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Il Milan di Jimmy Greaves© Getty Images

Il Milan di Jimmy Greaves

Addio ad uno dei più forti calciatori inglesi di sempre, sfortunato al Mondiale e con una carriera italiana troppo breve. Iniziata una sera a San Siro contro Garrincha e Nilton Santos...

Stefano Olivari

21.09.2021 ( Aggiornata il 21.09.2021 14:57 )

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Jimmy Greaves è stato uno dei più forti calciatori inglesi di sempre, al di là delle pur ottime statistiche che sul web si possono trovare dappertutto e che dicono che solo Rooney, Bobby Charlton e Lineker abbiano segnato di più con la maglia della nazionale. Ma il mito di Chelsea e Tottenham i suoi 44 gol li segnò in sole 57 partite, il che significa che valgono molto più di quelli dei primi tre, oltre che di quelli segnati da chi viene dietro in classifica.

Ma tutte queste osservazioni da nerd scompaiono di fronte all'importanza di Greaves nel calcio inglese degli anni Sessanta, con il dolore di aver giocato soltanto le tre partite del girone nel Mondiale del 1966: per Ramsey era titolarissimo, ma si fece male con la Francia ed il posto venne preso da Geoff Hurst, che non uscì più, diventando protagonista di una finale che Greaves sarebbe stato in grado di giocare. La storia del calcio è crudelissima. 

A Greaves, giocatore molto tecnico e lontano dai luoghi comuni sull'attaccante britannico, si deve lo stereotipo dell'inglese che non sa adattarsi al calcio italiano, visto che al Milan 1961-62 durò soltanto una decina di partite, prima di litigare con Nereo Rocco e di essere ceduto al Tottenham. Ma quelle poche partite le giocò tutte benissimo, in una squadra già di suo forte e che infatti avrebbe vinto lo scudetto.

Nella memoria di chi c'era ha assunto i contorni del mito la prima partita in assoluto giocata da Greaves coin la maglia rossonera, il 7 giugno del 1961. Una delle più citate amichevoli estive di sempre fra il Milan, rinforzato dal suo neoacquisto, ed il Botafogo di Nilton Santos, Didi, Amarildo, Zagalo e soprattutto di Garrincha, il più amato di sempre in Brasile. Partita che non abbiamo visto e nemmeno trovato su YouTube, bisogna quindi fidarsi della tradizione orale. 

Garrincha non era uno che si risparmiasse, nemmeno nelle amichevoli, e sulla fascia destra fece impazzire Trebbi prima che a Rocco venisse l'idea di mandare da quella parte Cesare Maldini, che fece un po' meglio ma non tanto meglio perché Garrincha era incontenibile anche in quel calcio dove gli attaccanti erano tutt'altro che tutelati, altro che i rigorini di oggi.

Comunque proprio da un'azione strepitosa di Garrincha, con cross perfetto sulla testa di Amarildo, nacque il gol del vantaggio brasiliano al 20'. Quel Milan era sperimentale, Rivera era assente ma aveva comunque in difesa campioni Salvadore e Maldini, Trapattoni come mediano ed un attacco in cui intorno ad Altafini giravano un trentanovenne Liedholm ormai esausto (e fuori ruolo), che si sarebbe ritirato popchi giorni dopo, e appunto il ventunenne Greaves. 

Pareggio di Altafini, di testa, e 2-1 di Amoroso sfruttando un'altra azione pazzesca di Garrincha sulla destra, all'intervallo appalusi per tutti ed anche per il secondo grande esordiente di quella serata: Rocco. Reduce da sette anni da leggenda nel Padova, con addirittura un terzo posto, Rocco aveva l'etichetta di difensivista, nel Milan ci teneva a presentarsi subito in altro modo.

E all'inizio del secondo tempo strappò il 2-2 contro lo squadrone di Rio proprio grazie a Greaves: lancio di Altafini, dribbling di Greaves, che entrò da solo in area, fintò di passare a Maraschi, che era liberissimo sulla sinistra, con una magia riagganciò il pallone, dribblò anche Ernani e praticamente dalla linea di fondo segnò un gol che fece esplodere in cinquantamila di San Siro.

Sembrava l'inizio di un grande amore ed in effetti i milanisti più anziani non hanno mai dimenticato Greaves. Ma Rocco aveva altre idee: si era fissato su Greaves all'ala sinistra, cosa che l'inglese non aveva alcuna intenzione di fare, sottolinenando il concetto con l'assenza da alcuni allenamenti. L'occasione di prendere Dino Sani fece il resto e così a cinque mesi da quella notte magica Greaves lasciò il suo appartamento in zona Fiera per tornare a fare il profeta in patria. Da allora non c'è calciatore britannico che in Serie A non venga accolto con scetticismo, a prescindere dal suo livello.

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