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Senna-Prost, rivali con stima

Senna-Prost, rivali con stima

Una profonda rivalità, quella tra Ayrton Senna ed Alain Prost (che in questi giorni ha compiuto 65 anni) dietro alla quale si nascondeva una sincera stima da parte di entrambi: ripercorriamo le principali fasi di un duello che ha appassionato per anni il mondo della Formula 1.

26.02.2020 ( Aggiornata il 26.02.2020 14:53 )

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Un pilota che ha fatto della pignoleria nel mettere a punto il set-up della sua monoposto e dell'approccio tattico a ogni gara il suo tratto distintivo, al punto da essere soprannominato “il Professore”. Alain Prost (che ha compiuto in questi giorni 65 anni) è stato senza ombra di dubbio una delle figure più iconiche nella storia della Formula 1, capace di vincere nell'arco della sua carriera ben 4 titoli mondiali (3 con la McLaren nel biennio 1985-1986 e nel 1989, e 1 con la Williams nel 1993) e di arrivare secondo in ben quattro occasioni (1983 con Renault, 1984 e 1988 con McLaren, 1990 con Ferrari a cui regalerà la 100° vittoria nella massima serie motoristica), grazie anche alla sua capacità riconosciuta da tutti di saper gestire correttamente le gomme e i freni nelle prime fasi di gara per poi dare tutto il massimo a disposizione nel finale, cercando nei limiti del possibile di ottimizzare il risultato.

Quando parliamo di Alain Prost, però, non possiamo non pensare alla sua rivalità con il pilota brasiliano Ayrton Senna (suo compagno di squadra in McLaren nel biennio 1988-1989), capace di coinvolgere tra la fine degli anni '80 e i primissimi anni '90 gli appassionati di Formula 1.
Se all'inizio della loro convivenza in McLaren nel 1988 il rapporto tra Prost e Senna è basato sul massimo rispetto reciproco, con il passare del tempo cominceranno a sorgere le prime difficoltà, che porteranno man mano ad acuire la loro rivalità.

I primi screzi tra i due risalgono al Gp del Portogallo del 1988 (anno che vedrà il brasiliano conquistare con soli 3 punti di vantaggio il primo titolo iridato ai danni del compagno di squadra per la regola degli scarti), con Senna che al via stringe troppo contro il muretto il compagno di squadra Prost, il quale alla fine pur aggiudicandosi la gara accuserà Ayrton di aver compiuto una manovra piuttosto pericolosa.

Non c'è dubbio, però che sarà il 1989 l'anno in cui la loro rivalità si acuirà non poco già a partire dalla seconda gara in programma ad Imola, quando contravvenendo agli accordi presi in precedenza, al via della seconda ripartenza del Gp (resasi necessaria per via dell'incidente occorso al quarto giro alla Ferrari di Gerhard Berger) Senna supera Prost alla variante della Tosa, andando così a vincere la gara con 40”225 sul suo compagno di squadra. Prost non prende per niente bene questo mancato rispetto degli accordi da parte del brasiliano, e da quel momento in poi tra i due inizia una profonda rivalità che toccherà il punto più alto il 22 Ottobre 1989 a Suzuka in occasione del Gp del Giappone, decisivo per la conquista del titolo iridato.

SUZUKA 1989: IL CONTATTO ALLA TRIANGLE CHICANE.

In un'annata che dopo la vittoria di Imola aveva riservato pochi sorrisi a Senna (per via dei numerosi problemi tecnici che lo privarono di vittorie quasi certe nel Gp degli Usa a Phoenix, in Gran Bretagna sul circuito di Silverstone, e a Monza), il pilota brasiliano si presenta con 16 punti di svantaggio nei confronti di Prost, e con l'obbligo di vincere, in maniera da giocarsi il tutto per tutto nell'ultima gara in programma due settimane dopo sul circuito di Adelaide in Australia.
La tensione è massima anche all'interno dei box: Prost già a metà stagione ha ufficializzato il suo addio alla McLaren, e il conseguente approdo per il biennio 1990-1991 in Ferrari e corre quasi da separato in casa, potendo godere solamente dell'appoggio del Presidente FISA (l'attuale FIA) Jean Marie Balestre. Senna invece può godere dell'appoggio totale della sua squadra (e in particolare del suo capo, Ron Dennis) e dell'intero management Honda.
Se in qualifica è il brasiliano a brillare ottenendo la sua dodicesima pole stagionale (1'38”041) davanti a Prost (secondo con il tempo di 1'39”771), al via è il francese a superare Senna conquistando così la testa della corsa. Se il primo stint di gara vede il Professore in netto vantaggio grazie a un ritmo difficile da sostenere per il compagno di squadra brasiliano, una volta che entrambi hanno effettuato la sosta ai box, è Senna a cambiare passo cominciando man mano a rispondere ai tempi del compagno di squadra fino ad essere il più veloce in pista.

