Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

La Formula 1 e il ritorno dei motoristi indipendenti

La Formula 1 e il ritorno dei motoristi indipendenti

Redazione

25.11.2015 ( Aggiornata il 25.11.2015 11:00 )

  • Link copiato

AGGIORNAMENTO. La F1 Commission ha bocciato la proposta del Presidente FIA, Jean Todt e di Bernie Ecclestone d'introdurre un motore alternativo e a basso costo in Formula 1. Gli attuali motoristi hanno promesso a FIA e a Ecclestone di presentare entro il prossimo 15 Gennaio una controproposta che definisca tanto per cominciare il numero minimo di team che ciascun motorista possa seguire e che cerchi di risolvere alcune problematiche quali garantire le power unit a tutti i team, ridurne i costi di fornitura, semplificarle da un punto di vista tecnico ed aumentarne il rumore. Questi provvedimenti verranno introdotti a partire dal 2017 e comunque non oltre il 2018. Al momento (salvo ulteriori colpi di scena) risulta così accantonato il bando per i motoristi indipendenti scaduto lunedì pomeriggio, e a cui avevano aderito Illmor, AER e Mecachrome.   Un motore alternativo e a basso costo da garantire a quelle scuderie come Sauber, Force India e Marussia in difficoltà economiche, ma anche a scuderie come Red Bull e Toro Rosso, e che sia gestito da un motorista attualmente non impegnato in Formula 1. Questa l'intenzione di FIA e di Bernie Ecclestone, i quali nelle settimane scorse hanno proposto un bando scaduto un giorno e mezzo fa (per la precisione lunedì 23 Novembre alle ore 17). Come siamo arrivati a questa decisione? Bisogna fare un passo indietro. Come sappiamo, fino al 2013 i motori utilizzati in Formula 1 erano dei motori V8 aspirati con cilindrata 2.4 litri e con potenza tra i 725 e i 745 cavalli. I costi non erano particolarmente proibitivi, e così, oltre ai costruttori che normalmente partecipavano al Mondiale e che potevano anche fornire una o più scuderie clienti (Ferrari, Mercedes e Renault), comparivano anche dei motoristi indipendenti (negli ultimi anni la Cosworth) i quali, a un costo ulteriormente vantaggioso, potevano fornire le scuderie che non potevano permettersi motori di prima fascia. Dal 2014, con l'avvento degli attuali motori turbo-ibridi V6 con cilindrata 1.6 litri e potenza compresa tra gli 850 e i 900 cavalli, la situazione è andata nettamente cambiando. Cosworth ha lasciato sia perchè la tecnologia richiesta dalle nuove power unit è molto più complessa rispetto ai prececenti V8, sia per i costi che la nuova tecnologia richiede. Il risultato è che a fornire i motori alle varie scuderie partecipanti al Mondiale di Formula 1 sono rimasti solamente i principali costruttori impegnati per il Mondiale (Ferrari, Mercedes, Renault e da quest'anno anche Honda) con il risultato di un inevitabile aumento del prezzo delle power unit, passato di botto a circa 27 milioni di euro. Il risultato di questa situazione lo abbiamo visto in occasione delle recenti difficoltà riscontrate da Red Bull a cambiare motore, e che alla fine ha riportato la scuderia di Milton Keynes a ridiscutere al ribasso il proprio accordo con Renault per la prossima stagione: da una parte i principali motoristi impegnati nel Mondiale (Ferrari e Mercedes) non sono intenzionati a rinforzare un proprio concorrente fornendogli le proprie power unit, anche se ad esempio Ferrari era disposta a mettere a punto una power unit assieme a Red Bull ma non a dargli le proprie specifiche 2016. Bisogna anche dire che Honda sarebbe stata disponibile a fornire dalla prossima stagione la scuderia austriaca, ma in questo caso è stata frenata dal veto della McLaren, la quale aveva puntato moltisssimo sul rientro in Formula 1 della Honda, e che non voleva dare un vantaggio a Red Bull nel caso la power unit 2016 del motorista giapponese dovesse rivelarsi decisamente migliore di quella che tanta sofferenza ha dato ad Alonso e a Button. Se associamo questa cosa agli eccessivi costi della fornitura dei motori, che ha praticamente messo scuderia di medio-basso calibro come Sauber, Force India e Marussia in serie difficoltà economiche, si capisce così il grido di allarme lanciato nei mesi scorsi da Bernie Ecclestone, il quale assieme al Presidente FIA Jean Todt, per non perdere troppe monoposto al via nelle prossime stagioni, in occasione della riunione dello Strategy Group svoltasi a Ottobre, aveva lanciato una proposta di abbattimento costi, proponendo un costo di fornitura massimo per le power unit di 10.5 milioni di euro per i motori della stagione in corso, e di 7.5 milioni di euro per la stagione precedente. La Ferrari si è fin da subito opposta ponendo il diritto di veto (riservatole come scuderia più prestigiosa presente nel Circus). Todt Ecclestone Ecclestone e Todt hanno così dovuto fare buon viso a cattivo gioco incassando il veto Ferrari, ma a questo punto hanno colto la palla al balzo prendendo insieme una decisione: istituire un bando per un motore che dovrà fare il suo esordio in Formula 1 dal 2017, realizzato da un motorista attualmente non impegnato nel Mondiale e con un costo di fornitura massima di 7 milioni di euro (contro i 27 delle attuali power unit). Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, questo motore più economico dovrà raggiungere una potenza similare rispetto a quella delle power unit più pregiate (si parla di 870 cavalli), avere un tetto massimo di cilindrata pari a 2.5 litri ma non potrà contare sull'Ers. I due motoristi che hanno presentato la loro candidatura sono stati la Illmor di Mario Ilien (vecchia conoscenza della Formula 1) e la britannica AER. La decisione finale verrà presa il prossimo 2 Dicembre da parte della FIA. Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi