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Liberty Media e le azioni della F1

Liberty Media e le azioni della F1

Redazione

20.01.2017 ( Aggiornata il 20.01.2017 08:00 )

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Offrire alle squadre la possibilità di diventare azionisti della Formula 1 acquistandone un pacchetto d'azioni. Nel corso del Consiglio Federale svoltosi mercoledì a Ginevra (e che ha visto la Federazione Internazionale dell'Automobile dare all'unanimità parere favorevole alla vendita della F1, con il passaggio di Delta Topco, la holding che gestisce i diritti commerciali del Circus ,dal fondo CVC (vicino a Ecclestone) agli americani di Liberty Media, con la FIA che ne manterrebbe una quota pari all'1%), il gruppo guidato da John Malone è tornato a ribadire questa proposta.

Nella fattispecie, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal magazine tedesco Auto, Motor und Sport, verrebbe offerto ai team un pacchetto di azioni pari al 20% dei diritti commerciali della Formula 1 (da capire come avverrebbe la distribuzione, visto che la quantità massima di azioni acquistabili per team sarebbero intorno al 5%, con un prezzo di circa 22 dollari a testa, mentre attualmente sul mercato il costo di un'azione sarebbe intorno agli 8 dollari), con la possibilità, per chi accettasse, di entrare nel Cda del Circus stesso. Nella fattispecie, i due team che avranno acquistato più azioni entrerebbero in Cda con un posto a testa, mentre un terzo e ultimo posto sarebbe riservato agli altri team che avranno acquistato un numero di azioni minore. Liberty Media ha fissato una scadenza per fine Gennaio, dopodichè le azioni verranno messe sul mercato libero.

La proposta al momento non sembra convincere le squadre, secondo le quali al contrario nasconderebbe una trappola. Se da una parte, i team diventerebbero effettivamente azionisti di una parte dei diritti commerciali della Formula 1 (con possibilità di ricavi di circa 800 milioni di dollari, visto e considerato che oggi l'1% equivale circa a 40 milioni di dollari), dall'altra non solamente sarebbero obbligati a tenere le azioni acquistate per un periodo tassativo di 10 anni, ma addirittura, pur entrando nel Cda, perderebbero il diritto di voto in caso di nuovi Regolamenti, nuove strategie commerciali, le nomine di nuovi CEO, le campagne di marketing o la distribuzioni dei ricavi. Cose, queste, che non entusiasmano i team, i quali, come avviene oggi con Ecclestone, vorrebbero essere partecipi in merito al proprio futuro, e non essere invitate all'interno del Cda senza poi poter dire la loro al momento di prendere una decisione.

Da non stupirsi, pertanto, se alla fine le squadre decidessero non solo di non acquistare azioni, ma addirittura alcune di esse paventassero al momento del rinnovo del Patto della Concordia (in scadenza nel 2020) la possibilità di lasciare il mondo della Formula 1. Cosa che gli appassionati non auspicano.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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