchio americano dopo l’ultima apparizione targata 2006 (motorizzazione Cosworth alla Toro Rosso, attuale Alpha Tauri). L’esordio della celebre casa automobilistica statunitense (fondata nel 1903 a Deaborn da Henry Ford) nella massima serie motoristica risale al 1963: in quel frangente Ford fornisce il proprio motore (realizzato in collaborazione con la britannica Cosworth) alla Lotus. Se i primi anni non sembrano regalare grosse soddisfazioni al marchio americano, il punto di svolta avviene il 4 Giugno 1967 in occasione del Gp d’Olanda (corso sul circuito di Zandvoort) con l’esordio del motore aspirato a quattro valvole (Ford Cosworth DFV), portato all’esordio dalla Ford sulla Lotus 49: il nuovo motore si rivelerà essere potente, affidabile ed economicamente sostenibile.
Se già quello stesso anno la Lotus 49 dotata del nuovo motore aspirato a quattro valvole conquisterà ben quattro gare con Jim Clark (il già citato Gp d’Olanda, il Gp di Gran Bretagna, il Gp degli Stati Uniti e il Gp del Messico), dal 1968 al 1985 la Ford come motorista grazie al DFV conquisterà 155 vittorie su 262 gare disputate, nonché la bellezza di nove titoli costruttori (1968, 1970, 1972, 1973 e 1978 con Lotus, 1969 con Matra, 1971 con Tyrrell, 1974 con McLaren, 1980 e 1981 con Williams) e dodici titoli piloti (1968 con Graham Hill, 1969, 1971 e 1973 con Jackie Stewart, 1970 con Jochen Rindt (unico titolo assegnato postumo alla luce della scomparsa del pilota austriaco a causa di un incidente occorso durante le qualifiche  del Gp d'Italia), 1972 e 1974 con Emerson Fittipaldi, 1976 con James Hunt, 1978 con Mario Andretti, 1980 con Alan Jones, 1981 con Nelson Piquet, 1982 con Keke Rosberg). 
Nella prima metà degli anni’80, però, il DFV comincerà a mostrare tutti i suoi limiti visto e considerato che nel corso degli anni non era stato aggiornato, e, alla luce, della sempre più significativa espansione dei motori turbo, Ford decide di portare in pista nel 1983 un nuovo motore aspirato realizzato da Mario Ilien, il Ford Cosworth DFY (15 chili più leggero e con minor consumo rispetto del DFV, oltre a garantire una ventina di cavalli in più del motore precedente), ma non sarà un grande successo, visto che i motori turbo in quella fase riescono a garantire almeno un centinaio di cavalli in più rispetto al DFY.
A Ford non resta altro da fare che realizzare sempre in collaborazione con Cosworth un proprio motore turbo (il Ford Cosworth GBA) che vedrà il suo esordio nel 1986 sulla Haas-Lola, ma che si rivelerà essere un’autentica delusione sotto il profilo dell’affidabilità, così come della potenza, riuscendo a malapena a raggiungere gli 850 cavalli (contro i 900 dei motori Honda e Renault, e con i motori Ferrari che riuscivano ad oltrepassare con estrema facilità gli 850 cavalli). Se nel 1987 Ford riuscirà a risolvere i problemi di affidabilità accusati anno prima, la contemporanea decisione della Federazione di riammettere i motori aspirati dal 1988, e di bandire i motori turbo dal 1989 metterà Ford nelle condizioni di perdere quella competitività alla quale il GBA sarebbe arrivato presumibilmente tra il 1987 e il 1988, visto e considerato che Cosworth decide di ritirare il motore GBA al termine del Mondiale 1987, a favore dell’aspirato DFR di nuova concezione (fornito solo a Benetton), riservando alle altre squadre motorizzate Ford (Tyrrell, l’AGS, la Rial Racing, la Minardi, la Lola, la Coloni, l’Eurobrun e la BMS Scuderia Italia) il DFZ, un motore aspirato da 3500cm³ introdotto nel 1987.

© Formula 1 via Twitter

Proprio la Benetton riserverà alla Ford una bellissima emozione: con l’avvento del Team Principal Flavio Briatore e l’ingresso nel Settembre 1991 di un giovane talento del calibro di Michael Schumacher la squadra di proprietà dell’omonima azienda tessile trevigiana conquisterà nel 1994 (anno che vede Schumacher conquistare a Monaco la sua prima pole in F1, come possiamo vedere nella foto sopra riportata) il Mondiale piloti con il pilota tedesco, ma non purtroppo il titolo costruttori, andato alla Williams.

