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Scopriamo le caratteristiche delle qualifiche delle tre serie automobilistiche per monoposto più celebri al mondo: Formula 1, Formula E e Indycar.
Essere il più veloce possibile sul giro secco. Da sempre per un pilota il momento della qualifica è quello forse più esaltante, perché se in gara il pilota è costretto a gestire le gomme per farle durare il maggior numero di giri possibili, in qualifica in quel determinato tentativo si gioca tutte le chance a disposizione per ottenere la pole position, o comunque una posizione prestigiosa in griglia.
Ci sono delle piste (Montecarlo e Singapore in primis) in cui la qualifica assume un ruolo a dir poco basilare al punto da anticipare quello che potrebbe essere l’ordine di arrivo della gara stessa.
La sessione di qualifica rappresenta, insomma, uno spettacolo in cui a mettersi in discussione in quel dato giro secco è il pilota. Se è vero che fino allo scorso anno sopratutto in Formula 1 abbiamo assistito a delle vere e proprie strategie per cercare di montare in Q2 la mescola più congegnale per il primo stint di gara, in IndyCar e sopratutto con il nuovo format introdotto in Arabia Saudita sul circuito di Diriyah abbiamo assistito a delle qualifiche estremamente appassionanti, capaci di tenere con il fiato sospeso gli appassionati fino all’ultimo secondo.
Con la Formula E e l’Indycar già iniziate, e con la Formula 1 che prenderà il via ufficialmente il 20 Marzo con il Gp del Bahrain, qual miglior occasione per mettere a confronto il format delle qualifiche delle tre serie automobilistiche riservate alle monoposto più celebri e più apprezzate dagli appassionati?
Il format attualmente utilizzato nelle sessioni di qualifica dei Gp di Formula 1 è nato nel 2006 per sfoltire il gruppo, e lasciare nell’ultima parte delle qualifiche (la Q3) i dieci piloti più veloci che si giocheranno la pole position.
Considerando il numero attuale di piloti (20), nella prima fase chiamata Q1 (durata 18 minuti) tutti i piloti sono chiamati ad effettuare la migliore prestazione cronometrica possibile. I cinque piloti più lenti vengono eliminati.
Nella seconda fase, chiamata Q2 (durata 15 minuti), i tempi realizzati in Q1 vengono azzerati, e i piloti chiamati ad effettuare una nuova serie di giri veloci. Passano alla Q3 i dieci piloti più veloci, gli altri vengono eliminati. Fino allo scorso anno il set di gomme (di mescola morbida, media o dura) con cui veniva ottenuto il miglior tempo in Q2 era lo stesso che i primi dieci avrebbero montato al via della gara. A partire da quest’anno non sarà più così, consentendo così alle squadre di poter diversificare al meglio le proprie strategie per quanto concerne qualifica e gara.
Nella terza e ultima fase, chiamata Q3 (della durata di 12 minuti), i dieci piloti superstiti dopo essersi visti azzerare i tempi ottenuti in Q1 e Q2 lottano per la pole position, che verrà assegnata al pilota più veloce.
Al fine di aumentare lo spettacolo in pista, sia lo scorso anno che nella stagione che sta per cominciare in tre appuntamenti ben precisi (per il 2022 saranno Imola, Austria e Brasile) la griglia di partenza della gara domenicale verrà ottenuta tramite una gara Sprint della lunghezza di 100 Km. La griglia di partenza della Sprint viene determinata dall’esito delle qualifiche, eccezionalmente disputate al venerdì. La Sprint non prevede cambi gomme, con punti assegnati ai primi otto classificati (nel 2021 erano solo i primi tre).
Il format introdotto quest’anno prevede una prima fase (Q1) in cui i 22 piloti partecipanti al Mondiale vengono suddivisi in due gruppi di undici. Ogni gruppo nella prima fase ha dieci minuti di tempo sfruttando una potenza di 220 Kw per ottenere il miglior tempo sul giro. Accedono ai quarti di finale i primi quattro di ogni gruppo.
