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Focus: il Parlamento Europeo e l'indagine sulla F1

Focus: il Parlamento Europeo e l'indagine sulla F1

Redazione

16.02.2017 ( Aggiornata il 16.02.2017 10:39 )

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AGGIORNAMENTO 16 FEBBRAIO Con un comunicato pubblicato oggi sul sito ufficiale, la Federazione Internazionale dell'Automobile ha smentito l'ipotesi di un possibile conflitto d'interessi in merito alla recente acquisizione della Formula 1 da parte di Liberty Media, lanciata dall'europarlamentare inglese, Anneliese Dodds. Per prima cosa la FIA ha voluto specificare la propria estraneità in merito alla distribuzione dei premi in denaro assegnati ai team, in quanto stabiliti in conformità agli accordi bilaterali esistenti tra ciascun team e il detentore dei diritti commerciali (la FOM). Accordi di cui la FIA non è a conoscenza. In merito poi a un possibile conflitto d'interessi nell'acquisizione della F1 da parte di Liberty Media, la Federazione spiega che (secondo l'accordo entrato in vigore nel 2001 con durata centennale) avrebbe potuto negare il consenso solamente nel caso in cui il cambio di controllo dei diritti commerciali avesse portato anche un cambio degli obblighi; cosa non avvenuta con l'acquisizione da parte di Liberty Media.

Nel confermare la propria disponibilità a dimostrare l'assenza di qualsiasi conflitto d'interesse in caso di eventuali verifiche da parte di qualsiasi autorità competente, la Federazione non vede l'ora di poter collaborare con Liberty Media e con F1 Group per creare una collaborazione costruttiva al fine di garantire il successo continuo e al contempo lo sviluppo del Campionato Mondiale di Formula 1.

Una decisione destinata nel breve-medio periodo a scompigliare (forse) le carte. Nella giornata di martedì il Parlamento Europeo ha deciso di appoggiare la richiesta dell'europarlamentare inglese Anneliese Dodds alla Commissione Competizioni dell'Unione Europea riguardante l'apertura di un'indagine nei confronti della Formula 1 in merito alla distribuzione dei premi in denaro da parte della FOM (alimentando il sospetto di un comportamento anti-concorrenziale), e in merito al recente consenso della FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile) all'acquisizione del Circus da parte degli americani di Liberty Media. 467 i voti favorevoli, 156 i contrari, 86 gli astenuti.

Una richiesta, quella della Dodds, che parte da lontano, e più precisamente dal 2014 quando la stessa europarlamentare segnalò al Commissario Europeo per la Concorrenza, Margarethe Verstager, la possibilità di aprire un'inchiesta in merito al modello di distribuzione dei proventi nei confronti delle squadre più piccole (al momento, lo ricordiamo, i proventi vengono divisi tra le prime 10 squadre in classifica costruttori con una percentuale che varia in base al piazzamento in classifica), ulteriormente ampliata poi nel 2015 grazie alla denuncia da Sauber e da Force India.

La svolta nel mese di Gennaio: in occasione di una seduta del Parlamento Europeo in cui veniva redatto un elenco dei principali appuntamenti da inserire nell'agenda della Commissione Europea, la Dodds ha proposto un emendamento in merito all'apertura della suddetta indagine. Emendamento approvato prima dal Parlamento, e così messo ai voti ieri, con l'esito sopra riferito.

Soddisfatta per l'esito della mozione l'europarlamentare inglese, che, intervistata da Motorsport.com ha così dichiarato “Sono felice che oggi (martedì n.d.r.) il Parlamento Europeo abbia sostenuto la mia richiesta di un'indagine completa ed immediata sulle pratiche anticoncorrenziali presenti in Formula 1. Poche settimane fa la Manor è diventata l'ultima squadra britannica ad arrivare al collasso dopo che gli amministratori non sono riusciti a trovare un acquirente. Le squadre più piccole sono punite ingiustamente con una divisione ingiusta dei premi in denaro, che darà sempre più soldi alle grandi squadre, anche se dovessero finire ultime in ogni gara. I problemi della Formula però si estendono ben oltre i premi in denaro, perchè c'è stato un accordo con HM Revenue and Customs che gli permette di pagare solamente il 2% di tasse”.

Una domanda merita di essere fatta. Nel caso in cui la Commissione Competizioni dell'UE desse il via libera all'indagine, e realmente dovessero venir rilevate le pratiche anticoncorrenziali denunciate sia dall'europarlamentare inglese che da Sauber e Force India, cosa succederebbe alla Formula 1? Dato per assodato che l'attuale Patto della Concordia stipulato con i team (e sottoscritto, vale la pena di ricordarlo, anche da Sauber e Force India) è valido fino al termine della stagione 2020, la FOM andrebbe sicuramente incontro a una multa pari al 10% del suo fatturato quantificabile in circa 168 milioni di euro, oltre ovviamente a dover rivedere lo stesso Patto. Una cifra da sborsare non indifferente.

I problemi, però, non finirebbero qui. Sempre nel caso in cui il Parlamento Europeo autorizzasse la suddetta indagine, potrebbe finire sotto inchiesta anche la recente acquisizione della Formula 1 da parte degli americani di Liberty Media. In particolare l'autorizzazione concessa dalla FIA al gruppo guidato da John Malone nasconderebbe, a detta dell'europarlamentare inglese, un profondo conflitto d'interessi.

Come già la stessa Dodds spiegava in una lettera indirizzata al Commissario Europeo per la Concorrenza Verstager lo scorso Settembre, la Federazione Internazionale, prima di acconsentire la vendita della F1 a Liberty Media, possedeva l’1% dei diritti della stessa Formula 1, vendutigli dalla Delta Topco nel 2013. In caso di vendita della Formula 1 dalla CVC Partners, il fondo inglese guidato dal manager inglese David McKenzie che per conto di Ecclestone ha gestito il F1 Group, la FIA grazie a quell’1% di quota avrebbe guadagnato una cifra pari a circa 33 milioni di sterline (79,5 milioni di sterline), contravvenendo così all’indagine avviata tra il 1999 e il 2001 dalla Commissione Europea sulla Formula 1, che prevedeva per la FIA solo e unicamente un ruolo di supervisore, senza avere alcun interesse economico in merito al fine di evitare eventuali conflitti d’interesse, che, a detta dell’europarlamentare inglese, sono invece fortemente presenti.

Nel caso venisse quindi appurata la presenza di un conflitto d'interessi anche la recente acquisizione della Formula 1 da parte di Liberty Media rischierebbe quindi di saltare, con la categoria che si ritroverebbe di botto senza proprietari dopo il recente siluramento di Ecclestone (a meno di un suo improvviso reintegro). Una situazione che, qualora si verificasse, rischierebbe di mettere in difficoltà la massima categoria motoristica.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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