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La rivincita di Nagelsmann© Getty Images

La rivincita di Nagelsmann

Dall'addio forzato al calcio giocato a soli 21 anni a causa di alcuni ripetuti infortuni alle ginocchia, alla consacrazione come allenatore in Bundesliga, prima alla guida dell'Hoffenheim, e poi del Lipsia. La storia di Julian Nagelsmann ci insegna che a volte nella vita è possibile prendersi una rivincita nei confronti del destino.

07.06.2020 ( Aggiornata il 07.06.2020 20:50 )

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Un tecnico emergente non solo in Bundesliga ma anche in ambito europeo, al punto da esser stato accostato nelle scorse settimane anche al Milan. Tra i protagonisti dell'ottima stagione del Lipsia in Bundesliga un posto speciale lo merita senza ombra di dubbio Julian Nagelsmann. Se già in Germania dopo le ultime tre annate alla guida dell'Hoffenheim il 32enne tecnico originario di Landsberg am Lech era già abbastanza stimato ed apprezzato, in Europa è stata decisiva la qualificazione ai quarti di finale di Champions League del suo Lipsia (diventando così il più giovane tecnico ad essere arrivato così lontano nella fase ad eliminazione diretta) ai danni del Tottenham guidato da Jose Mourinho per consacrarlo in ambito internazionale. Merito dei suoi metodi innovativi già adottati ai tempi dell'Hoffenheim e ribaditi al Lipsia, così come del sistema di gioco che Nagelsmann ha saputo trasmettere ai suoi uomini (la capacità di sapersi adattare ai propri avversari, pressing aggressivo in fase difensiva, circolazione di palla fluida e veloce con passaggi dopo 1-2 tocchi del pallone), oltre al fatto di poter contare su dei giovani talenti (tra i quali spiccano il francese Christopher Nkunku, l'ex romanista Patrick Schick (rigenerato rispetto all'esperienza in giallorosso), per non parlare dell'attaccante Timo Werner, accostato peraltro in queste settimane a Inter e Juventus per la prossima stagione), destinati nel corso dei prossimi anni a far parlare di se.
Dietro questa carriera in ascesa, si nasconde però un passato piuttosto delicato per il giovane Nagelsmann, fatto di una dolorosa rinuncia, ma anche dalla volontà di ripartire per cercare contro il destino un'importante rivincita. La sua rivincita.

L'ADDIO AL CALCIO E GLI INIZI COME ALLENATORE.

Fin da piccolo il sogno di Julian Nagelsmann era quello di diventare un calciatore, per la precisione un difensore centrale. Un sogno che all'età di dieci anni sembra cominciare ad avverarsi grazie all'Augsburg, che notate le doti di questo ragazzino, decide di prenderlo nelle sue squadre giovanili, dove resterà fino al 2002. In quello stesso anno viene ingaggiato dal Monaco 1860, dove riuscirà a conquistare la fascia di capitano nell'Under 17 nel campionato 2003/2004 e a disputare il Campionato Primavera nella stagione 2004/2005. In molti vedono in lui una futura promessa del calcio tedesco, ma il destino ha in serbo un'amara sorpresa. I continui infortuni subiti al ginocchio dal giovane Nagelsmann non lo mettono nelle condizioni di poter giocare con una certa continuità. Da qui la decisione di tornare nel 2008 all'Augsburg dove si allena addirittura con la squadra delle riserve, con la speranza di ricominciare a giocare, ma sarà tutto inutile. Non solo non riuscirà a collezionare una presenza, ma i continui problemi alla cartilagine del ginocchio constringono Julian a soli 21 anni a smettere di giocare.

Con un contratto ancora in essere, il suo tecnico, Thomas Tuchel, gli propone di andare a studiare gli avversari, in modo da redigere un rapporto sulle loro caratteristiche e sui rispettivi punti deboli. Una specie di osservatore, insomma. Nagelsmann accetta, non sapendo che quel periodo diventerà basilare per il suo futuro grazie ai preziosi insegnamenti che Tuchel (il quale apprezza non poco i report del giovane Julian) non mancherà mai di dargli.
Da qui la decisione della dirigenza dell'Augsburg, nell'estate del 2008, di offrirgli la possibilità di diventare allenatore della squadra Under 12, con Nagelsmann che rifiuta prontamente, ritenendo di essere pronto ad allenare in altre categorie. Non a caso, pochi giorni dopo, ecco arrivare la proposta del Monaco 1860 : diventare l'assistente nella squadra Under 17 di Alexander Schmidt, lo stesso tecnico che lo aveva allenato quando era più piccolo. Julian accetta subito, e in quel biennio passato al fianco di Schmidt, imparerà molto sopratutto per quanto riguarda l'aspetto tattico.

