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© LaPresseI premi non conteranno niente, ma Gigio Donarumma ha appena vinto il trofeo di Best FIFA Men's Goalkeeper, mentre Alisson, Courtois, Emiliano Martinez, Neuer, Raya, Sommer e Szczesny, per citare soltanto gli altri nominati finali, invece no. Insomma il portiere del Manchester City, il cui 2025 ha la gemma della Champions vinta da protagonista con il PSG, è il numero del mondo. Non è quindi vero che l'Italia non ha fuoriclasse, perché almeno uno ce l'ha, unito a una serie di buoni giocatori, non inferiori a quelli che nel 2021 con Mancini vinsero l'Europeo. La narrazione dei fallimenti azzurri come prodotto dei massimi sistemi e non di colpe specifiche ha evidentemente qualche buco.
Ma al di là dei soliti discorsi, di questi premi è interessante il meccanismo di voto, che è sempre la prima cosa che guardiamo. In sintesi il The Best FIFA Men's Goalkeeper 2025 award è assegnato da quattro gruppi di persone, ognuno con un peso del 25%. I 211 commissari tecnici delle nazionali maggiori maschili, i 211 capitani delle stesse nazionali, giornalisti non proprio di tutti i paesi ma comunque con una copertura quasi totale del pianeta, il pubblico attraverso il sito web della FIFA. Il meccanismo è lo stesso dell'elezione del miglior giocatore e del miglior allenatore, con le sue distorsioni evidenti: chi è già famoso è avvantaggiato, ma questo vale anche per i principali concorrenti di Donnarumma.
Da ricordare che il premio esiste dal 2017, in questa foima per così dire ufficiale, e che è stato vinto da Buffon, Courtois, Alisson, Neuer e due volte ciascuno da Ederson e Emilliano Martinez. Tornando a Donnarumma, sembra che sia sempre esistito, ma non ha ancora 27 anni (li compirà il prossimo 25 febbraio) e già 79 presenze in Nazionale più tutto il resto. Il premio è un pretesto per sfottere il disfattismo del genere 'Una volta era tutto meglio' (poi è ovvio che se il premio fosse esistito ai suoi tempi Zoff l'avrebbe vinto più di una volta) ma anche per ricordare che per emergere bisogna essere bravi come Donnarumma e anche avere la fortuna di trovare un Mihajlovic, che poo più di dieci anni fa lo fece esordire in Milan-Sassuolo stupendo Berlusconi e Galliani, ribaltando le gerarchie che vedevano quel portiere in età da Allievi come terzo dietro a Diego Lopez e Abbiati.
stefano@indiscreto.net
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