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L'Italia da Europa League© LaPresse

L'Italia da Europa League

La Roma è la quinta squadra della Serie A a qualificarsi per le semifinali della seconda coppa europea, in 12 edizioni. Con la storia recente che un po' rivaluta la nostra classe media...

Stefano Olivari

16.04.2021 ( Aggiornata il 16.04.2021 15:42 )

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La Roma dopo avere superato l’Ajax è alle semifinali di Europa League, dove affronterà il Manchester United. Un traguardo importante, soprattutto alla luce del fatto che nessun club italiano abbia mai vinto questa competizione erede della vecchia cara Coppa UEFA. A dirla tutta, se contiamo anche la Coppa UEFA, i club italiani non conquistano questo trofeo dalla stagione 1998-99, vittoria del Parma di Malesani, fra l’altro l’ultima stagione in cui esisteva anche la Coppa delle Coppe, una squadra che con gli occhi di oggi sembra da vittoria in Champions League: Buffon, Thuram, Cannavaro, Dino Baggio, Veron, Crespo, Chiesa...

Tornando all'Europa League, si dice spesso che un po’ la nostra classe media è inferiore a quella degli altri grandi paesi, un po’ la grandi che arrivano dalla Champions League quasi mai si sono poste l’Europa League come obbiettivo principale. Se le vittorie possono anche essere frutto di situazioni fortunate, non si può però dire la stessa cosa dei piazzamenti e della loro continuità nel tempo. Vediamoli, allora questi piazzamenti in Europa League: una finale persa, l’Inter di Conte l’anno scorso, e quattro semifinali con la Juventus sempre di Conte, il Napoli di Benitez, la Fiorentina di Montella e appunto la Roma di Fonseca.

Guardando alle 48 semifinaliste di queste 12 edizioni, vediamo il dominio della Spagna con 15 presenze (Siviglia 4, Atletico Madrid, Valencia e Villarreal 3, Athletic Bilbao, Celta Vigo) e dell’Inghilterra con 11 (Manchester United e Arsenal 3, Liverpool e Chelsea 2, Fulham), seguite da Portogallo con 6 (Benfica 3, Porto, Sporting Lisbona, Sporting Braga), Italia con 5 (Juventus, Napoli, Fiorentina, Inter e adesso Roma), Francia (Lione e Marsiglia), Germania (Amburgo e Eintracht Francoforte) e Ucraina con 2 (Shakhtar e Dnipro), da sommare alle uniche presenze di Turchia (Fenerbahce), Svizzera (Basilea), Olanda (Ajax) e Austria (Salisburgo). Tutto va asteriscato, perché chi è sceso come terzo dei gironi di Champions è di un pianeta diverso rispetto a chi era qualificato soltanto per l’Europa League: non stiamo dicendo che il calcio tedesco valga come il calcio ucraino e meno della metà del nostro. Ma questo non toglie che l’Italia in fondo non sia così male come livello medio. 

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