Hamilton, Rosberg, Vettel. Mai come in questa occasione il podio del Gp d'America di Formula 1 ben raffigura la stagione 2015, ormai avviata alla conclusione con i due titoli principali assegnati rispettivamente alla Mercedes (a Sochi) e al pilota inglese (qui ad Austin), autore di una gara abbastanza regolare, senza però dominare come fatto in altre occasioni.
Non sono mancati i momenti delicati come ad esempio al via, con
Rosberg che sbaglia l'ennesima partenza, e con
Hamilton che l'affianca. A questo punto, i due piloti arrivano ruota a ruota, come possiamo vedere dal frame, all'insidiosissima prima curva del circuito di Austin, una curva cieca in cui è fondamentale l'ingresso.
E qui, come già avvenuto in Russia sul circuito di Sochi, spunta la malizia di Hamilton, il quale, come possiamo vedere,spinge il compagno di squadra fuori dalla pista verso la via di fuga. Rosberg perderà così diverse posizioni, che nel corso della gara riuscirà comunque a recuperare.
Non solo: Nico riuscirà poi a superare Hamilton collocandosi anche al primo posto, salvo poi dover cedere la testa al rivale compagno di squadra a pochi giri dal termine per un problema tecnico ai freni occorso alla sua Mercedes. Resta però per Nico da una parte la delusione di aver perso la gara per questo problema tecnico, e al contempo la rabbia sia per il tocco ruota a ruota che per il duello con il suo compagno di squadra. Come avrete visto, infatti, sul podio il pilota tedesco era profondamente turbato. E un po' d'imbarazzo si vive anche in casa Mercedes, con il Team Principal,
Toto Wolff, che a fine gara ha ammesso che certamente Lewis ha condotto un'ottima gara andando a vincere con tre gare di anticipo il suo terzo titolo mondiale (il secondo consecutivo con Mercedes), ma che nei giorni successivi (passati i festeggiamenti) sarebbe stato necessario un chiarimento in squadra, in quanto Nico aveva perfettamente ragione a lamentarsi del comportamento a inizio di gara di Hamilton, specie dopo quanto avvenuto anche a Sochi.
Una curiosità, in merito al Mondiale vinto da
Hamilton, qui intervistato a fine gara da
Elton John: indovinate chi fu l'ultimo pilota di F1 ad aggiudicarsi il titolo mondiale negli States?
Keke Rosberg a
Las Vegas nel 1982. Proprio il padre del suo attuale compagno di squadra.
Passando alla
Ferrari, non possiamo non sottolineare la bellissima gara di
Vettel, partito 13° e arrivato 3° e a pochissimi decimi dal secondo posto di Rosberg. Caso mai qualcuno avesse ancora dei dubbi, Sebastian ha disputato una gara di grandissimo spessore compiendo numerosi sorpassi già in partenza e piazzandosi 8° fin dalle prime curve. Faticoso il duello con la Force India di Perez per via dell'alta velocità di punta garantita dal motore Mercedes, appena liberatosi del pilota messicano Vettel ha cominciato con le gomme soft (è stato il primo con Hamilton a capire quando andavano seriamente montate) a girare su dei tempi abbastanza interessanti. Ci lascia invece abbastanza perplessi la strategia adottata dal Team in occasione del 28° giro, con il passaggio dalle gomme soft alle gomme medie, argomento che svilupperemo più diffusamente nella prossima puntata. Con la safety car generata dall'incidente della Red Bull di Kvyat e il conseguente ritorno alle soft, Sebastian, dopo i primi giri di riscaldamento delle gomme, è tornato a girare su dei tempi più convincenti di quanto stesse facendo in precedenza, e come dicevamo nel finale è tornato ad avvicinarsi alla Mercedes di Rosberg, sfiorando il secondo posto, perso per soli 5 decimi.
Chi invece ha deluso in casa Ferrari ancora una volta è stato
Kimi Raikkonen. Autore di una buona prima parte che lo aveva portato all'ottavo posto e alle spalle del compagno di squadra, al ritorno in pista dopo il primo pit stop dopo esser passato dalle gomme intermedie alle gomme soft, perde il controllo della macchina finendo largo ed andando a toccare un muretto, danneggiando così il freno sinistro della sua monoposto. Si dovrà ritirare dopo pochi giri.
Due parole su
Red Bull e
Toro Rosso, le due scuderie di Mateschitz che, in caso di mancato accordo per quanto riguarda la fornitura dei motori per la prossima stagione, rischiano di lasciare il Circus. La scuderia di Milton Keynes disputa una prima parte di grandissimo livello quando la pista è ancora bagnata, risultando persino più veloce della stessa Mercedes con prima Kvyat e poi Ricciardo che provano a superare la Mercedes di Hamilton, riuscendoci solo in questo secondo caso.
Con la pista progressivamente sempre asciutta, la Red Bull tenderà progressivamente a perdere posizioni, a conferma di come la scuderia avesse optato per un assetto rigorosamente da bagnato.
Cosa che invece non si può dire della Toro Rosso, la quale si conferma ancora una volta una monoposto estremamente interessante con due giovani piloti quali Vestappen, giunto 4°, e Sainz, partito ultimo e giunto 7°, di assoluto valore. Non è un caso che Mercedes e Ferrari seguano con molto interesse questi due ragazzi irrestitibili sopratutto in chiave futura.
Concludiamo parlando della
McLaren-Honda che porta al traguardo, come possiamo vedere dal quadro riepilogativo Button 7°, ma che con Alonso, giunto poi 11°, era stata a lungo 5°. Ci sarà grande attesa per il prossimo Gp a Città del Messico per l'ennesima evoluzione della power unit Honda, il cui debutto era inizialmente previsto in questo Gp ad Austin e poi rinviato alla prossima gara per via delle pessime condizioni meteo che ne sconsigliavano caldamente il debutto in pista.
Appuntamento quindi domenica prossima con il Gp del Messico (diretta SKY, differita RAI: gara che torna nel Circus sul rinnovato circuito dedicato ai fratelli Rodriguez ridisegnato dal solito Hermann Tilke 23 anni dopo l'ultima apparizione iridata con la vittoria all'epoca della Williams di Nigel Mansell. Era un'altra Formula 1, ma l'augurio veramente sincero è quello di poter vedere una gara spettacolare su questo circuito cittadino.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold