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La notte di Zidane e Pippo Inzaghi© Getty Images

La notte di Zidane e Pippo Inzaghi

Una partita che prima di questa stagione si era giocata in Europa soltanto due volte, entrambe con Lippi allenatore bianconero. Che nel primo caso fece un'impresa contro la squadra di Lobanovski e Shevchenko...

Stefano Olivari

20.10.2020 16:20

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Dinamo Kiev-Juventus è una partita che si è vista soltanto due volte nella storia delle coppe europee, oltre alle due a Torino. In entrambi i casi si trattava della Juventus di Marcello Lippi, anche se parliamo due Juventus abbastanza diverse. Il 18 marzo all’Olympisky di Kiev c’erano 100.000 persone, con richieste di biglietti per mezzo milione, per il ritorno dei quarti di finale di Champions League, dopo che l’andata era finita 1-1 (gol di Gusin e pareggio di Pippo Inzaghi).

Contro la squadra allenata da Lobanovski, che aveva in Shevchenko e Rebrov i gemelli del gol, la Juventus si schierò con un 4-3-1-2: Peruzzi in porta, Birindelli, Iuliano, Montero e Pessotto in difesa, Conte, Deschamps e Davids a centrocampo, Zidane a fare Zidane, più Inzaghi e Del Piero in attacco. Fu una delle più grandi notti europee di Inzaghi, che ispirato da Zidane e Del Piero segnò tre gol: il primo, poi quelli dopo il pareggio di Rebrov, con Del Piero a firmare il 4-1. Un’impresa da ricordare perché quella Dinamo Kiev era una squadra eccellente, che l’anno dopo avrebbe concluso il suo ciclo arrivando in semifinale di Champions contro il Bayern Monaco. Molto diversa la situazione del 13 novembre 2002, non soltanto perché si trattava di una partita del girone: stadio mezzo vuoto, Dinamo inferiore a quella di qualche anno prima e senza Lobanovski (in panchina Michailchenko), Shevchenko, Rebrov e tanti altri. Lippi, che l’anno prima era tornato dalla parentesi all’Inter, mise in campo soltanto quattro dei titolari del 1998. Fu la partita del ritorno in campo di Gianluca Pessotto, con la fascia di capitano, dopo il grave infortunio che gli aveva fatto perdere il Mondiale con l’Italia di Trapattoni. Un Lippi già sicuro della qualificazione poté fare qualche esperimento e di sicuro quella messa in campo non era la migliore Juventus possibile: Chimenti in porta e Buffon in panchina, in difesa Birindelli, Fresi, Iuliano e Pessotto, a centrocampo Zambrotta, Conte (con nuova pettinatura, cioè rasato a zero) e Baiocco, in attacco Ruben Olivera dietro a Salas e Zalayeta. La Juventus vinse 2-1, con gol di Salas e Zalayeta, eliminando di fatto gli ucraini che furono superati in classifica dal Newcastle. Ma i tempi migliori della Dinamo era passati.

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