Dopo il divorzio con Benetton al termine di quella stagione, la Ford tornerà come motorista nel 1997 al fianco del neonato team Stewart Grand Prix (fondato dal tre volte campione del mondo Jackie Stewart) fornendole i nuovi motori V10 Zetec-R. Se quel primo anno sarà costellato da numerosi ritiri (vedendo come miglior risultato il secondo posto di Rubens Barrichello alle spalle della Ferrari di Michael Schumacher in occasione del Gp di Monaco al termine di una gara caratterizzata dalla pioggia) al pari della stagione successiva, il 1999 vedrà invece la Stewart motorizzata Ford maggiormente competitiva, al punto che non solo conquisterà il quarto posto in Classifica Costruttori, ma addirittura vincerà con Johnny Herbert il Gp d’Europa, corso sul circuito tedesco del Nürburgring, pochi giorni dopo la decisione di Ford di acquistare la squadra da Jackie Stewart, con l’obiettivo di promuovere il marchio Jaguar.

Dal 2000 al 2004, dunque la Jaguar Racing motorizzata Cosworth parteciperà al Mondiale di Formula 1, ma senza essere seriamente in grado di poter lottare con Ferrari, McLaren-Mercedes e Williams-BMW per il titolo mondiale: se il 2000 vedrà come miglior risultato il quarto posto di Eddie Irvine (appena arrivato dopo il quadriennio in Ferrari che, complice l’infortunio di Schumacher a Silverstone, lo aveva visto lottare l’anno prima per il titolo mondiale contro Hakkinen) a Montecarlo, il 2001 sempre a Montecarlo grazie al terzo posto finale Irvine conquisterà il primo podio per la Jaguar, replicato poi a Monza nel 2002 sempre dal pilota irlandese. Alla luce di questi esigui risultati Ford deciderà al termine del 2004 di ritirarsi dal mondo della Formula 1, non prima di aver ceduto la Jaguar Racing nonché la motorizzazione Cosworth al gruppo Red Bull, il quale nel 2005 schiererà al via del Mondiale la Red Bull Racing (la quale l’anno successivo (2006) trasferirà la motorizzazione Cosworth al neonato team satellite Toro Rosso, nato sulle ceneri della Minardi). Curioso, quindi, il fatto che dal 2026 Ford tornerà in Formula 1 proprio al fianco di quel team che nel 2004 cedette al gruppo Red Bull, divenuto nel corso degli anni prima con Sebastian Vettel (in virtù dei quattro titoli consecutivi conquistati dal 2010 al 2013) e poi con Max Verstappen (grazie ai titoli vinti nelle ultime due stagioni) un autentico punto di riferimento.

Ford e la partnership con Red Bull Powertrains

© Ford Performance via Twitter

Nel momento in cui la Formula 1 sembra più espandersi verso il mercato americano (con ben tre gare quest’anno negli States, tra le conferme di Miami (7 Maggio) e di Austin (22 Ottobre), e il debutto di Las Vegas (18 Novembre)), Ford decide, dunque, di tornare nella massima serie motoristica. Solo una coincidenza, o c’è qualcosa di più? Bisogna dire che in questi anni Ford sta puntando tantissimo sulla batterie e sullo sviluppo dei motori elettrici, e sull’uso di carburanti sostenibili, al pari di Formula 1 e FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), con la massima serie motoristica che punta al 2030 per essere carbon neutral. Non è un caso se nel tweet in cui è stato annunciato il suo ritorno nella massima serie motoristica a partire dal 2026 (con una foto che vede raffigurato il Ceo della Formula 1 Stefano Domenicali al fianco del Ceo di Ford Motor Company Jim Farley) si sottolineino l’innovazione, la sostenibilità, l’elettrificazione e il palcoscenico mondiale.

Se poi a questo aggiungiamo che, come già detto all’inizio, con la nuova generazione di power unit che entrerà in vigore a partire dal 2026 verrà abolito l’MGU-H a favore di una maggiore potenza del motore elettrico da 120 a 350 kW (circa 475 cavalli), ecco, quindi, che l’esperienza di Ford in diverse aree di sviluppo dei nuovi motori (tra cui la tecnologia delle celle della batteria e del motore elettrico, nonché il software e l'analisi del controllo dell'unità di potenza) può sicuramente essere fondamentale per Red Bull, che dal 2026 si presenterà al via del Mondiale anche in veste di nuovo motorista, grazie alla Red Bull Powertrains. Se inizialmente questa divisione avrebbe dovuto produrre autonomamente a partire da quest’anno la propria power unit basandosi sulla proprietà intellettuale delle attuali power unit Honda affittata dal motorista nipponico, gli accordi raggiunti nei mesi scorsi tra Red Bull e Honda fanno si che i motori da qui al 2025 saranno realizzati in Giappone dalla Honda, mentre nella Red Bull Powertrains gli sforzi saranno concentrati sulla realizzazione della nuova generazione di power unit, che farà il suo esordio nel 2026, e che sarà interamente realizzata nella sede di Milton Keynes, a disposizione ovviamente sia di Red Bull che dello junior team Alpha Tauri. Non è quindi un caso che la partnership tecnica con Ford prenda il via praticamente da subito, in modo tale che Red Bull Powertrains possa lavorare fin da subito con la casa motoristica americana, e prepararsi così in questi tre anni per lanciare la sfida ai principali avversari per il titolo mondiale.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi