I ventisei di Mancini

La UEFA ha ufficializzato l'allargamento delle rose per Euro 2021 venendo incontro alle richieste di molti commissari tecnici, fra i quali l'azzurro...

I ventisei di Mancini
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Stefano OlivariStefano Olivari

Pubblicato il 4 maggio 2021, 17:09

La UEFA ha ufficializzato le rose di 26 giocatori per Euro 2021, al posto di quelle da 23, venendo incontro alle richieste di molti commissari tecnici, fra i quali Roberto Mancini. Un allargamento suggerito e giustificato dall'emergenza Covid, come le cinque sostituzioni a partita, ma che rischia di diventare strutturale. Perché allargare fa felici tanti, al contrario di restringere. In questa corsa al gigantismo le rose non sono nemmeno il problema principale, ma è comunque significativa la loro evoluzione nel tempo. Va precisato che 26 convocati non significa avere 15 potenziali sostituti, quelli rimarranno 12 e quindi con tutti sani e non squalificati ogni partita vedrebbe 3 giocatori nella metaforica tribuna (in realtà saranno fisicamente a livello del campo, innovazione introdotta al Mondiale di Italia '90). I 26 saranno in ogni caso provvisori, perché in caso di infortuni gravi (o di Covid) li si potrà sostituire fino al fischio d'inizio della prima partita dell'Europeo. E nel caso dei portieri anche oltre. Insomma, alla fine i convocati reali potrebbero diventare anche più di 30...

Nella prima edizione dell'Europeo, quella del 1960, con la fase finale a 4 squadre che sarebbe rimasta tale fino all'edizione del 1976, i convocati possibili per Unione Sovietica, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Francia erano 17. Certo le partite da giocare erano due e non erano possibili le sostitiuzioni a partita in corso... 17 convocati per squadra anche nel 1964 e addirittura 22 nel 1968 in Italia, nell'edizione vinta dagli azzurri di Valcareggi dopo la doppia finale contro la Jugoslavia. Diciamo addirittura perché nemmeno nel 1968 le sostituzioni a partita in corso erano permesse, anche se nell'occasione la 'tribuna lunga' fu decisiva perché fra la prima finale e la ripetizione passarono solo due giorni e l'Italia cambiò cinque gocatori: a disputare entrambe le finali furono soltanto Zoff, Burgnich, Guarneri, Facchetti, Domenghini e Anastasi. E il gol che sbloccò il risultato nella seconda finale fu di Gigi Riva, che non aveva giocato né la semifinale con l'Unione Sovietica a Napoli, quella vinta grazie alla monetina, né la prima finale.

Ritorno a 17 squadre nel 1972, nella prima edizione con le due sostituzioni, poi nel 1976 di nuovo 22. Inevitabile confermare le rose allargate anche all'Europeo italiano del 1980, il primo con 8 partecipanti, con 4 partite teoriche per chi volesse vincerlo. Ma nel 1984, nel 1988 e nel 1992, con una partita teorica in più (tre nel girone, semifinali e finale), ci sarebbe stata la riduzione a 20. Nel 1996 in Inghilterra primo Europeo a 16 squadre e rose di nuovo a 22, in questo caso giustamente visto che le partite potenzialmente da giocare diventavano 6. Da Portogallo 2004 l'allargamento a 23, che sembrava davvero il limite erstremo per poter gestire il malcontento degli esclusi. 

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