Arriviamo così al 47° Giro con Senna nei tubi di scappamento della McLaren gemella di Prost, il quale all'altezza della Triangle Chicane anticipa la traiettoria d'ingresso chiudendo la strada al brasiliano, ed originando così il contatto che vede la monoposto di Senna bloccata da quella del pilota francese. Prost scende dalla monoposto, sicuro di aver vinto il Mondiale, Senna no: non solo chiede ai commissari di essere spinto per tornare in pista, essendo riuscito a tenere il motore acceso, ma addirittura riesce a tornare in gara passando dalla via di fuga della chicane. Dopo una sosta supplementare ai box per sostituire l'ala anteriore, Senna torna in pista a tre giri dal termine in seconda posizione con 4”681 da recuperare sulla Benetton di Alessandro Nannini, alle prese con un problema al motore Ford della sua monoposto. Il campione brasiliano riesce così già nella tornata successiva a superare il pilota toscano all'altezza della Triangle Chicane e a vincere così la corsa, senza però sapere che in quei precisi momenti Prost senza consultare il team era andato a protestare con la Direzione Gara per il ritorno in pista di Senna.

Dopo una lunga discussione a cui prendono parte il Team Principal McLaren Ron Dennis, il Presidente FISA Balestre, e lo stato maggiore della FOM costituito da Bernie Ecclestone e dal suo avvocato (e futuro Presidente FIA), Max Mosley, la Direzione gara deciderà di squalificare Senna, in quanto il pilota brasiliano rientrando in pista dalla via di fuga della chicane e non percorrendo la chicane stessa avrebbe ottenuto un vantaggio dalla spinta dei commissari. Alla luce della decisione presa è Alain Prost nonostante il ritiro a laurearsi Campione del Mondo. Così la FOM sui social ha ricostruito a distanza di trent'anni la gara in questione.

Seguirà un ricorso ad opera di Senna e della McLaren, respinto nell'udienza del successivo 30 Ottobre, che porterà a una multa della FISA di 100.000 dollari al pilota brasiliano, considerandolo pericoloso nei confronti degli altri piloti. Una decisione, questa, che Ayrton fatica non poco ad accettare, al punto che una volta finito il Mondiale non esita a tornare in Brasile, arrivando non solo a minacciare il ritiro, ma addirittura a dichiarare che la FISA (guidata da Balestre, connazionale e amico di Prost) abbia addirittura alterato l'andamento della lotta iridata. Dichiarazioni che porteranno a un ritiro della Superlicenza da parte del brasiliano. Solo una lettera di scuse da parte della McLaren (messa a punto assieme a Senna) chiuderà la vicenda con la FISA che riconsegnerà al pilota di San Paolo la Superlicenza per poter così affrontare la stagione 1990. Restano però piuttosto tesi i rapporti con Alain Prost, passato nel frattempo alla Ferrari.

LA FINTA PACE CON PROST E IL CONTATTO BIS A SUZUKA NEL 1990.

In occasione del Gp d'Italia corso a Monza il 9 Settembre 1990 che aveva visto la vittoria della McLaren-Honda di Senna con 6”054 di vantaggio sulla Ferrari di Alain Prost, i due nella conferenza post gara vengono invitati da un giornalista a fare pace, che viene sancita con una stretta di mano, ma ci vorrà poco tempo per capire che non è stata una vera pace.

Il 21 Ottobre 1990 di nuovo in Giappone a Suzuka si decide la lotta per il titolo iridato. Esattamente come un anno prima. Senna conquista la pole (1'36”906) davanti a un Prost (1'37”228) che deve assolutamente vincere se vuole lottare per il titolo iridato. Il Professore al via parte meglio rispetto al pilota brasiliano sfruttando il lato più pulito della pista, ma all'altezza della prima curva, ecco arrivare il colpo di scena. O meglio, la resa dei conti. Senna decide di mantenere la traiettoria interna ignorando la presenza della Rossa numero 1: inevitabile il contatto con Prost, con entrambe le macchine fuori pista nella sabbia. Gara finita per entrambi, e titolo questa volta nelle mani di Senna. Scoppia la rabbia tra McLaren e Ferrari, con Prost che protesterà non poco per l'accaduto con la Direzione gara, e con i Team Principal Cesare Fiorio e Ron Dennis vicendevolmente irritati per quanto avvenuto in pista. Alla fine, però, la Direzione Gara non comminerà alcuna sanzione, ritenendo l'episodio un semplice incidente di gara. Senna può così festeggiare il suo secondo titolo piloti in carriera, e la McLaren il terzo titolo Costruttori consecutivo.

