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La dimensione di Conte© LAPRESSE

La dimensione di Conte

Il Napoli da campionato, la rivolta contro Villarreal-Barcellona, il precedente della Juve Stabia e il mercato di Tonali

5 ore fa

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Il 6-2 preso dal PSV in Champions è stato per il Napoli meno peggio del Conte del dopopartita, che ha dato la colpa ai troppi giocatori nuovi (nove) che ancora si devono inserire nello spogliatoio, mentre l’anno scorso, e senza nemmeno coppe europee, si lamentava dell’esatto contrario. Una sconfitta che per la stagione del Napoli può significare poco (secondo in campionato a un punto dal Milan, pienamente in corsa in Champions), anzi magari sarà un salutare schiaffo, ma che in senso storico certifica una volta di più lo scarso rendimento di Conte in quella che dal 1999, da quando i principali paesi mandano le migliori quattro, è la massima competizione mondiale per club. La volta in cui è andata meglio è stata la prima, con la Juventus ai tempi semi-operaia eliminata dal Bayern Monaco nei quarti. Poi sempre con la Juventus l’eliminazione nei gironi per mano del Galatasaray di Mancini, con il Chelsea fuori agli ottavi ma per opera del Barcellona, mentre con l’Inter le eliminazioni nei gironi furono addirittura due su due, prima di un dignitoso arrivo agli ottavi con il Totttenham. Non occorre comunque essere statistici, spesso basta soltanto ascoltare le sue parole, per osservare che il Conte di coppa, delle partite senza domani, è inferiore al Conte serial winner da campionato.

Non è ancora chiaro se Milan-Como si disputerà a Perth, mentre è già sicuro che Villarreal-Barcellona non si farà a Miami, vista la rivolta popolare e anche degli stessi calciatori. con le partite interrotte per dieci secondi (con tanto di censura televisiva), contro questa perdita di identità, più che contro l’eccessiva commercializzazione del gioco. Significativo che in Italia il dibattuto sia stato soltanto sulla possibilità o meno di giocare in Australia, in punta di diritto e non sulla sostanza. Siamo così assuefatti a questa retorica dello scudetto dei bilanci e del tifoso-turista che ci sembra tutto accettabile, tutto più o meno normale.

Il caso Juve Stabia, in amministrazione giudiziaria a causa di condizionamenti mafiosi rilevati dalla magistratura, non dovrebbe avere ricadute sportive sul club ma è lo stesso molto interessante. Perché per la prima volta in Italia non sono nel mirino comportamenti illegali, dal punto di vista sportivo e/o penale, di un club ma di chi realmente lo controlla (o meglio, controllerebbe, o meglio ancora condizionerebbe), al di là di possederne azioni o di metterci la faccia. Guardando alla catena di controllo di realtà ben più importanti della Juve Stabia, con tutto il rispetto, spesso si arriva a un punto in cui non si sa chi ci sia dietro. Magari soltanto gente che non vuole apparire, magari no.

Il prolungamento di Sandro Tonali di fatto fino al 2030 con il Newcastle dei Friedkin non è banale, anche se diventa una notizia fuori tempo massimo (l'accordo era stato raggiunto ai tempi della squalifica) per tutti quelli che davano per scontato un suo ritorno in Italia, per motivi imprecisati. Ma con buona pace dei cantori del declino Tonali è uno dei migliori centrocampisti della Premier League, cioè l’unica lega che può arrivare a chi vuole mettendo sul piatto soldi e un prestigio che gli arabi non avranno mai. Alla fine credere alla storia della ludopatia è convenuto a tutti: al Milan, al Newcastle, alla Nazionale. La verità fa male.

stefano@indiscreto.net

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