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Il saluto di Neymar al progetto PSG

Il saluto di Neymar al progetto PSG

Il fuoriclasse brasiliano sta per tornare al Barcellona, ma non per una scelta finanziaria. Forse  prima di altri si è reso conto che ad altissimo livello il club francese ha una data di scadenza...

Stefano Olivari

30.08.2019 18:33

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Neymar sta per tornare al Barcellona, due anni dopo averlo lasciato. Nelle stagioni al PSG, fra vittorie in una Ligue 1 scontata e clamorose eliminazioni in Champions League (ma anche il Barcellona in questo senso si è distinto), non ha perso occasione per rimpiangere la vita di Barcellona, l’ambiente del Barcellona e i compagni del Barcellona. Ma allora, visto che per tornare in Catalogna di certo non si taglierà l’ingaggio, se c’era tutto questo amore perché se n’è andato?

Bisogna tornare all’estate 2017, quindi. Un venticinquenne Neymar ha appena prolungato fino al 2021 il suo contratto con il Barcellona, dopo quattro stagioni eccellenti anche a livello di vittorie: due volte la Liga, una la Champions League (in finale sulla Juventus, nel 2015), una il Mondiale per club, tre volte la Copa del Rey, senza contare i successi sfiorati e comunque il livello sempre altissimo della squadra. Un gran periodo anche in nazionale, visto che nel 2016 proprio ai Giochi di Rio è arrivato per il Brasile guidato da Neymar un oro olimpico atteso da oltre un secolo. Il Mineirazo del Mondiale 2014 sembra lontano. Insomma, nessuno pensa che Neymar sia scontento anche se ovviamente tutti i più grandi club del mondo seguono la sua situazione. Fra questi il PSG, che però continua a ricevere risposte negative dal Barcellona.

Il 3 agosto però il Barcellona annuncia che Neymar ha pagato la clausola rescissoria di 222 milioni di euro, ritenuta inavvicinabile anche per i club con i soldi del Qatar. In contemporanea la società catalana si rivolge all’UEFA perché sul piano formale la clausola deve essere pagata dal giocatore, mentre invece risulta essere stata pagata direttamente dal PSG. Una battaglia persa in partenza, come è subito evidente. Ed infatti Neymar poco dopo firma con il PSG un contratto fino al 2022. Tornando alla domanda, iniziale: perché? Prima di tutto per i 36 milioni lordi a stagione che gli assicura il club parigino-qatariota, il doppio di quanto prendeva al Barcellona ed un contratto paragonabile (anche se inferiore) al contratto di Messi. Cosa che per Neymar e il suo entourage è importantissima: questione di status, più che di un milione in più o in meno. Poi qualche mese dopo Messi rinnoverà con il Barcellona a 71 milioni lordi annui (Cristiano Ronaldo è intorno ai 60, parlando del solo ingaggio), più vari bonus che di fatto lo avvicinano ai 100.

Entrato in una nuova fase della sua vita e della sua carriera, Neymar forse si è reso conto che anche fra i grandi club qualcuno è più grande degli altri e non solo per questioni di soldi, visto che il PSG ne ha in abbondanza. E poi non c’è niente di male nell’ammettere che Messi è più forte di te, soprattutto se rapportato al mondo barcellonista. E nemmeno nell’affermare, fra le righe, che il progetto PSG è un grandissimo bluff, con il calcio ad essere strumentalizzato nel nome del soft power e della geopolitica. Finito il Mondiale 2022, magari il PSG tornerà quello degli albori, quando fra i suoi soci di controllo c’era Jean-Paul Belmondo. Di certo sarà un PSG senza Neymar e probabilmente anche senza altri nomi eccellenti.

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