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Gattuso non è stato nominato commissario tecnico della Nazionale con l’obbiettivo di lanciare i giovani, ma questo non toglie che nel presente gestire i casi Ahanor e Tresoldi tocchi a lui. Due situazioni peraltro molto chiare. Il difensore dell’Atalanta ha per il momento soltanto la nazionalità nigeriana, quella dei genitori, e per avere anche quella italiana dovrà aspettare il 23 febbraio 2026, data dei suoi 18 anni: nel caso la volesse (e la vuole, perché ha già iniziato l’iter burocratico) non ci saranno problemi, essendo lui nato in Italia. Che poi Gattuso per motivarlo gli parli di Mondiale è un altro discorso, anche perché l’Italia al momento non è qualificata e come probabilità di andarci è messa più o meno come la Nigeria. La punta del Bruges il passaporto italiano invece ce l’ha, ma al momento gioca nell’Under 21 tedesca, come tedesca è stata gran parte della sua formazione. Scelta italiana più facile per Ahanor che per Tresoldi, che comunque da Nagelsmann non è stato ancora chiamato e, parlando solo di giovani, parte dietro a Beier e Woltemade. Comunque in questi casi Gattuso deve soltanto fare PR per il suo successore e per il momento le sta facendo bene.
Onestamente non credevamo molto in Milan-Como a Perth, perché UEFA e FIFA non hanno alcun interesse nell’autorizzare un’operazione che potrebbe diventare il cavallo di Troia dei grandi club o della Premier League per andare a giocare partite ufficiali dove pare a loro, in base all’ingaggio. Quanto pagherebbero a Dubai per vedere un Real Madrid-Barcellona di quelli veri? I fatti ci stanno smentendo, perché senza grande convinzione, cedendo al pressing del suo vice e grande elettore Gravina, Ceferin ha detto sì e adesso lo scenario australiano per una partita che comunque non si sarebbe disputata a San Siro, a causa della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, è diventato una possibilità concreta, con la FIFA unico ostacolo. Non ci sono in ballo soltanto soldi, fra l'altro non è nemmeno chiaro quanti dei 10 milioni (minimo) messi sul tavolo dagli australiani finisca nelle tasche del Milan, ma anche l’idea di tifoso che si sta inseguendo da parte delle grandi leghe e dei loro grandi, medi e piccoli club. Il sogno è quello di un consumatore senza radici, senza identità, che gli stessi undici potrebbe vederli nel Milan come nell’Arsenal.
Commisso ha più fiducia in Pioli di quanta ne abbiano i bookmaker, visto che l’esonero prima del 2026 è quotato soltanto a 1.50, ma la situazione dell’allenatore campione d’Italia soltanto tre, e non trecento, anni fa suggerisce una riflessione più generale: chi va in Arabia, o comunque nel terzo mondo calcistico, scegliendo (giustamente, per loro e per i loro discendenti) i soldi, torna imbolsito? Da Rudi Garcia a Gerrard, da Espirito Santo a Bilic, gli esempi sono tanti: allenatori emigrati quando erano tutt’altro che in parabola discendente in un contesto senza tensione, che non li esenta dagli esoneri (anzi) ma psicologicamente li babypensiona. Magari Simone Inzaghi, che finora nell'Al-Hilal sta facendo molto bene, smentirà tutti, ma la statistica non è dalla sua parte… Un pensiero che non è soltanto di noi al bar, ma anche di tanti addetti ai lavori. Diversamente Roberto Mancini avrebbe la fila fuori dalla porta.
stefano@indiscreto.net
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