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Ferrari e il budget cap restrittivo© Getty Images

Ferrari e il budget cap restrittivo

Si preannuncia un duello senza esclusione di colpi tra Ferrari e McLaren sul budget cap, che la scuderia di Woking vorrebbe venisse fissato in 145 milioni di dollari per il 2021, e in 130 milioni per il 2022. In caso di budget cap eccessivamente restrittivo, la scuderia di Maranello valuterà la possibilità di affiancare alla F1 altre competizioni.

25.04.2020 ( Aggiornata il 25.04.2020 20:12 )

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Seguire altre strade per continuare a garantire il proprio DNA nel mondo delle corse, senza per questo lasciare il mondo della Formula 1. In un'intervista rilasciata al Guardian, il Team Principal Ferrari Mattia Binotto ha ufficializzato una volta per tutte i propri dubbi in merito a un ulteriore abbassamento del budget cap, portato avanti dalla McLaren. Fin dall'inizio, la Rossa non era stata molto favorevole a questo strumento (adottato per lo più nei campionati professionistici americani) fortemente voluto da Liberty Media e volto a livellare gli investimenti economici profusi dalle squadre del Circus. Alla fine lo scorso Giugno era stato raggiunto un tetto ritenuto abbastanza congruo da tutte le squadre partecipanti, fissato per il 2021 in 175 milioni di dollari.

In seguito allo scoppio della crisi economica determinata dall'emergenza sanitaria legata al Coronavirus (con conseguente cancellazione del Gp inaugurale in Australia) sul finire di Marzo la McLaren ha proposto in occasione di una riunione dello Strategy Group di abbassare il budget cap a 100 milioni di dollari. Fin da subito Ferrari e Red Bull hanno espresso la propria contrarietà in merito, con Mercedes che solo negli ultimi giorni sembra essersi riavvicinata sulle posizioni dei due team rivali. Secondo la scuderia di Maranello un abbassamento così marcato del budget cap da 175 a 100 milioni di dollari per il 2021 rischierebbe molto seriamente di portare al licenziamento di centinaia di dipendenti, cosa che in Ferrari vogliono assolutamente scongiurare.
Da qui una prima controproposta (appoggiata da Red Bull) di abbassare di circa 15-20 milioni i costi di telaio ed aerodinamica, e di 5-10 milioni i costi dei motori (in modo da portare il budget cap a circa 150 milioni di dollari), bocciata fin da subito da McLaren e dai team minori, a cui è poi seguita una seconda controproposta da parte della Rossa (presa in considerazione da Liberty Media): alla luce delle spese di ricerca e sviluppo che i team costruttori devono affrontare per mettere a punto componenti della monoposto e power unit (acquistati dai team minori), perchè non fare due tetti spese diversi previsto in 100 milioni di dollari per i team clienti, e di 100 milioni di dollari più spese di ricerca e sviluppo per i costruttori?

Anche quest'idea viene bocciata senza pietà da parte della McLaren e dai team minori nella riunione dello Strategy Group svoltasi lo scorso 16 Aprile: il team di Woking propone così di abbassare il budget cap per il 2021 a 145 milioni di dollari, per passare poi a 130 milioni di dollari per il 2022 (in una stagione che vedrà l'esordio del nuovo Regolamento tecnico), a cui si aggiunge la proposta di limitare lo sviluppo aerodinamico in modo decrescente a partire dalla squadra che si è aggiudicata il titolo Costruttori al fine di favorire le scuderie tecnicamente inferiori. Una serie di proposte che non trova l'unanimità da parte delle squadre, e che per questo non viene promossa. Ferrari non è però disposta ad accettare un'eventuale adozione della soluzione proposta dalla McLaren: a rischio, sono infatti numerosi posti di lavoro. Si arriva così all'intervista rilasciata dal Team Principal Mattia Binotto al Guardian Mercoledì 22 Aprile.

Se il primo titolo aveva lasciato supporre un addio da parte della Ferrari al mondo della Formula 1 in caso di approvazione di questo budget cap così restrittivo sopratutto in una stagione, la 2022, che prevederà la riprogettazione quasi totale della monoposto e un inevitabile innalzamento dei costi di ricerca, una nota rilasciata dalla scuderia di Maranello il giorno successivo chiarisce meglio il senso delle parole del proprio Team Principal.

