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Mattia Binotto e l’addio alla Ferrari© Getty Images

Mattia Binotto e l’addio alla Ferrari

Il 53enne Team Principal Ferrari lascerà dopo 28 anni la scuderia di Maranello il prossimo 31 Dicembre

29.11.2022 ( Aggiornata il 29.11.2022 18:07 )

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Una notizia che già filtrava da alcuni giorni, e che ha trovato soltanto questa mattina la sua ufficialità. Il prossimo 31 Dicembre Mattia Binotto lascerà la Ferrari e il suo incarico di Team Principal. Finisce così una lunga storia d’amore iniziata nel 1995: dopo essersi laureato l’anno precedente in ingegneria presso il politecnico federale di Losanna e aver conseguito un master in ingegneria dell’autoveicolo presso il Dipartimento d’Ingegneria intitolato ad Enzo Ferrari presso l’Università degli Studi di Modena e dell’Emilia Romagna il giovane Mattia inizia a lavorare per la scuderia di Maranello come ingegnere motorista della squadra test.
Una vita tutta in Ferrari, quella di Binotto, con il passaggio nel 1997 al reparto corse in Formula 1 in cui avrebbe assistito ai trionfi di Michael Schumacher al volante della Rossa con la conquista dei cinque titoli piloti (dal 2000 al 2004) e dei sei titoli costruttori consecutivi (dal 1999 al 2004), a cui seguirà la nomina di ingegnere dei motori di gara nel 2004, la promozione nel 2007 a capo ingegnere, la nomina a responsabile delle operazioni motore e KERS assieme al più esperto Paolo Martinelli nel 2009, la nomina di vicedirettore del reparto motore ed elettronica in coabitazione con Luca Marmorini e poi su volere del neo Presidente Ferrari Sergio Marchionne la promozione a Direttore dell’area power unit nel 2014. Nel Luglio 2016 in seguito all’addio di James Allison (approdato poi in Mercedes) Binotto viene promosso Direttore Tecnico, fino a diventare il 7 Gennaio 2019 Team Principal in sostituzione di Maurizio Arrivabene.

Nel quadriennio in cui Binotto è stato al comando della Gestione Sportiva (2019-2022) la Ferrari ha fatto registrare dei risultati alterni, passando dall’emozione delle prime vittorie in rosso e in Formula 1 per Charles Leclerc (Spa e Monza) con la conferma del secondo posto in Classifica Costruttori (anche grazie alla vittoria di Sebastian Vettel a Singapore), all’accordo segreto con la Federazione in merito alla power unit Ferrari, con un importante deficit di potenza che associato all’eccessivo drag presente sulla SF-1000 porterà nel 2020 la scuderia di Maranello a concludere la stagione al sesto posto della Classifica Costruttori, ottenendo il peggior risultato dal 1980 ad oggi. Se nel 2021 la Rossa è riuscita a risalire al terzo posto della Classifica Costruttori grazie ad alcuni correttivi sulla monoposto e a una ritrovata potenza a livello della power unit, grande attesa da parte di tifosi ed appassionati era concentrata sul 2022, con l’avvento del nuovo Regolamento tecnico e il ritorno delle monoposto ad effetto suolo.

Se ad inizio stagione la Ferrari F1-75 è sembrata essere la monoposto da battere grazie alle due vittorie ottenute da Leclerc nelle prime tre gare (Bahrain ed Australia), i problemi di affidabilità al motore Superfast con ben sei power unit montate nell’arco della stagione a testa sia da Leclerc che da Sainz) associati agli errori di strategia del muretto (quasi sempre ai danni di Leclerc, vedasi tra gli altri Montecarlo e Silverstone) e alla contemporanea crescita di competitività della Red Bull nella seconda parte della stagione conseguente alla progressiva perdita di peso della RB18 hanno purtroppo obbligato la Ferrari a rinunciare al sogno del titolo mondiale (con Leclerc e la scuderia di Maranello che solo nel finale di stagione ad Abu Dhabi sono riusciti a mettere al sicuro il secondo posto in Classifica Piloti e Costruttori alla luce della recuperata competitività da parte della Mercedes (ben evidenziata dalla doppietta conseguita a Interlagos)), e al contempo a un irrigidimento dei rapporti di Binotto con il Presidente Ferrari Elkann. Non avvertendo più la fiducia da parte del management Ferrari (dopo le voci che alla vigilia dell’ultimo appuntamento di Abu Dhabi volevano un avvicendamento a Gennaio con l’attuale Team Principal Alfa Romeo, Frederic Vasseur), Mattia Binotto ha deciso seppur a malincuore di fare un passo indientro con le dimissioni accettate in data odierna da parte della dirigenza Ferrari.

