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F1, McLaren-Honda: un rapporto sempre più in crisi

F1, McLaren-Honda: un rapporto sempre più in crisi

Redazione

09.06.2017 ( Aggiornata il 09.06.2017 14:17 )

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Un binomio capace di scrivere una pagina di storia della Formula 1. Quando parliamo del duo McLaren-Honda non possiamo non pensare al dominio incontrastato esercitato dal team di Woking tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90, con ben 4 titoli mondiali piloti e costruttori vinti. Quando pensiamo a quel periodo non possiamo non pensare ai duelli in pista tra l'indimenticabile pilota brasiliano Ayrton Senna ed il quattro volte campione del mondo francese Alain Prost (compagno di squadra di Ayrton nel biennio 1988-1989, prima che il Professore si trasferisse in Ferrari), ma anche al dominio tecnologico della stessa Honda, capace di fare la differenza in pista.

Forse, sperando proprio di rinverdire i fasti del passato, nel 2013 l'ormai ex Presidente McLaren, Ron Dennis, rinsaldò i rapporti con il motorista nipponico senza purtroppo potersi immaginare come da un grande sogno la squadra sarebbe passata a una sincera e sentita delusione.

Se il primo anno nel 2015 era stato caratterizzato da una infinità di ritiri per via della precaria affidabilità (sebbene i tecnici Honda avessero avuto un anno di tempo in più per poter studiare e mettere a punto la power unit turbo-ibrida rispetto ai concorrenti (Mercedes, Ferrari e Renault)), e se lo scorso anno aveva visto un deciso passo avanti sia per quanto concerne l'affidabilità che le prestazioni in pista, quest'anno purtroppo abbiamo assistito almeno per il momento a un deciso passo indietro da parte del motorista nipponico, il quale nel tentativo di avvicinarsi a un'architettura della power unit simile a quella messa a punto dagli avversari, ha finito per ritornare a una situazione simil 2015, con ritiri e prestazioni motoristiche al di sotto della concorrenza.

Troppo per un pilota (Alonso), e una squadra (McLaren) normalmente abituata a lottare ai vertici della Formula 1, per cui dopo alcune indiscrezioni che giravano nel paddock che volevano dal prossimo anno un ritorno della McLaren alle power unit Mercedes, Mercoledì 7 Giugno l'ad Zak Brown ha rilasciato alla Reuters un'intervista in cui non manca di togliersi dei veri e propri sassolini dalle scarpe, ammettendo per la prima volta come l'ipotesi di un divorzio da Honda sia tra le ipotesi da prendere in considerazione.

Nel confermare l'indiscrezione secondo la quale Honda non avrebbe portato gli aggiornamenti alla power unit promessi per il Gp del Canada (in programma nel weekend), Brown ha così dichiarato “Honda sta lavorando duramente, ma mi sembra si siano un po' persi. Ci è stato detto solo recentemente che non avremmo avuto l'aggiornamento per Montreal, e non ci vengono indicate nuove date, ed è il motivo per il quale il dolore è grande, perchè non possiamo aspettare per sempre. Aspettavamo con ansia questo aggiornamento così come i nostri piloti, ed è una grande delusione il fatto che non sia arrivato. Non è una mancanza di sforzo, è il fatto di non riuscire a mettere insieme le cose. (…) Il comitato esecutivo ci ha dato degli ordini di marcia ben precisi. Non intendiamo ripetere un'altra stagione come questa. Non voglio entrare nel merito di quali siano le nostre opzioni. La nostra preferenza sarebbe quella di vincere il Campionato del mondo con la Honda. Ma a un certo punto è necessario prendere una decisione e vedere se è possibile. E abbiamo seri dubbi. Mancano gli aggiornamenti, e quelli consegnati non solo al livello di quanto ci era stato promesso. Siamo vicini al nostro limite”.

Zak Brown ha poi ammesso che un eventuale cambio di motorista verrà affrontato assieme alla Honda, e che la squadra nei prossimi 90 giorni dovrà prendere delle decisioni importanti rispetto alla macchina del prossimo anno, al fine di poter dare a Fernando Alonso un motivo per rimanere a Woking.

