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© LAPRESSELa crisi della Fiorentina, il ritorno di Donadoni e Chiellini alla Boniperti
L’esonero di Stefano Pioli conferma una volta di più che in Italia le dimissioni sono una rarità, per questo non capiamo tutte queste lezioni di etica a un allenatore che non ha certo costretto la Fiorentina a concedergli un contratto triennale da 3 milioni netti a stagione. Certo l'Arabia, quella che una volta era l'America (nell'accezione di Toto Cutugno) Pioli l'ha trovata qui... Così Pioli, scelto dall’ormai partito Pradé, saluta Firenze senza aver mai conosciuto Commisso, a causa delle difficoltà di movimento del presidente: nel bene e nel male un club prende la direzione che gli danno i suoi dirigenti, come dice la parola stessa. E così, dopo Brambilla e Criscito, Galloppa diventa il terzo traghettatore stagionale: segnale di decisioni prese all’improvviso, senza avere pronto un piano A o B.
Come sarebbe stata la carriera da allenatore di Roberto Donadoni se quella sera a Vienna De Rossi e Di Natale avessero segnato i loro calci di rigore contro Casillas? Domanda di attualità, visto che l’ex campione del Milan e della Nazionale è tornato su una panchina, quella dello Spezia al posto dell’esonerato D’Angelo, a più di cinque anni dalla sua ultima avventura, nello Shenzen. Finita male come quasi tutte quelle precedenti, anche se a Parma e Bologna ha fatto buoni campionati di A con rose modeste. Si può dire che il biennio azzurro sia stato il suo periodo migliore, unico allenatore della storia italiana a raccogliere la pesantissima eredità di una squadra campione del mondo, visto che Pozzo e Bearzot erano succeduti a sé stessi.
Non è un mistero che Giorgio Chiellini stia da anni studiando da Boniperti, come a suo tempo aveva fatto Bettega (ma senza arrivare al vero vertice) e come non ha mai fatto Del Piero. L’elezione del campione d’Europa 2020 nel consiglio federale al posto di Francesco Calvo non era così scontata, visto che Marotta simpatizzava per Carnevali. Comunque sia, adesso a rappresentare politicamente la Serie A al cospetto di Gravina ci sono Simonelli, Marotta, Campoccia (Udinese) e appunto Chiellini. Che fra l’altro per formazione culturale sarebbe un uomo di sintesi fra Elkann e la scalpitante Tether. Insomma, Comolli non può fare un altro mercato come quello della scorsa estate.
stefano@indiscreto.net
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