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Kevin Keegan di nuovo in Inghilterra

Redazione

16.08.2017 17:41

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Negli anni Settanta e Ottanta la ripresa della Division One, l'equivalente dell'odierna Premier League, era una gioia indescrivibile per i lettori del Guerin Sportivo, ai tempi praticamente unico giornale a scrivere di calcio internazionale. Epoche pre-web ma anche pre-Televideo in cui poteva capitare, e capitava, che i risultati spesso si leggessero per la prima volta su un settimanale... Il 16 agosto del 1980 tutti sapevano-sapevamo che questo giorno sarebbe stato ricordato come quello del grande ritorno di Kevin Keegan nel campionato inglese. Un'operazione incredibile, perché Keegan era il Pallone d'Oro in carica e dopo tre anni nell'Amburgo non aveva scelto una grande tradizionale ma una medio-piccola realtà come quella del Southampton allenato da Lawrie McMenemy. Un trasferimento che fece parlare il mondo per mesi, perché uno dei migliori giocatori del pianeta aveva scelto di lasciare una delle squadre all'epoca migliori d'Europa: l'Amburgo pochi mesi prima aveva infatti perso la finale di Coppa dei Campioni di Madrid contro l'incredibile Nottingham Forest di Brian Clough. Va detto che Keegan aveva scelto il Southampton ben prima della finale e anche dell'Europeo giocato in Italia, per motivi fondamentalmente ambientali: Amburgo non gli piaceva, in tre anni aveva imparato pochissime parole di tedesco, non aveva un gran rapporto con l'allenatore Branko Zebec ma soprattutto si era convinto di aver commesso un grosso errore nel lasciare il calcio inglese e il Liverpool, soprattutto 'quel' Liverpool. Keegan con l'Amburgo aveva una sorta di clausola di rescissione, equivalente a circa 2 miliardi di lire: buona cifra ma niente di che per un giocatore noto in tutto il mondo. Non solo, il Liverpool aveva concordato con l'Amburgo un diritto di prelazione in caso di cessione della sua ex stella, ma non lo esercitò: quella era ormai la squadra di Kenny Dalglish, anche se sul piano tattico la convivenza con Keegan non sarebbe stata un problema. E così, senza un perché diverso dai rapporti personali con McMenemy, Keegan scelse l'ambizioso ma certo non irresistitibile Southampton. L'esordio in campionato fu travolgente, 2-0 al Manchester City con doppietta di Mick Channon e ottima prova di Keegan in una squadra che in attacco schierava anche Charlie George. Sulla carta la rosa non era inferiore a quella dell'Aston Villa che avrebbe vinto quel campionato: Katalinic era un buon portiere, i difensori Nicholl e Watson nazionali nordirlandesi e inglesi, in generale al The Dell c'era entusiasmo. Una stagione strana, perché trascinato da Keegan a gennaio il Southampton era addirittura in testa, prima di crollare. Keegan segnò 26 gol e fu votato giocatore dell'anno, mentre la stagione seguente sarebbe stata di livello inferiore: la testa era al primo e ultimo Mondiale della sua vita, che si materializzò in una sfortunata mezz'ora contro la Spagna. Nel caso di Keegan non è vero che il tempo ingigantisce i ricordi, perché nella testa dell'appassionato medio lui ai suoi tempi era quasi una divinità (e secondo noi lo era) mentre oggi è ricordato come un buon giocatore fra i tanti. Al di là dei soldi, lasciare una squadra vincente non è mai una buona idea.

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