Gli otto piloti superstiti si affrontano in duelli nei quarti di finale, con il primo del gruppo A che affronterà il quarto del gruppo B, il secondo del gruppo A che affronterà il terzo del gruppo B, il terzo del gruppo A che affronterà il secondo del gruppo B e il quarto del gruppo A che affronterà il primo del gruppo B. Ogni duello a due prevede l’utilizzo di una potenza pari a 250 Kw e un solo tentativo lanciato a disposizione dopo ovviamente il giro di riscaldamento. I quattro vincitori dei duelli nei quarti di finale si sfideranno a loro volta nelle semifinali (vincitore Quarto di finale 1 vs vincitore Quarto di finale 2; vincitore Quarto di finale 3 vs vincitore Quarto di finale 4) con regole identiche a quelle dei quarti. I due vincitori delle semifinali si sfideranno nella finale che assegnerà la pole position: anche in questo caso la potenza disponibile sarà pari a 250 Kw e ci sarà un solo tentativo lanciato a disposizione. Il vincitore della finale conquisterà la pole position (Julius Bär Pole Position) nonché tre punti aggiuntivi, mentre il pilota che avrà ottenuto nell’arco della Qualifica la prestazione cronometrica più veloce (tra Q1, quarti, semifinale e finale) otterrà un punto aggiuntivo. I piloti che nel gruppo del poleman in Q1 si erano classificati dal quinto all’undicesimo posto occuperanno le posizioni dispari in griglia tra il nono e il ventunesimo posto, mentre i piloti eliminati in Q1 dal quinto all’undicesimo posto presenti nel gruppo del secondo classificato occuperanno le posizioni pari in griglia comprese tra il decimo e il ventiduesimo classificato.
In IndyCar sono ben tre i format di qualifica presenti all’interno della serie, a seconda che si corra su un circuito cittadino o permanente, un ovale o le 500 Miglia d’Indianapolis.
From @supercars to @IndyCar, @smclaughlin93 is FAST.
— IndyCar on NBC (@IndyCaronNBC) February 26, 2022
The three-time Supercars champ can now say he’s a pole winner in the NTT INDYCAR SERIES! pic.twitter.com/F4OyMtzpFk
Sia nei circuiti cittadini (come abbiamo visto nello scorso weekend nella prima gara stagionale a St. Petersburg in Florida che ha visto la pole position di Scott McLaughlin), sia nei circuiti permanenti le qualifiche sono divise in tre fasi: Segment 1, Fast 12 e Fast 6.
Il Segment 1 ricorda molto la Q1 della Formula E: i 26 piloti partecipanti alla Indycar vengono suddivisi in due gruppi da 13 piloti, ed hanno dieci minuti di tempo per ottenere la migliore prestazione cronometrica. Accedono alla Fast 12 i sei piloti più veloci di ogni gruppo. I sette piloti eliminati dal Gruppo 1 occuperanno in griglia le posizioni dispari comprese tra la 13° e la 25 posizione, mentre i sette piloti eliminati in Gruppo 2 occuperanno in base al tempo cronometrico ottenuto le posizioni pari comprese tra la 14° e la 26° posizione in griglia.
I dodici piloti che accedono alla seconda fase (Fast 12) hanno dieci minuti di tempo per ottenere la migliore prestazione cronometrica. I sei piloti più veloci accedono alla Fast 6, mentre i sei piloti eliminati in base al tempo ottenuto si potranno schierare in griglia dal 7° al 12° posto.
I sei piloti che accedono alla terza e ultima fase, chiamata Fast 6, hanno sei minuti di tempo per ottenere la miglior prestazione cronometrica. Il pilota più veloce otterrà la pole position.
Sui circuiti ovali presenti in Indycar (ad eccezione della 500 Miglia d’Indianapolis) le qualifiche prevedono un ordine di uscita determinato in base alla quantità inversa dei punti in classifica. Chi ha pochi punti esce per primo, mentre chi è in testa alla classifica esce per ultimo. Ogni pilota ha a disposizione due giri di riscaldamento (con la possibilità di effettuarne altri, se ritenuto necessario dal Direttore di gara), e poi due giri lanciati consecutivi. Il tempo complessivo ottenuto nei due giri lanciati consecutivi rappresenta il tempo finale, con la pole position che andrà al pilota con il tempo finale più basso.
Per quanto riguarda, infine, le Qualifiche valide per le 500 Miglia d’Indianapolis, come riportato sul sito ufficiale della Indycar vige un regolamento apposito. Prima di ogni giornata di qualifica viene effettuato un sorteggio alla cieca. A ciascuna vettura sono consentiti due giri di riscaldamento (tre, se ritenuto necessario dal Direttore di gara) prima di effettuare le quattro tornate consecutive cronometrate, la cui somma finale dei tempi rappresenterà il tempo di qualificazione. Il pilota con il tempo di qualificazione più basso sarà l’autore della pole position.
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