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Mandzukic, continua la maledizione del nove

Mandzukic, continua la maledizione del nove


«Non ho particolari problemi con i numeri di maglia. Spesso ho giocato con il numero 17, ma non era disponibile. C’era libera la 9, che ho già indossato in passato, e allora l’ho scelta. Comunque non conta molto il numero che ho sulle spalle, l’importante è guardare avanti e dare il massimo»
 

Redazione

15.12.2021 ( Aggiornata il 15.12.2021 10:50 )

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Dopo aver lasciato la Juve era finito a giocare a in Qatar, per poi restare praticamente fermo per sei mesi. Quasi il preludio, a 34 anni, a un addio al calcio giocato. E invece a fine Gennaio si concretizza ilo suo ritorno in Italia, al Milan: scelto per dare un ulteriore apporto di qualità, fisicità e centimetri all’attacco, una ciliegina degna di contribuire a mantenere in alto i rossoneri, dopo anni tornati a primeggiare in classifica. Esperienza, leadership e spirito vincente: tutte caratteristiche che il croato finì per lasciare inconsapevolmente a casa. Nei piani suoi e del club avrebbe dovuto essere il vice Ibra o, perché no, un compagno di reparto affidabile, ma i ripetuti problemi fisici lo hanno tormentato per l’intera permanenza in rossonero, decisamente effimera: non è riuscito nulla, ma proprio nulla, del progetto che avevano in mente.

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Come spesso accade alle squadre di Pioli, il Milan finisce per perdere colpi in primavera (meno di quanto ci saremmo aspettati, però) e il croato si segnala solo per il gesto di rinunciare al proprio stipendio di marzo, causa lo scarso impiego. Un bel punto a suo favore, tuttavia l’eco del suo contributo ha finito per perdersi nell’etere: quattro presenze da subentrato subito dopo il suo arrivo, poi un infortunio muscolare. Il rientro a metà Aprile, una sola presenza da titolare e altre cinque partendo dalla panchina. Sono state 11 le sue presenze complessive, di cui soltanto 2 dall’inizio, per un totale di 287 minuti e neanche un gol. Dopo la vittoria di Bergamo, che ha permesso di ottenere la qualificazione alla Champions, saluta tutti: «Sono grato alla dirigenza per avermi dato l’opportunità di giocare qui e sono felice di aver contribuito a riportare questo grande club al ritorno in Champions». Belle parole, ma si notano alcune incongruenze: il croato pare non aver “giocato”, nel senso pieno del termine, e di conseguenza di aver “contribuito”. La maledizione del numero 9 (che scelse al suo arrivo a Milanello) continua a fare proseliti. AFFONDATO.

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