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Ferrari e la riorganizzazione tecnica© Getty Images

Ferrari e la riorganizzazione tecnica

Alla luce dei deludenti risultati conseguiti nelle prime tre gare, la Ferrari ha rivisto la propria organizzazione all'interno del team di Formula 1 creando l'area Performance Development, guidata da Enrico Cardile (che potrà contare sul supporto di Rory Byrne). Confermati Enrico Gualtieri (Power Unit), Laurent Mekies (Direttore Sportivo e Responsabile dell'attività in pista), Simone Resta (Area Ingegneria Telaio).

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Tornare ad essere competitivi il prima possibile. Questo l'obiettivo non facile (alla luce del congelamento di telaio e power unit, sancito con la prima gara stagionale in Austria) che si pone la Ferrari visto l'evidente fallimento tecnico del progetto relativo alla SF-1000 che le prime gare del Mondiale di Formula 1 hanno chiaramente evidenziato. In questo momento così difficile per la scuderia di Maranello (peggiore rispetto alla già deludente stagione 2014) la decisione da parte del Team Principal Mattia Binotto è stata quella di non procedere ad alcuna epurazione (consapevole che non avrebbe risolto il problema di base della monoposto), preferendo piuttosto puntare su una una migliore organizzazione dei propri uomini all'interno del team di Formula 1.

Se fino ad ora la scuderia di Maranello si era affidata a una struttura di tipo orizzontale (introdotta dal compianto Presidente Sergio Marchionne nel 2016) che voleva la partecipazione alla progettazione e allo sviluppo della macchina di tutti i membri delle varie aree della monoposto con le idee sottoposte che venivano poi selezionate dai capi-progetto, in queste ore Binotto ha deciso alla luce delle difficoltà emerse di tornare a una struttura di tipo verticale, con un preciso Responsabile per ogni area della monoposto, il quale poi dovrà rispondere di ogni scelta direttamente allo stesso capo della scuderia. Una decisione, questa, volta ad accelerare i tempi di reazione dinanzi a una crisi tecnica che ha riportato la Ferrari indietro di anni, e che nessuno dopo la scorsa stagione si sarebbe immaginato.

Come apprendiamo dal Comunicato ufficiale diffuso dalla scuderia di Maranello, la Ferrari ha deciso per prima cosa di istituire una nuova area denominata Performance Development, che verrà affidata all'aerodinamico Enrico Cardile (capo progetto assieme a David Sanchez dell'attuale SF-1000). Cardile, oltre ovviamente al già citato Sanchez, potrà avvalersi dell'esperienza di Rory Byrne, il cui contributo è stato preziosissimo all'epoca di Schumacher sia in Benetton (dove il campione di Kerpen si aggiudicò i suoi due titoli iridati), sia in Ferrari, dove ha consentito a Schumi di conquistare i suoi cinque titoli mondiali consecutivi dal 2000 al 2004. Più recentemente (nel 2017), Byrne era stato coinvolto proprio assieme al duo Cardile-Sanchez nella progettazione dell'aerodinamica della SF70H, monoposto che impressionò tifosi e team avversari per la sofisticatezza di numerose soluzioni tecniche riprese negli anni a seguire dalle altre squadre. L'auspicio è che il 76enne esperto tecnico sudafricano possa dare una mano preziosa per sconfiggere i problemi aerodinamici che attualmente affliggono la SF-1000, in attesa poi che a fine anno sia poi possibile utilizzare in vista della stagione 2021 i pochissimi token di aggiornamento per telaio e power unit.

Per quanto riguarda le altre aree, non si registrano particolari novità rispetto al recente passato, con Enrico Gualtieri che sarà responsabile dell'Area Power Unit, con Laurent Mekies che sarà Direttore Sportivo e Responsabile delle attività in pista, e con Simone Resta che sarà a capo dell'Area Ingegneria Telaio. Proprio al 49enne ingegnere imolese rientrato dalla breve esperienza in Alfa Romeo, spetterà il delicato compito di progettare la Rossa che sarà chiamata a disputare il Mondiale 2022 di Formula 1, che vedrà al debutto la rivoluzione tecnico-regolamentare fortemente voluta da Liberty Media. Una monoposto, quella, assolutamente da non sbagliare.

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