Su una cosa, però, Zak Brown è molto chiaro: al pari di Ron Dennis, anche lui avrebbe ricostituito il binomio McLaren-Honda. “La partnership con Honda è giusta al 100%, tuttavia un anno in Formula 1 è un'eternità; tre anni una decade. E non si può continuare ad andare avanti così per sempre”.

Vandoorne Gara

Neanche i contributi che puntualmente Honda mette a disposizione di McLaren (power unit fornite gratuitamente, intervento economico sul budget del team, e metà stipendio pagato ai piloti Alonso e Vandoorne, sopra raffigurato a Montecarlo) potrebbero questa volta essere sufficienti a far rientrare l'attuale crisi in quanto a detta di Brown negli ultimi tre anni la McLaren ha perso diversi grandi sponsor, alcuni dei quali avevano sottoscritto un accordo commerciale a lungo termine. Se a questo aggiungiamo al contempo i minori introiti messi a disposizione dalla FOM in base alla posizione più bassa occupata in classifica costruttori si arriva alla conclusione di come i benefici economici che Honda metta sul tavolo siano alla fine piuttosto limitati, con Brown che nel corso dell'intervista rilasciata a Reuters arriva a sostenere come sia possibile vincere un titolo mondiale con un motore clienti prendendo come riferimento la Brawn Gp del 2009 e la Red Bull.

Alonso Press Conference

Un rapporto, dunque, quello tra McLaren-Honda, ormai ai minimi termini, con il team di Woking che dopo tre anni di sofferenza vuole assolutamente tornare a vincere. Un concetto, questo, espresso con più forza ancora da Fernando Alonso, il quale nel corso della Press Conference di ieri ha messo in chiaro come resterebbe in McLaren solo a condizione di poter realmente lottare per vincere. Dobbiamo vincere. Se vinceremo prima di Settembre o qualcosa del genere, quando prenderò una decisione, sarà quella di rimanere. Non puoi essere al 100% ora a Giugno in merito a una decisione per il prossimo anno che non ho ancora cominciato a prendere in considerazione. Quello che noi tutti vogliamo è vincere, e i commenti di ieri di Zak in merito alla vicenda Honda, è quello che tu ti aspetti dica Zak. Lui vuole vincere, lui vuole che la McLaren torni a lottare per il campionato. Dopo tre anni non siamo in quella posizione, motivo per il quale le cose devono cambiare. Mi sono unito a questo progetto, perchè volevo essere Campione del Mondo, e non siamo in quella posizione, così se non vedi cambiamenti e non sei competitivo, forse cambi progetto. Posso dire solo questo. Finchè non mi metterò seduto a riflettere a Settembre, Ottobre, e comunque dopo l'estate, non potrò dire nulla al 100%. Sono molto aperto e spero di poter prendere la miglior decisione dopo l'estate.”

Se a questo punto, McLaren dovesse davvero decidere di divorziare a fine stagione dalla Honda per passare alla power unit Mercedes, cosa potrebbe succedere al team di Woking?

Come scrivemmo qualche mese fa, oltre a perdere i bonus economici offerti da Honda, in caso di un eventuale divorzio, non è da escludere il pagamento di una penale al motorista nipponico per l'interruzione anticipata del loro rapporto, alla quale poi andrebbe aggiunta la quota da pagare a Mercedes per l'acquisto delle nuove power unit. Una penale che in McLaren non vorrebbero pagare. Da qui, dunque, le dichiarazioni di mercoledì di Zak Brown, volte secondo la stampa tedesca (Bild) a portare la Honda a chiedere lei stessa la rescissione del contratto.

Indipendentemente, però, dalla power unit da pagare, mai come ora per McLaren diventa importante capire cosa fare in ottica 2018, con il rischio molto serio che Fernando Alonso possa lasciare il team. Rischio che Brown non vuole assolutamente correre.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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