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Un altro capitolo riguarderebbe la visibilità, ma sotto questo aspetto sia Vettel che Raikkonen sono entrambi concordi: con il sistema Halo non ci sono grosse differenze per quanto riguarda la visibilità, per cui sotto questo aspetto non cambierebbe nulla.
Come siamo arrivati, dunque, al sistema Halo? Il primo passo risale al terribile incidente che vide convolta la Ferrari allora guidata da Fernando Alonso in occasione del Gp del Belgio del 2012, quando il pilota asturiano venne coinvolto in una carambola innescata dalla Lotus di Grosjean, la quale, decollata da terra, sfiorò per pochissimo il casco del pilota della Ferrari. Uno shock e una paura terrificanti che spinsero la Federazione a pensare a una soluzione che potesse proteggere la testa dei piloti all'interno dell'abitacolo. Le premature scomparse, più recentemente, di Jules Bianchi in Formula 1 e di Justin Wilson in Indycar hanno poi riaperto la questione in maniera ancora più approfondita con le soluzioni Mercedes e Red Bull.
Una questione sentita moltissimo anche da parte del padre di Jules, Philippe Bianchi, il quale se da una parte approva l'utilizzo del sistema Halo ritenendolo un passo in avanti sul fronte della sicurezza nel caso ad esempio della perdita di una ruota in caso di incidente da parte di una monoposto, dall'altra invita la Federazione a valutare anche altre ipotesi in quanto purtroppo nel caso di detriti più piccoli il sistema Halo non cambierebbe di molto la situazione.
In particolare Philippe Bianchi si sofferma sul fatto che in occasione del drammatico incidente occorso a Jules la decelerazione violenta causò il danno cerebrale che poi portò alla scomparsa del figlio, per cui suggerisce l'ipotesi di sviluppare maggiormente il collare HANS (nella foto sopra pubblicata indossato da Raikkonen), introdotto nel 2003 ed attualmente indossato dai piloti in modo tale da assorbire la decelerazione che si presenta in caso di urti piuttosto violenti. L'auspicio sincero è quello di poter finalmente trovare una soluzione che possa salvaguardare a pieno titolo il pilota all'interno dell'abitacolo.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold
Twitter: @ruggero81Condividi
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