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“L’Inter ha una squadra forte. Da quanto ho visto in tv i calciatori appaiono amichevoli e socievoli tra di loro. La squadra è forte e loro sono compatti. Ho scelto l’Inter perché è un grande club e voglio mettermi in mostra a Milano”. Se il mondo del pallone fosse una poesia, bomber Mehdi sarebbe una divertente rima sbagliata. Taremi, il goleador iraniano che doveva portare a Milano tanti gol e leadership, ha portato solo e soltanto sbadigli (seppur generati da un parametro zero). Sembra un prestigiatore, visto che riesce a far sparire in un amen pallone e speranze… 43 presenze e 3 reti (di cui 2 penalty, e uno solo in Serie A, sempre su rigore, contro il Lecce): un bottino veramente emblematico, come un roccioso difensore in crisi di identità. Il rigoremico Taremi ha giocato spesso da subentrato, e quando partiva nell’undici titolare, appariva quasi come uno spaesato turista in gita a San Siro.
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L’Inter cercava un vice-Lautaro, un nuovo Thuram: ha trovato un vice-nulla. Altro che fiuto del gol: troppo spesso è raffreddato, ma almeno risulta simpatico, perché è quel tipo di calciatore che ti fa arrabbiare, ti fa ridere, ti regala speranze… e poi ti fa sussurrare: “Vabbè, almeno ci ha provato”. Un bomber vero che ha voluto sfidare con tenacia ogni legge della fisica e della pazienza. E nel panorama calcistico, come nella vita, talvolta basta provarci per diventare una leggenda. O almeno un meme… Di certo Mehdi è unico nel suo genere, un cocktail gustoso tra genio e inciampo. Ora all’Olympiacos in Grecia, lontano da Milano, promette finalmente di segnare… almeno nei sogni dei suoi tifosi, perché il nemico del gol da Milano è pronto a lasciare il segno.
EMBLEMATICO.
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