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Il messaggio di Haaland

Il messaggio di Haaland

I giocatori della Norvegia, compreso il fenomeno del Borussia Dortmund, hanno ricordato al mondo le condizioni di lavoro disumane di molte persone impegnate per Qatar 2022...

Stefano Olivari

25.03.2021 ( Aggiornata il 25.03.2021 15:42 )

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La Norvegia ha aperto la sua corsa a qualificarsi per il Mondiale in Qatar battendo Gibilterra 3-0, una partita che passerà alla storia non per i gol o per il fatto che nessuno dei tre sia stato firmato da Haaland, ma per la clamorosa protesta dei giocatori norvegesi, che hanno indossato una maglietta con la scritta "Human rights - on and off the pitch" all'entrata in campo. Diritti umani dentro e fuori dal campo. Un messaggio chiaramente rivolto agli organizzatori di Qatar 2022, dopo le tante denunce di trattamenti disumani ai danni di lavoratori stranieri impegnati per stadi e infrastrutture di un Mondiale la cui assegnazione, nel 2010, è derivata da una delle votazioni più corrotte nella storia dello sport.

Secondo l'inchiesta del Guardian sono almeno 6.500 i lavoratori morti per cause collegabili al Mondiale e se si pensa alle polemiche sui 'morti di Italia '90' e ai relativi numeri si capisce bene come la sensibilità sia diversa a seconda delle zone. Insomma, siamo felici di vivere in Italia. La protesta della Norvegia non nasce solo da una presa di coscienza dei giocatori, ma da un movimento per boicottare il Mondiale in Qatar che nel paese sta prendendo sempre più piede e che nel calcio è stato sostenuto da diversi club, Tromso in testa. È evidente che i giocatori non vogliono boicottare il Mondiale, fra l'altro la Norvegia non si qualifica dal 1998 (quando il suo cammino fu stoppato dal gol di Vieri), ma usare questa vetrina per migliorare le condizioni dei meno fortunati è di sicuro un'iniziativa forte.

Qualcosa di simile nel calcio ci viene in mente soltanto per Il Mondiale di Argentina '78, quando in mezza Europa, soprattutto in Francia e in Olanda, ci furono manifestazioni per il boicottaggio della manifestazione che avrebbe potuto migliorare l'immagine mediatica (e in parte sarebbe andata davvero così) della giunta militare argentina. L'Olanda vicecampione del mondo fu davvero sul punto di non partire e con lei anche la Germania Ovest campione, la cui federazione era favorevole a stare a casa e fu convinta dal governo in carica, fra l'altro con cancelliere il socialdemocratico Helmut Schmidt (che quattro anni dopo sarebbe stato in tribuna al Bernabeu con Pertini e il re Juan Carlos), a partire per l'Argentina. 

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