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Scudetto Primavera - Lazio prima finalista

Redazione

06.06.2012 ( Aggiornata il 06.06.2012 11:49 )

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SEMIFINALI 5 giugno, Gubbio Roma-Lazio 1-3 ROMA (4-2-3-1): Pigliacelli 6 - Sabelli 5,5 (41' st Leonardi ng) Orchi 5 Barba 5 Nego 5,5 - Viviani 7 Verre 5,5 - Politano 6 (38' st M. Ricci ng) Ciciretti 5,5 (23' st Nico Lopez 7) Piscitella 7 - Tallo 5,5. In panchina: Proietti, Romagnoli, Carboni, Cittadino. All: De Rossi 6,5. LAZIO (4-3-3): Berardi 8 - Ilari 5,5 Crescenzi 6 Sbraga 6 Marin 6 - Onazi 6,5 Zampa 7 Cataldi 7,5 (29' st Salustri 6) - Barreto 7 Rozzi 7 Emmanuel 8 (43' st Crecco ng). In panchina: Scarfagna, Serpieri, Cilfone, Tira, Vivacqua. All: Bollini 7. Arbitro: Maresca di Napoli 6. Reti: 26' pt Zampa (L), 46' Viviani ®; 22' st Emmanuel (L), 40' Rozzi (L) Ammoniti: Marin, Rozzi, Sabelli, Viviani, Zampa, Barba. Spettatori: 2.500. PRO Partita a tratti entusiasmante (sopra, nella foto Pieranunzi, Zampa realizza la prima rete laziale), con occasioni a ripetizione da una parte e dall'altra. Scontro rude, senza esclusione di colpi, ma anche grande sportività sottolineata da abbracci e sorrisi fra i giocatori e i tecnici a fine gara (e di questi tempi non è poco). Bollini indovina il tema tattico: togliere respiro e idee alla Roma con il pressing asfissiante dei tre attaccanti, mai come in questo caso difensori aggiunti, per far sì che i giallorossi si spacchino, si allunghino e non riescano ad accompagnare come loro solito l'azione delle punte. Azzerati i rifornimenti a Tallo, cui non riesce il solito prezioso lavoro di sponda, non restano che le fasce: Piscitella mette a ferro e fuoco la corsia di sinistra (dove Ilari ha il suo bel daffare), meno incisivo invece Politano. Ma va detto che anche qui funzionano benone i raddoppi sistematici di Onazi e soprattutto di Cataldi, uomo ovunque. E poi Berardi. Il portierone laziale abbassa la saracinesca e in pieno recupero si esalta negando alla Roma, in almeno due occasioni (sempre sul tarantolato Lopez), la possibilità di riaprire il discorso. CONTRO Si può gioire di una sconfitta? No. Ma a livello giovanile, spesso più dei risultati, a fine stagione fa bilancio la crescita tecnico-tattica del gruppo, complessiva e individuale. E almeno sotto questo aspetto, il lavoro di De Rossi ha fatto ancora una volta bingo. Perché il tecnico consegna alla prima squadra, e al neo allenatore Zeman, ragazzi ormai pronti per la grande ribalta, sui quali aver voglia di insistere e di puntare, nella certezza delle loro qualità non comuni. Viviani, Piscitella, Politano, Tallo e lo stesso Nico Lopez hanno dimostrato una crescita esponenziale che li rende arruolabili per un posticino accanto ai grandi. Se l'arrivo di Zeman è il messaggio chiaro e univoco di una società che intende costruire (non solo, ma anche) il suo futuro sulle fortune di un vivaio che ha pochi eguali (per qualità e quantità) in Italia, ecco che il boemo troverà pane per i suoi denti. Giudizio obiettivo, dopo i doverosi complimenti, ci impone però di fare una domanda al bravo Alberto De Rossi: perché non sfruttare prima la freschezza di Nico Lopez e Matteo Ricci? Gianluca Grassi

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