Le dimissioni di Binotto

Un rapporto arrivato agli sgoccioli. Che la storia d’amore tra Mattia Binotto e la Ferrari potesse essere arrivata ai suoi titoli di coda lo si era intuito lo scorso 15 Novembre, quando a pochi giorni dall’ultima gara di campionato in programma ad Abu Dhabi comincia a filtrare un’indiscrezione secondo cui a partire dal Gennaio 2023 il nuovo Team Principal della Rossa sarebbe diventato l’attuale Team Principal Alfa Romeo Frederic Vasseur, da sempre molto vicino a Charles Leclerc (avendolo avuto come pilota sia in Formula 3 nel 2016, che in Formula 1 in Alfa Romeo Sauber nel 2018). L’indiscrezione viene però smentita nella stessa giornata con un comunicato dalla stessa Ferrari. “In relazione alle speculazioni apparse su alcuni organi di stampa relative alla posizione del Team Principal della Scuderia, Mattia Binotto, Ferrari comunica che si tratta di voci totalmente prive di fondamento”.

Binotto e la squadra può così tornare a concentrarsi sull’ultima gara di campionato che ad Abu Dhabi vede la Ferrari conquistare il secondo posto nel Mondiale Piloti con Charles Leclerc, e al contempo il secondo posto nella Classifica Costruttori, con squadra e tifosi proiettati sul 2023, l’anno della rivincita per quanto concerne la lotta iridata contro Red Bull.

Venerdì 25 Novembre, però, comincia a filtrare la notizia delle dimissioni di Mattia Binotto, associata alla notizia di un possibile interim fino a fine anno dell’Ad Benedetto Vigna, e l’approdo a Gennaio di Frederic Vasseur. A differenza di quanto avvenuto alla vigilia dell’ultima gara, la scuderia di Maranello si trincera dietro il silenzio, fino al comunicato pubblicato questa mattina, in cui apprendiamo che la Ferrari accetta le dimissioni presentate da Mattia Binotto, il quale il prossimo 31 Dicembre lascerà il suo ruolo di Team Principal all’interno della scuderia.

Benedetto Vigna (Ad Ferrari) "Desidero ringraziare Mattia per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari, e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia tutto il meglio per il futuro".

Mattia Binotto "Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un'azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni."

Il nuovo Team Principal Ferrari e il futuro di Binotto in Formula 1

Una volta ufficializzata la separazione tra Mattia Binotto e la Ferrari a fine 2022, la domanda che in queste ore i tifosi della Rossa si staranno ponendo è: chi sarà il nuovo Team Principal Ferrari? E sopratutto: quale sarà il futuro dello stesso Binotto in Formula 1?

Sul fronte Ferrari, se nei giorni scorsi la candidatura di Frederic Vasseur (spinta dal CEO di Stellantis, Carlos Tavares) sembrava essere piuttosto forte (e incentivata secondo quanto filtra da numerose indiscrezioni diffuse dalla stampa estera dai rifiuti degli attuali Team Principal McLaren e Red Bull, Andreas Seidl e Christian Horner, sondati dal management della Rossa per un possibile approdo a Maranello), nelle ultime ore questa ipotesi sembrerebbe perdere sensibilmente quota. Da qui la decisione della dirigenza Ferrari di prendere tutto il tempo necessario fino a inizio anno per cercare in maniera più approfondita possibile la figura più adatta per vestire i panni di Team Principal della scuderia di Maranello.
Alla luce dell’addio di Binotto non è da escludere (come riportato da numerose indiscrezioni in questi giorni) il possibile ritorno in Ferrari nel ruolo di Direttore Tecnico di Simone Resta (attualmente prestato dalla Rossa alla Haas).

Per quanto riguarda poi il futuro di Binotto in Formula 1, bisogna fare una doverosa precisazione. Se è vero che il suo operato come Team Principal non sempre è stato apprezzato dai tifosi, è anche vero che come tecnico ha sempre goduto di massima stima ed ammirazione non solo dai tifosi, ma anche da diverse squadre rivali. Non è quindi un caso se in queste ore siano state accostate a un suo possibile ingaggio come tecnico (o addirittura nelle veci di Direttore Tecnico) dopo un periodo di gardening leave Alpine, Aston Martin e si sussurra anche Mercedes, forte dei precedenti che hanno visto Aldo Costa e James Allison lasciare la scuderia di Maranello per prendersi le rispettive rivincite nel team tedesco, risultando decisivi nella costruzione e nella conferma del lungo ciclo di vittorie della stella a tre punte in Formula 1 dal 2014 al 2020.

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