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© LAPRESSELo scontento di Antonio Conte è il grande classico delle sue seconde stagioni sulla stessa panchina, non ha fatto eccezione nemmeno la Juventus dove comunque riuscì a fare un terzo anno. Figuriamoci quindi il Napoli, dopo i tentennamenti di maggio, in un campionato che arriva dopo uno scudetto e non un decimo posto, con oltretutto la Champions a togliere energie e concentrazione. Nota per una marziano sbarcato adesso sulla Terra e che magari ha visto soltanto Bologna-Napoli: dopo 11 giornate il Napoli campione d’Italia è terzo in una classifica cortissima in cui tutte le pretendenti allo scudetto, arriviamo fino alla Juventus sesta, vivono di alti e bassi. Insomma, una stagione nemmeno paragonabile a quella di Garcia, Mazzarri (comunque eguagliato quando Conte ha accusato l’Eintracht di essersi difeso) e Calzona, con tutto ancora aperto. Di sicuro le parole di Bologna segnano un prima e un dopo: Napoli che si conferma ad alto livello (poi vincere dipende anche dagli avversari) o Napoli che si sfascia, senza mezze misure. In ogni caso nel 2026 c’è un’Italia che lo aspetta.
Il presente dell’Italia è Gattuso e la speranza che giovedì l’Estonia faccia il miracolo (tale sarebbe anche il pareggio) a Oslo, in modo da rendere di nuovo gli azzurri padroni del loro destino contro la Norvegia domenica a San Siro. Il c.t. ha in estremis convocato Cambiaghi al posto dell’infortunato Kean, a riprova del fatto che la sua idea tattica principale è un 4-4-2 molto offensivo, che potrebbe valorizzare al massimo i due attaccanti, cioè Retegui e un altro (di base Kean, a questo giro Raspadori, Pio Esposito o Scamacca) e dare anche entusiasmo a una squadra che in vista dei probabili spareggi di marzo ha bisogno soprattutto di questo.
Mentre scriviamo queste righe Ivan Juric sembra sull’orlo dell’esonero da parte dell’Atalanta: nel caso sarebbe il terzo in meno di un anno, dopo quello della Roma e quello per così dire consensuale del Southampton. Sarebbe anche soltanto il secondo esonero nei quindici anni della seconda era Percassi (pur finita dal punto di vista del controllo), dopo quello di Colantuono, quindi non proprio una specialità della casa. Sarebbe anche un esonero con giustificazioni nella classifica, che possono leggere tutti, ma non nel gioco al di là dell’ultima impressione con il Sassuolo. Date a Juric un Lookman tranquillo fin dall’estate, Retegui, eccetera, e staremmo parlando di un’Atalanta da scudetto. Insomma, all'Atalanta è cambiato qualcosa e non in meglio.
L’ottimo bilancio finanziario 2024/25 del Milan, chiuso in utile per la terza volta consecutiva (quindi un tre su tre nell’era RedBird) e con il record del fatturato a 494,5 milioni, si presta a diverse considerazioni sportive che ovviamente leghiamo anche al discorso San Siro. La prima è che la scorsa stagione è stata forse la peggiore nella storia del Milan in rapporto al valore della squadra e alle aspettative: ottavo posto, fuori anche dalla Conference League, la notte e il giorno rispetto a quella attuale, al di là del rendimento contro il Pisa o il Parma della situazione. La seconda è che l’utile è stato di fatto generato dalla cessione di Reijnders al Manchester City, per quasi 55 milioni. La terza è il colossale impegno, sia pure condiviso con l’Inter, un ottimistico miliardo e mezzo, per il nuovo stadio con annessi e connessi, per almeno vent’anni vanificherà gli eventuali effetti positivi generati dallo stadio stesso. In altre parole, perché un tifoso del Milan dovrebbe essere felice per tutto questo? Se RedBird e Oaktree guadagnano siamo contenti per i loro azionisti, ma non c’è alcun interesse sportivo o sociale in tutto questo.
stefano@indiscreto.net
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