Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912
Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi
I 10 gol segnati contro Estonia e Israele sono la prima nota positiva della gestione azzurra di Gattuso, che almeno ha messo al sicuro il secondo posto nel girone di qualificazione mondiale. Ma al momento l'ottimismo è soprattutto mediatico e legato all'esperienza con Spalletti...
Una cavalcata contro nessuno e una partita tatticamente da scapoli-ammogliati hanno detto poco dell’Italia che ha in mente Gattuso, che finora si è distinto in positivo da Spalletti per il buon clima creato nello spogliatoio ma per il resto è ingiudicabile. Di sicuro la difesa a quattro e le due punte vere sono discorsi che porterà avanti anche nei prossimi mesi, cercando di mantenere quel consenso mediatico che tutti i campioni del mondo 2006 hanno avuto da allenatori, anche in casi di manifesta incapacità. Rino di qui, Ringhio di là, uomini veri, basta con gli alibi, attaccamento alla maglia, eccetera… Poi, da Grosso a Gilardino, c’è chi ha mostrato qualità, ma in generale non è stato così e la considerazione è puramente statistica. Quanti eroi del 1982 sono diventati buoni allenatori? Di fatto solo Zoff.
In un modo o nell’altro le partite con Estonia e Israele hanno dato agli azzurri la quasi certezza del secondo posto, quindi dei playoff per il Mondiale senza ricorrere alla Nations League, ma non hanno rimesso a posto la differenza reti, che a parità di partite ma ovviamente non di punti (Norvegia 12, Italia 9) adesso dice più 11 per Haaland e compagni, che stasera puntano alla goleada contro la Moldova, e più 5 per l’Italia. Impossibile non pensare a Italia-Moldova, vinta 'solo' 2-0 in un clima assurdo, con Spalletti già esonerato.
Andando oltre i numeri si possono notare due cose. La prima è che l’Italia da paese senza attaccanti, che avrebbe dovuto copiare il modello francese, tedesco, slovacco, congolese, eccetera, è improvvisamente diventata la terra promessa dei centravanti: Retegui, per quanto argentino, Kean, Raspadori, Lucca, Scamacca, Esposito. La realtà è che il livello medio dei calciatori italiani era e rimane buono, poi le singole nazionali possono fallire, anche nella stessa versione con cui hanno appena trionfato, basti pensare alla squadra di Mancini.
La seconda considerazione è che raramente si era vista un’Italia disorganizzata come quella di Debrecen, che ha sofferto tanto contro un Israele con difensori scarsissimi ma pieno di iniziativa dalla metà campo in su, grazie ai suoi giocatori dell'Europa che conta: Gloukh, Khalaili, soprattutto Solomon. Comunque la nazionale numero 75 del ranking FIFA, contro l’11 dell’Italia e il 126 dell’Estonia. Tanti anche gli errori tecnici, e i due autogol rientrano in questa fattispecie, ben oltre le responsabilità di Gattuso.
Di positivo la capacità di reazione che ha permesso di recuperare due volte da uno svantaggio e di crederci anche alla fine, con il gol del 5-4 (o 4-5) di Tonali segnato al 91’. Tolti i momenti di pura reazione (il 2-2 di Kean era rabbia pura) sembra una squadra con poca tensione, che probabilmente ha bisogno di una partita eroica contro un avversario forte per iniziare davvero la sua storia. Potrebbe essere quella con la Norvegia il 16 novembre a San Siro, ma bisognerebbe arrivarci con una differenza reti peggiore soltanto di 4 o 5 gol, in questo momento un sogno. Insomma, con Gattusoo qualche segnale di vita ma il principale punto di forza di questa Nazionale rimane il punto di partenza dal basso, come morale e risultati. Con il dispiacere di vedere Ancelotti, cioè il miglior allenatore del mondo nelle partite dentro-fuori, sulla panchina del Brasile e Ranieri costretto a parlare di bilanci.
stefano@indiscreto.net
Condividi
Link copiato