Mal d'Africa

Una coppa sempre scomoda, il West Ham della Guarino, Melidoni contro Bearzot
Mal d'Africa
© LAPRESSE

Stefano OlivariStefano Olivari

Pubblicato il 22 dicembre 2025, 12:49

È iniziata la Coppa d’Africa, fra le solite lamentele di federazioni e leghe europee, che vedono scomparire per un mese, nel cuore della stagione, molti dei loro migliori giocatori. Fra l’altro a questo giro senza alcuna giustificazione climatica, visto che in giugno il Marocco costiero ha temperature medie simili a quelle spagnole e le sere sono a volte addirittura più fresche. La buona notizia è che dal 2028 la Coppa d’Africa diventerà quadriennale, esattamente come gli Europei, anche se non è detto che si giochi in tarda primavera-estate, quella cattiva è che per far digerire questa innovazione alla classe africana medio-bassa (giocano 24 squadre sulle 54 della CAF, una proporzione da UEFA) ci sarà un’edizione 2027 in Uganda, Kenya e Tanzania, per fortuna estiva (19 giugno-18 luglio), prima di quella 2028 ancora da assegnare e della African Nations League che partirà dal 2029 e che nelle intenzioni, a differenza della nostra Nations League, dovrebbe essere annuale comprimendo tutto nelle finestre FIFA e di fatto abolendo le qualificazioni a Mondiali e Coppa d’Africa. Un discorso che interessa molto anche l’’Italia, che in questa edizione è la terza fornitrice di giocatori (da Lookman in giù 27 teorici, al di là degli infortuni tipo Diao) dopo la Francia, che però è da asteriscare (molti sono francesi, che però non hanno possibilità di essere convocati da Deschamps) e l’Inghilterra. 

Rita Guarino chiamata alla guida del West Ham femminile è uno dei rari riconoscimenti internazionali per il calcio delle donne in Italia, al di là del fatto che il West Ham sia forse la realtà più depressa della WSL, con nemmeno 2.000 spettatori di media a partita, pubblico inferiore a quello di molte grandi della nostra A, senz’altro a quello della Juventus e dell’Inter che la Guarino ha allenato (poi non sottilizziamo su promozioni e omaggi: senza questo doping ci sarebbero soltanto amici e parenti, bisogna dirlo). Da notare che anche nella ipermediatizzata WSL, attentissima all’immagine anche se con realtà diametralmente opposte (dall'Arsenal che ha un seguito quasi maschile fino appunto al West Ham), le donne allenatrici sono in minoranza e quindi la scelta della Guarino, che come attaccante tutti noi associamo all’ambiziosissima Italia degli anni Novanta, è ancora più pesante.

Addio a Gianni Melidoni, a 90 anni. Quello che è stato uno dei più famosi giornalisti sportivi italiani ha legato la sua carriera soprattutto al Messaggero, ma a livello nazionale è stato famoso come opinionista del Processo di Aldo Biscardi e come ipercritico, eufemismo, di Enzo Bearzot, reo di convocare pochi giocatori delle squadre romane e in generale di preferire i giocatori della Juventus, con qualche interista e milanista di complemento. Memorabili e anche fondate, al di là del Mondiale 1982 vinto con Selvaggi fra i convocati, le critiche per la poca considerazione nei confronti di Pruzzo, un po’ meno le battaglie per altri. Diciamo questo per ricordare che non è mai esistita una Nazionale davvero ‘condivisa’ nel suo presente, semmai alcune (fra cui quella di Bearzot, o quella di Vicini, mentre non è stato così per quelle di Sacchi o Lippi) lo sono state a posteriori. 

stefano@indiscreto.net
 

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