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Honda e l'addio alla Formula 1© Getty Images

Honda e l'addio alla Formula 1

Il motorista nipponico (attuale fornitore di Red Bull e Alpha Tauri) ha annunciato in conferenza stampa l'intenzione di abbandonare il Circus al termine della stagione 2021.

03.10.2020 ( Aggiornata il 03.10.2020 19:09 )

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Un fulmine a ciel sereno. Ha lasciato senza parole il Circus la decisione di Honda di lasciare al termine del 2021 il mondo della Formula 1, mettendo così fine alla sua quarta esperienza nella massima serie motoristica dopo quelle targate 1964-1968 (con la prima vittoria ottenuta dall'americano Richie Ginther il 24 Ottobre 1965 nel Gp del Messico, a cui seguirà quella di John Surtees a Monza il 10 Settembre 1967) e 2006-2008 (unica vittoria nel Gp d'Ungheria con Jenson Button il 10 Agosto 2006) come costruttore, e quelle come motorista targate 1983-1992 (con la conquista di cinque titoli piloti (Nelson Piquet 1987, Ayrton Senna 1988, 1990 e 1991, Alain Prost 1989) e ben sei titoli costruttori motorizzando Williams nel 1986 e nel 1987, e McLaren dal 1988 al 1991), e quella attuale targata 2015-2021 (iniziata con l'obiettivo di ridar vita al binomio vincente McLaren-Honda, conclusosi nel 2017 senza successo (e caratterizzato dal celebre team radio di Fernando Alonso nel 2015 in cui il pilota asturiano paragonò la power unit Honda a un motore di GP2 in occasione del Gp del Giappone, facendo trasalire non poco i dirigenti Honda presenti a Suzuka), e proseguita nel 2018 con la partnership con Alpha Tauri, tappa anticipatrice del legame con Red Bull l'anno successivo).

A queste esperienze in Formula 1 va aggiunta anche quella affrontata dal 1991 al 2000 con il marchio Mugen-Honda: un'azienda, la Mugen, creata nel 1973 da Hiretoshi Honda (figlio del fondatore della Honda, Soichiro Honda) e da Masao Kimura. Nei dieci anni di partecipazione al Mondiale di Formula 1 in veste di motorista, la Mugen-Honda ha raccolto quattro vittorie: Il Gp di Monaco nel 1996 con la Ligier di Oliver Panis, il Gp del Belgio nel 1998 con la Jordan di Damon Hill (e con il compagno di squadra Ralf Schumacher secondo), e nel 1999 sempre con la Jordan il Gp di Francia e il Gp d'Italia a Monza con Heinz Harald Frentzen.

Tornando però alla stretta attualità, cosa ha spinto Honda a mettere fine alla sua ennesima esperienza in Formula 1 che, con il passaggio al gruppo Red Bull stava finalmente cominciando a dare i suoi frutti con ben 5 vittorie, (di cui 4 targate Max Verstappen (Gp Austria, Germania e Brasile nel 2019 e Gp 70° Anniversario quest'anno) e Red Bull oltre a quella conseguita da Pierre Gasly con l'Alpha Tauri lo scorso Settembre a Monza), e 15 podi? Un vero e proprio cambio di pelle all'interno del colosso nipponico, con l'obiettivo di raggiungere il 50% delle vendite con dei veicoli elettrici entro il 2030, e al contempo l'intenzione di abbattere totalmente le emissioni di carbonio entro il 2050, grazie anche alla creazione di un nuovo centro chiamato Innovative Research Excellence Power Unit & Energy. Alla luce di questo scenario, che comporterà una ridistribuzione delle proprie risorse da parte di Honda, era inevitabile che qualcosa dovesse venir tagliato, e alla fine la scelta è caduta sulla Formula 1, dando così ragione a quelle voci che nelle scorse settimane ipotizzavano un possibile addio al Circus da parte del motorista nipponico, puntualmente smentite in ogni occasione.

Comprensibile il dispiacere di Red Bull ed Alpha Tauri alla notizia dell'addio a fine 2021 da parte di Honda. Se il Team Principal del team di Faenza, Franz Tost, pur rispettando i motivi di questa decisione, nel ringraziare il motorista nipponico ammette che non sarà per niente facile trovare un partner motoristico come Honda, il suo collega in Red Bull, Chris Horner, nel ribadire il dispiacere di non poter proseguire la partnership con Honda e la necessità al contempo di dare il massimo per il resto delle stagioni 2020-2021, è già con la testa a studiare quali soluzioni adottare a partire dal 2022.

