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La ripartenza obbligata della Formula 1© Getty Images

La ripartenza obbligata della Formula 1

Nonostante in videoconferenza il CEO della Formula 1 Chase Carey abbia ammesso la possibilità minima di non disputare la stagione causa COVID-19, l'intenzione alla luce delle perdite registrate nel primo trimestre (-84% rispetto a un anno fa) è quella di garantire lo svolgimento del Mondiale 2020 con gli adeguati protocolli di sicurezza.

09.05.2020 ( Aggiornata il 09.05.2020 17:31 )

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Assicurare nei limiti del possibile lo svolgimento del Mondiale di Formula 1. Nonostante Chase Carey nel corso di una videoconferenza con gli investitori svoltasi nelle scorse ore abbia ammesso per la prima volta che esiste un rischio (seppur minimale) che il Mondiale non possa prendere il via a causa dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus, l'intenzione da parte di Liberty Media è quella di correre regolarmente. Ne va non solo della stabilità economica delle squadre, ma anche della stessa Formula 1, che nel primo trimestre 2020 nel periodo gennaio-marzo ha fatto registrare una perdita di ricavi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari all'84% (36 infatti i milioni di dollari guadagnati nei primi tre mesi dell'anno corrente contro i 228 milioni incassati nello stesso periodo del 2019).
Per il futuro, però, la stessa Liberty Media si mostra fiduciosa auspicando dopo questo primo trimestre assai negativo una pronta ripresa verso quella crescita che il 2019 aveva fortemente evidenziato.

Una cosa, però, deve essere chiara fin da subito: la prima parte del Mondiale 2020 (con le gare europee) giocoforza verrà disputata a porte chiuse; da qui l'indiscrezione secondo cui eccezionalmente per quest'anno sarebbe Liberty Media a pagare i promoter dei circuiti (e non viceversa) per assicurare così un calendario di circa 15-18 gare, che, dopo la prima parte in Europa fino ai primi di Settembre, vedrebbe poi il passaggio in Eurasia, Asia, America e Medio Oriente con l'obiettivo graduale di recuperare il pubblico presente in tribuna.

Come sopra detto, dovrebbero essere tra 15 e 18 il numero di gare presenti in calendario con conclusione a metà dicembre ad Abu Dhabi (importante non scendere sotto quota 15 per mantenere gli attuali proventi garantiti dai diritti tv pagati dalle emittenti), con la possibilità, come annunciato dallo stesso Carey in videoconferenza, di correre anche su piste inizialmente non previste in calendario, con Hockenheim data per vicina al ritorno, e con Imola e Portimao interessate rispettivamente al ritorno (il circuito del Santerno intitolato ad Enzo e Dino Ferrari manca in Formula 1 dal 2006), e al debutto (con il Portogallo che tornerebbe così dopo 24 anni ad ospitare una gara) nella massima serie motoristica.
Restando in tema di nuovi circuiti interessati ad entrare in Formula 1, per il 2021 (anno in cui Liberty Media, coronavirus permettendo, vorrebbe tornare a proporre 22 gare in calendario), alla luce delle difficoltà di Spagna e Brasile per il rinnovo contrattuale, si parla del debutto della controversa gara di Miami (con i residenti che più volte avevano contestato l'approdo del Circus temendo problemi per la viabilità oltre che a un forte aumento dell'inquinamento), e di Arabia Saudita.

Tornando però alla stretta attualità, un aspetto fondamentale per la ripartenza della Formula 1 a Luglio in Austria dovrà essere giocoforza un adeguato protocollo di sicurezza. Come ha dichiarato nei giorni scorsi Ross Brawn l'obiettivo da parte di Liberty Media è quello di creare una sorta di biosfera, testando ogni partecipante prima di entrare nell'ambiente di gara, e poi tenerlo all'interno. Non ci saranno i motorhome, ma sarà il catering a garantire il servizio di ristorazione. Inoltre i membri del paddock della F1 verranno sottoposti a tampone ogni 48 ore nel corso del weekend di gara da parte di personale medico della Croce Rossa Internazionale con dei test capaci di garantire dei risultati in pochi minuti, e, nel caso in cui venisse riscontrata una positività al Coronavirus, come conferma il capo della Commissione Medica FIA, Gerard Saillant, il soggetto positivo verrebbe subito isolato, con test ovviamente previsti per le persone che possono aver avuto un contatto con lui. Prevista, inoltre, una restrizione dei movimenti all'interno del paddock, al fine di evitare assembramenti tra tecnici e piloti di varie squadre. Ogni squadra, infatti, dovrà rimanere per conto suo, sia negli hotel sia in circuito. Infine, anche in caso di soggetti positivi al COVID-19, la gara si svolgerà regolarmente, e non verrà bloccata, come accaduto lo scorso Marzo in Australia.

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