Andando a leggere con molta attenzione l'intervista realizzata da Gilles Richards, Mattia Binotto spiega infatti che già abbassare in ottica 2021 il budget cap dai 175 milioni di dollari fissati nel Giugno 2019 ai possibili 145 è già una richiesta particolarmente esigente che non può essere raggiunta se non attraverso sacrifici significativi in termini di risorse umane. Qualora questo valore dovesse ulteriormente scendere (arrivando così ai 130 milioni di dollari previsti per il 2022 dalla McLaren) con il serio rischio di ulteriori licenziamenti, in Ferrari non vorrebbero essere messi nella condizione di dover guardare ad altre opzioni (WEC? IndyCar?) per continuare a sviluppare il proprio DNA nel mondo delle corse. Dando ovviamente per scontata la permanenza in F1 (come ben specificato dalla nota diffusa da Maranello).

“In F1- spiega Binotto al Guardian- abbiamo team con diverse caratteristiche. Operano in diversi paesi e con legislazioni diverse, e con i loro modi di lavorare. Pertanto non è semplice e diretto apportare modifiche strutturali semplicemente tagliando i costi in modo lineare. Siamo ben consapevoli che la F1 e il mondo intero in questo momento stanno attraversando un momento particolarmente difficile a causa dell'emergenza sanitaria legata al COVID-19. Tuttavia, questo non è il momento di reagire in fretta, poiché esiste il rischio di prendere decisioni sull'onda di questa emergenza senza però valutare chiaramente tutte le conseguenze. (…) La F1 deve essere l'apice del motorsport in termini di tecnologia e prestazioni. Deve essere attraente per le case automobilistiche e per gli sponsor che vogliono essere associati a questa categoria molto prestigiosa. Se limitiamo eccessivamente i costi corriamo il rischio di ridurre eccessivamente il livello avvicinandolo sempre più alle categorie inferiori”. Nel ribadire che la Ferrari ha cercato di tutelare al massimo il proprio staff non licenziando nessuno e non imponendo vacanze forzate, Binotto ha ulteriormente ribadito che il dovere etico della scuderia di Maranello è quello di prendersi cura del proprio personale, evitando perdite di posti di lavoro.

All'intervista di Binotto al Guardian ha risposto a distanza di 48 ore proprio la McLaren con il suo CEO Zak Brown, affermando che il budget cap non è assolutamente contro il DNA della F1, e che nel caso in cui la Ferrari dovesse decidere di lasciare il Circus, la F1 sopravviverebbe ugualmente con altri Costruttori che andrebbero a riempire gli slot lasciati liberi dalla scuderia di Maranello, anche se ovviamente sarebbe meglio una F1 con Ferrari che senza.

Cosa aspettarsi dunque, nel futuro prossimo? Se è vero che nella giornata di ieri (Venerdì 24 Aprile) la FIA con il consenso delle squadre ha introdotto nel Regolamento Sportivo Internazionale una clausola di salvaguardia che prevede in tutti i campionati gestiti dalla Federazione Internazionale dell'Automobile la possibilità in questo periodo di poter approvare una qualsiasi decisione non più all'unanimità ma con una semplice maggioranza, in casa Ferrari sanno di poter contare sul diritto di veto (messo a disposizione della scuderia di Maranello per via della sua maggior presenza in F1) nel caso la McLaren riuscisse a far passare la sua proposta di budget restrittivo.
Non solo: resta ancora in piedi la proposta Ferrari del budget cap diversificato tra team costruttori e team minori (o clienti), così come quella del Team Principal Red Bull Chris Horner di abolire direttamente il budget cap mettendo a disposizione dei team minori delle auto clienti, che avrebbero il vantaggio di ridurre fortemente i costi, non avendo i team minori da sostenere spese di ricerca o di sviluppo. Una soluzione, questa, che in Ferrari vedono di buon occhio, e già usata ad esempio dalle squadre di MotoGp (vedi ad esempio la Yamaha con la moto ufficiale guidata da Rossi e Vinales, e il team satellite Petronas con le Yamaha della stagione precedente guidate da Quartararo e da Morbidelli, o la Ducati che mette a disposizione ad esempio della Pramac le moto della passata stagione).

Resta ancora da capire, però, quale sarà la strada seguita dalla McLaren in questo frangente, e il dubbio che in questo periodo viene quasi da porsi è: come mai tutta questa improvvisa vicinanza del team di Woking alle squadre più deboli per quanto riguarda un possibile abbassamento del budget cap alla luce della difficile situazione economica legata al Coronavirus? Reale solidarietà, o approfittarsi di un budget cap più basso e più congegnale alle proprie esigenze (non avendo una power unit da progettare, visto che dal prossimo anno tornerà a utilizzare quella Mercedes) per rilanciarsi in chiave iridata? Solo il tempo ci aiuterà a chiarire una situazione così intricata.

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