Un futuro prossimo, quello rappresentato dal 2022, ma neanche troppo lontano, visto e considerato che entro il 1° Maggio 2021 i team dovranno comunicare alla Federazione quale motore utilizzeranno la stagione successiva. Quali scenari, dunque, si aprono per Red Bull ed Alpha Tauri alla luce dell'abbandono di Honda al termine del 2021?

L'ipotesi allo stato attuale più scontata potrebbe venir rappresentata dalla motorizzazione Renault, agevolata anche dal fatto che il Regolamento impone alla squadra con meno motorizzazioni di fornire le proprie power unit ai team che dovessero rimanere senza motore. Perdendo il prossimo anno la fornitura alla McLaren (che tornerà ad utilizzare power unit Mercedes) e motorizzando solamente il team ufficiale (che dal prossimo anno si chiamerà Alpine), Renault sarebbe senza ombra di dubbi il candidato ideale a motorizzare dal 2022 Red Bull e Alpha Tauri. Il problema, però, è che Red Bull e Renault si sono lasciate piuttosto male dopo il divorzio avvenuto a fine 2018, per cui è auspicabile una richiesta di scuse da parte della scuderia di Milton Keynes e una ripresa di rapporti con la casa della Losanga? Allo stato attuale sembra piuttosto difficile, anche se con il passare del tempo tutto è possibile, anche recuperare rapporti piuttosto logori.

Altra ipotesi potrebbe essere rivolgersi a Mercedes o Ferrari, ma il team campione del mondo per via delle sue 4 motorizzazioni (Mercedes, Racing Point (dal prossimo anno Aston Martin), Williams e McLaren dal 2021) difficilmente potrà mettere a disposizione di altri team le proprie power unit. Anche la strada che porta al team di Maranello è chiaramente in salita: non solo in passato sotto la gestione Marchionne la Ferrari decise di non mettere a disposizione di Red Bull le proprie power unit per evitare di rinforzare una squadra che sarebbe potuta starle davanti, ma anche le dichiarazioni piuttosto polemiche sulla presunta irregolarità della power unit del Cavallino rilasciate sul finire della passata stagione da parte di Max Verstappen, di Helmut Marko e di Chris Horner indubbiamente non aiutano sebbene i rapporti tra i due team siano piuttosto cordiali.

C'è un'ipotesi, però, di cui si parla non poco in queste ore, e che riguarderebbe l'ex capo motorista Mercedes Andy Cowell e un grande esperto di motori quali Mario Ilien. Partiamo con il dire che nonostante l'addio a fine 2021 della Honda alla Formula 1, il motorista nipponico sta continuando a lavorare con dura lena sulla power unit del prossimo anno, con l'obiettivo di azzerare il gap da Mercedes. Le prime indiscrezioni provenienti dal Giappone sarebbero sotto questo aspetto piuttosto confortanti, con una potenza decisamente più elevata rispetto alla power unit 2020. Qualora queste voci dovessero venir supportate dai fatti, e la power unit Honda dovesse essere realmente così performante, l'intenzione di Red Bull sarebbe infatti quella, di continuare a sviluppare negli anni successivi la power unit Honda (ricordiamo che nel 2022 secondo il Regolamento sarà consentito solamente l'aggiornamento di MGU-H, turbocompressore, e motore endotermico, mentre dal 2023 al 2025 la power unit dovrà essere tassativamente congelata) con una propria struttura interna a Milton Keynes guidata dall'ex capo motorista Mercedes Andy Cowell (in gardening leave fino a metà 2021) assieme a Mario Ilien.

In attesa di verificare l'effettiva veridicità di questa ipotesi, resta da capire anche quali ripercussioni avrà l'addio di Honda sul rapporto con Max Verstappen, sotto contratto fino al 2023, ma con una clausola d'uscita che lo autorizza a rescindere anticipatamente. Proprio la competitività della power unit prescelta avrà un peso fondamentale per far restare il giovane talento olandese nel team Red Bull, o costringerlo a cercar fortuna in un'altra squadra.

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