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© LAPRESSEAlla prima avversaria seria l’Italia di Gattuso è stata travolta, anche se l’1-4 di San Siro contro la Norvegia in pratica cambia poco: a marzo gli azzurri partiranno da favoriti contro una qualunque delle teoriche qualificate incrociabili ai playoff Mondiali. In finale nessuna Germania, quindi, anche se la squadra di Nagelsmann dovesse perdere contro la Slovacchia. Certo è che la goleada di Haaland e compagni oltre a produrre il solito disfattismo cosmico avrà anche conseguenze calcistiche: nessuna analisi tattica sul 3-5-2 di Gattuso è più importante dei clamorosi errori individuali di Di Lorenzo, Mancini e Bastoni, anche se è tutto da dimostrare che in una partita senza tensione Buongiorno, entrato nel finale, o Calafiori avrebbero fatto meglio. Alle due partite (o una…) più importanti del quadriennio la Nazionale arriverà, nella migliore delle ipotesi, soltanto con il passaggio dall’ipotetico stage di febbraio, quindi fra quattro mesi scriveremo esattamente le cose di oggi. Lo svalutato Mondiale rimane probabile, ma non con questo atteggiamento. Quanto alla fioritura di talento in attacco, in 8 partite del girone gli azzurri hanno segnato 21 gol, 16 meno della Norvegia e 2 più di Israele.
Qualche esponente del mondo del calcio ha chiesto le dimissioni di Gravina? E qualcuno le chiederà in caso di mancata qualificazione per il Mondiale? Domande retoriche, vista la quasi unanimità (98,68% dei voti) con cui il presidente della FIGC è stato rieletto lo scorso febbraio. Ma la storia, non si dice la preistoria, dice che dopo la mancata qualificazione al Mondiale 1958 (16 squadre, bei tempi) si dimise Ottorino Barassi e che 60 anni dopo per lo stesso motivo si sarebbe dimesso il sottovalutato Tavecchio: a rompere la tradizione il Gravina 2022… C’è anche chi ha lasciato in seguito a un cattivo Mondiale, pur giocato e non visto da casa, come il Sordillo 1986 o l’Abete 2014, ma nella maggioranza dei casi si è usato il metodo Gravina, dando la colpa al sistema calcio, come se il capo della FIGC fosse equiparabile a un passante.
Il vero patrimonio del calcio sono i tifosi, consumatori particolarissimi visto che per loro la qualità del prodotto spesso è indifferente. Significativi i dati Auditel di domenica, fra due eventi in orari diversi e quindi senza che che qualcuno rubasse spettatori all’altro: l’inutile Italia-Norvegia, con gli azzurri massacrati, ha avuto 7.516.000 spettatori medi, con il 34,3% di share, mentre l’ultimo atto delle ATP Finals fra Sinner, cioè quello che probabilmente sarà ricordato come lo sportivo italiano più forte di sempre, e Alcaraz fra RAI e Sky ha avuto 6,8 milioni di telespettatori e il 35,9% di share. Un grande successo del tennis sul calcio: molti l'hanno venduto così ma secondo noi (appassionati di tennis) è quasi il contrario.
stefano@indiscreto.net
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