Nel 2010 arriva la chiamata destinata a cambiare la sua vita: quella da parte dell'Hoffenheim, il quale cerca un  allenatore per la formazione Under 17. Un vero e proprio salto nel buio rispetto a Monaco, dove è stimato e apprezzato, ma che Julian accetta, intenzionato a mostrare tutto il suo valore. Ci riuscirà alla grande, passando in un anno da allenatore della squadra Under 17, ad allenatore della squadra Under 16, entrando poi nello staff tecnico della prima squadra nel Dicembre 2012, fortemente voluto dal nuovo tecnico Frank Kramer.
Nell'estate 2013, al giovane Nagelsmann la dirigenza dell'Hoffenheim offre la panchina dell'Under 19, con la fiducia che verrà ripagata grazie alla vittoria del campionato di categoria. Fondamentale per raggiungere questi risultati la collaborazione con il capo degli osservatori Martin Siegbert, il quale segnala i vari ragazzi da monitorare, con Nagelsmann che li osserva, li studia, e poi sceglie quelli più adatti per il proprio gioco e da far emergere in vista di un possibile approdo in prima squadra.

L'ottimo lavoro svolto con l'Under 19 dell'Hoffenheim viene seguito con molta attenzione dal Bayern Monaco, con Uli Hoeness che proporrà al giovane Nagelsmann di guidare la squadra Under 17 della formazione bavarese. Il ragazzo ringrazia il Bayern, ma la risposta è negativa, perchè il suo obiettivo è quello di ottenere il patentino di allenatore. Un sogno raggiunto nel 2015, quando Julian conquista il patentino con il massimo dei voti.
Nagelsmann gode della massima stima da parte dell'Hoffenheim e del suo Presidente, Dietmar Hopp, al punto che il patron pensa seriamente al giovane Julian come allenatore della prima squadra per la Bundesliga 2016/2017. Nessuno però può immaginare che questo sogno sarà destinato ad avverarsi con alcuni mesi di anticipo.

L'ESORDIO DI NAGELSMANN IN BUNDESLIGA E IL SUCCESSIVO APPRODO AL LIPSIA.

La Bundesliga 2015/2016 vede l'Hoffenheim in seria difficoltà. Non solamente dopo dieci giornate Markus Gisdol viene sostituito dal più esperto Huub Stevens, ma il 10 Febbraio 2016 dopo dieci partite l'esperto tecnico olandese è a sua volta costretto a dimettersi per dei problemi cardiaci.

La dirigenza dell'Hoffenheim decide così di anticipare il debutto in panchina di Nagelsmann, che diventa a 28 anni l'11 Febbraio 2016 il tecnico più giovane nella storia della Bundesliga (se eccettuiamo la parentesi di Bernd Stöber che il 23 Ottobre 1976 a 24 anni guidò per una sola partita il Saarbrücken, perdendo per 5-1 sul campo del Colonia), con una situazione che vede la squadra penultima in classifica con 14 punti dopo 20 giornate, e con 7 punti da recuperare rispetto alla zona salvezza. Due giorni dopo, il 13 Febbraio, lo storico debutto in panchina, che vedrà l'Hoffenheim pareggiare 1-1 in casa del più quotato Werder Brema, a cui seguirà una settimana dopo la vittoria casalinga per 3-2 contro il Mainz. Sarà l'inizio di un lungo cammino che porterà la formazione del patron Hopp dal penultimo posto in classifica a una miracolosa salvezza, sancita dal 15° posto finale.

Forte di una scontata riconferma guadagnata sul campo e della fiducia della dirigenza, è a questo punto che Nagelsmann comincia a preparare la stagione successiva cominciando a introdurre pian piano dei metodi di allenamento a dir poco innovativi: per prima cosa l'inserimento di telecamere e maxi schermi nel campo di allenamento per permettere ai giocatori di capire grazie alle riprese effettuate a volte anche grazie a dei droni gli eventuali errori di posizionamento in campo, l'adozione nell'estate 2017 del Footbonaut (già portato al debutto nel 2012 dal Borussia Dortmund),la scelta dei giocatori da inserire in organico in base alle caratteristiche di cui la squadra ha bisogno attraverso DVD in cui rilevare aspetti positivi e negativi del giocatore stesso.

Tutti elementi, questi, che portano l'Hoffenheim a scalare le posizioni in Bundesliga, salendo al quarto posto in classifica nel 2016/2017 (conquistando anche l'accesso alla Champions League), al terzo posto nel 2017/2018, e infine a un nono posto nella stagione 2018/2019, prima di passare al Lipsia, fortemente voluto da Ralf Ragnick, alla ricerca del suo successore, che non esita ad ingaggiarlo un anno prima, nell'estate 2018, senza sapere che poco tempo prima anche il Real Madrid (alla ricerca di un allenatore dopo l'addio di Zinedine Zidane) aveva provato a sondare il giovane tecnico tedesco, ricevendo una risposta negativa.



Conclusasi la sua lunga esperienza all'Hoffenheim, nell'estate 2019 Nagelsmann approda al Lipsia (attualmente terzo in classifica), dove una volta di più ha potuto dimostrare il suo valore in panchina. Frutto, come detto all'inizio, di un gruppo di giocatori veramente eccezionale, ma anche dei suoi metodi di allenamento così innovativi, che gli hanno permesso di emergere. Una vera e propria rivincita con il destino, quella del tecnico tedesco, che sognava da ragazzo di diventare calciatore, e che malgrado i problemi al ginocchio ha avuto la forza di reinventarsi, diventando uno dei tecnici più talentuosi sia in ambito nazionale che internazionale.

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