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La Formula 1 e la riconferma delle gomme 2019© Getty Images

La Formula 1 e la riconferma delle gomme 2019

I dieci team iscritti al Mondiale di Formula 1 all’unanimità hanno bocciato le mescole 2020 portate da Pirelli e testate in maniera approfondita nel corso del test di fine stagione ad Abu Dhabi. Proviamo a capire i motivi che hanno spinto le squadre a prendere questa decisione.

16.12.2019 ( Aggiornata il 16.12.2019 19:57 )

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Una notizia che era nell’aria, e che il recente test di fine stagione svoltosi ad Abu Dhabi ha solamente confermato. I team di Formula 1 nei giorni scorsi attraverso una votazione elettronica hanno bocciato all’unanimità le mescole 2020 proposte da Pirelli, optando per la conferma di quelle attualmente in uso. Una scelta impensabile fino a pochi mesi fa, quando alcune squadre chiedevano addirittura un ritorno alle gomme del 2018, non riuscendo a mandare correttamente in temperatura le mescole attuali. A questo punto è lecito porsi una domanda: cosa ha spinto le squadre a bocciare le gomme 2020 a favore delle tanto criticate mescole 2019?

LE CRITICHE RED BULL E LA RICHIESTA DI UNA NUOVA GOMMA.

Se allo stato attuale le gomme 2019 Pirelli sono state confermate all’unanimità da tutte le squadre, nella prima parte di campionato le stesse precise gomme avevano evidenziato numerose problematiche. Se in casa Ferrari si parlava di una difficoltà a raggiungere la corretta finestra di temperatura per un adeguato utilizzo (problema che non si poneva per Mercedes e McLaren), alla vigilia del Gp del Canada dopo che nelle prime gare della stagione si era registrato un dominio di vittorie da parte della Mercedes la Red Bull non esita a criticare duramente le gomme 2019 prodotte dalla Pirelli, con Helmut Marko che accusa il gommista italiano di aver favorito solamente un unico team (Mercedes) che soffriva di blistering con le precedenti coperture, penalizzando le altre squadre a causa dell’abbassamento del battistrada di 0.4 mm. Piccata la risposta della Pirelli, che aveva eseguito semplicemente le richieste arrivategli dalla FOM e dalle squadre.

Come abbiamo potuto poi osservare nel corso della stagione, la grande forza della Mercedes W10 sia nelle prime gare come nel resto della stagione (con Red Bull che a partire dalla gara di casa in Austria è stata in grado di trovare il bandolo della matassa) è stata quella di riuscire ad innescare il maggior carico aerodinamico sulle gomme, trovando così con facilità non solo la finestra di esercizio ottimale, ma anche e sopratutto il maggior grip possibile.

Il botta e risposta tra Red Bull e Pirelli divide i team di Formula 1 in due fazioni: tra chi cioè si trova bene con le gomme 2019, e chi invece vuole tornare a quelle 2018. Si arriva così alla riunione tra team, Federazione e Pirelli, che si svolge il venerdì antecedente al Gp dell’Austria, con le squadre chiamate a prendere una decisione definitiva. Pur vincendo per 6-4 i team che propendevano per un ritorno alle mescole 2018 (Red Bull, Ferrari, Toro Rosso, Haas, Alfa Romeo, e Renault), alla fine vengono confermate le mescole 2019, in quanto secondo il Regolamento Sportivo della F1 perché un cambiamento in corsa sia valido deve votato da almeno 7 squadre su 10. Cosa non verificatasi in questo frangente.

Pirelli, però, pur confermando la mescola 2019, decide di tenere comunque in considerazione le indicazioni critiche provenienti dai team, e così decide di mettere a punto per il 2020 delle gomme capaci di assicurare una finestra di esercizio di temperatura più ampia rispetto a quelle 2019. Nella Riunione del Consiglio Mondiale della FIA di fine settembre su richiesta di Pirelli viene fissato un test aggiuntivo per le mescole 2020 (bocciato da Mercedes e Racing Point) che si svolge sul circuito del Montmelò a Barcellona in data 7 e 8 Ottobre (a cui prenderanno parte Mercedes, Ferrari e Red Bull) a cui seguirà poi la possibilità (estesa a tutte le squadre) di poter provare le mescole 2020 in occasione delle prime due sessioni di prove libere del Gp degli Usa sul circuito di Austin.

I TEST DI AUSTIN ED ABU DHABI.