IL VETO DI PROST IN WILLIAMS.

Nel 1991 la rivalità tra Prost e Senna comincia a passare in secondo piano complice la minore competitività della Ferrari 642. Solo in occasione del Gp di Germania corso sul circuito di Hockenheim la rivalità tra i due tornerà parzialmente ad accendersi quando nel corso del 37° Giro Senna resisterà all'altezza della chicane della prima curva a un attacco del Professore per la quarta posizione, mandando così il francese fuori pista. Una scaramuccia, se vogliamo, rispetto ai duelli precedenti, a cui seguirà un secondo tentativo di riconciliazione dopo quello già citato di Monza avvenuto poi nella gara successiva a Budapest, anche perchè Prost è sempre più insofferente alla mancanza di competitività della sua Ferrari in una stagione che vede il suo rivale brasiliano conquistare il terzo titolo piloti in carriera, al punto che dopo averla definita un camion al termine del Gp del Giappone a Suzuka (concluso in quarta posizione), viene licenziato dalla scuderia di Maranello.

Fuori dalla F1 e presosi un anno sabbatico nel 1992, la rivalità tra Prost e Senna prosegue fuori dalle piste. Una volta ingaggiato dalla Williams per la stagione 1993, il francese mette un veto sulla possibilità di avere nuovamente Senna come compagno di squadra (condizione, questa, a cui il team di Grove era particolarmente interessato).

LA FINE DELLA RIVALITÀ E LA NASCITA DI UN'AMICIZIA INSPERATA.

Il 1993 vede così Prost conquistare il suo quarto e ultimo titolo mondiale, e, una volta laureatosi Campione Del Mondo in Portogallo, annunciare al mondo la sua decisione di ritrarsi. Senna, perso il motore Honda, continua ancora a correre con la McLaren motorizzata Ford con cui vincerà solo cinque gare nell'arco della stagione (Gp Brasile, Europa a Donington, Monaco e le due gare finali in Giappone ed Australia).

Ed è proprio ad Adelaide, al termine dell'ultima gara della stagione (che coinciderà anche con l'ultima vittoria del brasiliano nella massima serie motoristica) che i due rivali sotterrano definitivamente l'ascia di guerra, con Senna che fa salire al suo fianco Prost sul primo gradino del podio, e lo abbraccia.

Un comportamento, questo, apparentemente incomprensibile, vista la forte rivalità tra i due, ma che nasconde un forte sentimento condiviso da entrambi: la grande stima reciproca. Non è quindi un caso se, una volta approdato in Williams, Senna si farà dare da un giornalista francese il numero di telefono di Prost e lo chiamerà (come raccontato dal Professore poco più di due settimane fa nel corso di una serata evento a lui dedicata al Teatro Olympia di Parigi) almeno una-due volte alla settimana senza un motivo particolare, a volte anche per chiedergli un consiglio.
Non solo: lo stesso Prost ha rivelato che poco prima del Gp di San Marino ad Imola lo stesso pilota brasiliano parlando con lui aveva manifestato una certa preoccupazione in merito alla questione della sicurezza in pista.

Legato però ad Imola è un episodio molto significativo. In occasione del warm-up del Gp di San Marino il 1° Maggio 1994 nel corso della diretta televisiva su TF1 viene fatto ad ascoltare ad Alain Prost (divenuto commentatore tecnico per i Gp) un messaggio registrato da Senna a bordo della sua Williams in cui il brasiliano chiedeva all'amico ex rivale di tornare in pista, perchè gli mancava. “Un saluto speciale al mio... al nostro caro amico, Alain. Ci manchi”. Parole che hanno un sapore ancora più drammatico, se pensiamo che poche ore dopo proprio Ayrton avrebbe perso la vita andando a schiantarsi con la sua FW16 contro la curva del Tamburello. Lo stesso Prost, pochi giorni dopo non esiterà a portare sulle spalle il feretro del brasiliano al funerale svoltosi nel cimitero di San Paolo.

A distanza di tanti anni, l'ex pilota francese (attualmente Direttore non esecutivo del team Renault) nel corso della già citata serata evento al Teatro Olympia di Parigi ha ammesso di avere un ricordo incredibile di Ayrton Senna, e ha confessato che in quei pochi mesi successivi al ritiro dalla Formula 1 si era andato addirittura a instaurare con il collega brasiliano un rapporto che lui non avrebbe mai potuto immaginare: una sincera amicizia.

Un sentimento, l'amicizia, alla fine sbocciato tra due grandi campioni e rivali, Senna e Prost, capaci con le loro gesta e i loro duelli di scrivere pagine di storia della Formula 1 ed accomunati dall'unica passione: quella delle corse.

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