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Scudetto Primavera - Trionfa l'Inter, applausi alla Lazio

Redazione

11.06.2012 ( Aggiornata il 11.06.2012 11:20 )

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9 giugno, Gubbio Lazio-Inter 2-3 LAZIO (4-3-3): Berardi 6 - Ilari 6 Sbraga 5,5 (9' st Serpieri 5,5) Vilkaitis 5,5 Marin 5,5 - Onazi 6 Zampa 5 Cataldi 5 (1' st Vivacqua 5,5) - Barreto 6,5 Rozzi 6,5 (42' st Tira ng) Emmanuel 6,5. In panchina: Scarfagna, Salustri, Cilfone, Crecco. All: Bollini 6,5. INTER (4-2-3-1): Sala 6,5 - Mbaye 7 Spendlhofer 5,5 Kysela 5,5 Alborno 6 - Duncan 7,5 Crisetig 6 - Romanò 7 Bessa ng (19' pt Garritano 6,5, 43' st Terrani ng) Livaja 7 (33' st Forte ng) - Longo 7. In panchina: Cincilla, Benassi, Bandini, Pasa. All: Bernazzani 7. Arbitro: Rocca di Vibo Valentia 5,5. Reti: 4' pt Livaja (I), 48' Barreto (L); 3' st Garritano (I), 23' Longo (L), 45' Onazi (L). Ammoniti: Barreto, Zampa, Marin. Spettatori: 5.000. PRO Spettacolo (in campo e sugli spalti) degno di una finale. Novanta minuti intensi, con giocate individuali da applausi e una tenuta atletica brillante a dispetto degli impegni ravvicinati. Più squadra la Lazio, lo si era già intuito nei quarti e in semifinale. Brava però l'Inter a reggere l'urto in mezzo al campo e a liberare con improvvise azioni di rimessa il "killer instinct" del reparto offensivo, dove le giocate individuali di Livaja (dopo il bagno di umiltà seguito all'espulsione nei quarti), Longo (cui è andato il Premio Morosini come miglior giocatore della fase finale) e Garritano (convincente rilievo dell'infortunato Bessa) hanno fatto la differenza. Alberto Bollini non riesce a bissare lo scudetto 2001, ma consegna alla prima squadra ragazzi di spessore e talento già pronti per la ribalta professionistica: su tutti, se non altro per la continuità di rendimento e per la duttilità tattica, segnaliamo l'uruguaiano Barreto (classe 1992). CONTRO Una sola leggerezza, però fatale. È il retropassaggio suicida di Zampa (fin qui uno dei più autorevoli interpreti della formazione di Bollini) che spiana la strada all'immediato vantaggio interista firmato da Livaja (in alto, il gol nella foto Pieranunzi). Crepa che preannuncia la serata-no della mediana laziale, aggredita dalla fisicità di Duncan e Romanò, e quindi meno sollecita del solito nel cucire e nel rifinire alle spalle del tridente. Difficoltà che si è tradotta in una Lazio a tratti troppo lunga, costretta a giocare in apnea e non sempre puntuale nello sfruttare a rimorchio le sponde dei suoi tre attaccanti, cosa che gli era invece riuscita nel derby contro la Roma. Sul fronte interista, la conferma di una difesa lenta e macchinosa nei due centrali: smagliatura a cui ha posto rimedio l'onnipresente Mbaye, vera e propria valvola di sicurezza. In generale, la fase finale del campionato ha evidenziato pecche difensive in quasi tutte le formazioni. Ne parleremo sul servizio che il Guerino dedicherà alla Primavera sul prossimo numero. Gianluca Grassi

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