Venerdì 1° Novembre 2019, quindi, in occasione delle prime due sessioni di prove libere del Gp degli Usa in programma ad Austin vengono messi a disposizione delle squadre non solo i consueti 13 set di gomme per ogni pilota ma anche due set non marchiati di una mescola non precisata delle nuove gomme 2020. Un’occasione, questa, per Pirelli, per avere la conferma che la strada seguita per aumentare la finestra di temperatura di esercizio sulle mescole sia quella giusta, ma che non avrà purtroppo l’esito sperato. Vuoi la differente progettazione (spalla più larga di 6 mm sulle gomme posteriori che finisce con l’avere comunque una ripercussione sull’assetto della monoposto, progettata in base alle gomme 2019), vuoi le condizioni meteo occorse nelle due sessioni di libere (con temperature più basse del previsto e quantificabili in circa 17-22° sull’asfalto) che finiscono giocoforza nel condizionare il comportamento degli stessi pneumatici, fatto sta che sia le squadre che i piloti finiscono con il bocciare repentinamente le nuove mescole, al punto che in questo frangente c’è chi comincia a pensare addirittura all’ipotesi di confermare per il 2020 le mescole Pirelli 2019.

Decisivi diventano così i test di fine stagione ad Abu Dhabi sulla stessa pista che pochi giorni prima aveva ospitato l’ultima gara del Mondiale: a disposizione dei team 20 set di gomme (8 scelti dalle squadre e 12 dalla stessa Pirelli), tra cui 4 set di gomme 2019 per dare modo alle squadre anche di poter fare delle prove comparative in attesa della votazione elettronica finale del 9 Dicembre. Una due giorni di test che alla fine di fatto confermerà le perplessità delle squadre nei confronti delle nuove gomme Pirelli 2020.

LA BOCCIATURA DELLE GOMME PIRELLI 2020: POSSIBILI MOTIVAZIONI.

Come detto all’inizio, dunque, anche il prossimo anno i team di Formula 1 continueranno ad usare le mescole 2019 della Pirelli. Quali motivi hanno spinto le squadre ad assumere questa decisione sotto certi versi clamorosa, in quanto finisce con il render vani mesi di studio e di progettazione che il gommista milanese aveva fatto pur di incrementare la finestra termica di utilizzo delle gomme?

Una delle cause è da ricercarsi nella filosofia che Pirelli ha assunto nel costruire le gomme 2020: per aumentare la corretta finestra termica di utilizzo, il gommista milanese ha non solo diminuito la pressione per gomma di 1.5 psi rispetto a quelle 2019 per evitare rischi di surriscaldamento (overeating) delle mescole, ma ha preferito diminuire anche il grip della gomma a favore di un maggiore finestra di esercizio. Soluzione, questa, che le squadre (e in primis i piloti) sembrano non aver apprezzato.

A questa ipotesi se ne può aggiungere un’altra ancora più pratica. Non è un mistero che i team abbiano progettato le monoposto 2020 sia dall’inizio dell’estate basandosi sui modellini delle gomme 2019. Come ben sappiamo, però, le nuove gomme 2020 presentano una spalla più larga di 6 mm, e solamente ai primi di Novembre le squadre hanno ricevuto dalla Pirelli i nuovi profili nonché il modellino della nuova classe di pneumatici per i test da effettuare in galleria del vento. Ora, rifare o modificare il progetto 2020 delle monoposto basandosi sui modellini ricevuti poco più di un mese fa dal gommista milanese rischia di provocare un notevole esborso di denaro da parte dei team per di più per una monoposto destinata a durare un solo anno, visto che dal 2021 entrerà in vigore il nuovo Regolamento tecnico della Formula 1, con una nuova classe di monoposto e con il passaggio alle gomme a 18 pollici.
Da non escludere pertanto l’ipotesi che dietro la bocciatura delle gomme 2020 ci sia stata l’intenzione da parte dei team di apportare il minimo cambiamento possibile alla progettazione delle nuove monoposto (simili a quelle attuali) per poi affrontare la rivoluzione vera e propria a partire dal 2021.

Una scelta, quella assunta dai team, che rischia però di avere nello stretto periodo alcune conseguenze. Se è vero che in linea di massima per il 2020 il Regolamento tecnico non cambierà in maniera significativa, d’altra parte è anche vero che è previsto un aumento del carico aerodinamico, che a sua volta porterà la gomma ad essere ancora più sotto pressione. Se con il pneumatico 2020 la situazione era stata risolta da Pirelli, questo per via della differente costruzione non avviene con la gomma 2019, motivo per il quale, come rivelato da Mario Isola nei giorni scorsi, Pirelli potrebbe quasi sicuramente chiedere ai team di aumentare la pressione sulle gomme rispetto ai valori assunti quest’anno al fine di salvaguardare i team stessi da eventuali brutte sorprese.
Se la scelta effettuata dalle squadre sarà stata più o meno vincente sarà solo il tempo a dirlo.

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