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Un terzino assai moderno, forse più “Royal” che “Emerson”. La vera monarchia nel calcio, sovranità allo stato puro: eleganza nei movimenti, stile regale, look impeccabile per l’imperatore Royal della corsia. D’altronde, quando si trattava di difendere, sembrava più interessato alla coreografia che al contrasto. Un bottino davvero “Royal” per il Milan, che lo acquista dal Tottenham per 15 milioni: d’altronde, il nome è una garanzia. Per lui 26 presenze con la maglia rossonera, senza riuscire a segnare o a fornire assist. Un curriculum che farebbe impallidire anche il più modesto dei difensori dei campionati giovanili di provincia: appena 1.868' sul terreno di gioco, una stagione che qualcuno definisce in stile ‘complemento d’arredo tattico’.
Altro che monarca: grande spinta sulla corsia, cross in curva e sguardo perso sulla tribuna del Meazza. Fortuna qualche contrasto vinto, sì ma in allenamento… Non partecipa, non crea, non entusiasma ma in compenso disturba il pubblico con il suo atteggiamento. Ah, dimenticavamo: tanti i chilometri percorsi, tutti in linea retta: e quando c’era, non ci si faceva caso. Ma quando non c’era si stava molto meglio. Altro che sprint e sovrapposizioni: febbre e mal di testa diffusi a San Siro con il terzino “Royal”. Il Milan cercava un upgrade sulla corsia, ha trovato a sorpresa un downgrade con un pizzico di samba incorporata. Un bidone silenzioso, incompreso, infortunato, che non lascia mezza traccia sull’erba, per la felicità dei giardinieri di San Siro, che lo vedono partire destinazione Flamengo, generando una minusvalenza vista la cessione a 9 milioni. Più cerimoniale che funzionale, ha vissuto la Serie A come un sovrano in esilio.
SPACCIATO.
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