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A chi serve Curaçao© Getty Images

A chi serve Curaçao

Il più piccolo paese ad essersi mai qualificato alla fase finale di un Mondiale è uno spot per il calcio o contro il calcio? Domanda nel 2025 inutile...

19 novembre

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Dopo lo 0-0 in casa della Giamaica, a Kingston, Curaçao è diventato il più piccolo paese di sempre, per numero di abitanti, a qualificarsi per la fase finale di un Mondiale di calcio. 156.000 persone sono circa la metà di quelle dell'Islanda 2018 e un numero quasi uguale ai residenti di Ravenna. Qualificazione anche drammatica, resistendo all'assalto della Giamaica fra pali, parate di Room, il VAR che al 95' toglie il rigore per il fallo di Antonisse, altre situazioni di pura confusione. Partita che fra l'altro Curaçao ha giocato senza il suo giocatore più forte, Tahith Chong, ora allo Sheffield United, ex grande promessa del Manchester United e in passato vicino a varie squadre italiane. 

Il Mondiale non è più quello di una volta, come tutti noi, per motivi evidenti e che quasi certamente porteranno a 64 le partecipanti nel 2030 (anche per l'overdose di paesi ospitanti), ma questo non toglie che Dick Advocaat, assente a Kingston per motivi personali, abbia compiuto un'impresa, sia pure con discreti giocatori da Championship o da bassa Eredivisie, con la curiosità di avere portiere e centravanti titolare entrambi disoccupati. La più piccola nazione ad essere mai andata ad un Mondiale, ma certo non la peggiore squadra.

Il caso Curaçao è interessante non soltanto per le dimensioni del paese ma anche perché la nazionale fino al 2010 nemmeno esisteva, in un paese in cui il calcio professionistico è a zero e che fino a ieri associavamo al pallone solo perché ci sono nati Kluivert e tanti parenti di campioni olandesi, da Gullit a Seedorf. Fino al 2010 Curaçao ha fatto parte della nazionale delle Antille Olandesi, che però mai si era qualificate al Mondiale e nemmeno ci è andata vicino. Comunque da quella realtà sono nate tante altre nazionali: negli anni Ottanta Aruba, e dopo il 2010 Bonaire, Saba, Sint Eustitius, Sint Marten e appunto Curaçao. Membri FIFA sono Aruba e Curaço, mentre Sint Marten e Bonaire lo sono soltanto della CONCACAF.

Ma la direzione è chiara e forse faremo in tempo a vedere tutti votare con lo stesso peso di Argentina, Brasile e Italia. Del resto la FIFA non ha gli stessi meccanismi del rugby, che in qualche modo riesce a neutralizzare i paesi minori. Finora il gioco sta in piedi, ma quanto varrà un Mondiale a cui saranno qualificati tutti? Infantino poco giustificato anche da logiche di potere, come se i presidenti FIFA del passato non pensassero al potere. Poi il Mondiale rimane lo stesso la più grande ed emozionante festa del calcio, ma perché non è soltanto calcio.

stefano@indiscreto.net

 

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